Si stava radicalizzando da mesi per poter andare a combattere in Siria e Iraq al fianco delle milizie estremiste islamiche dell’Isis. È sulla base di queste circostanze, accertate dalle indagini degli inquirenti, che un 24enne italiano di origini tunisine è stato sottoposto a fermo su richiesta del procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dal pm Antonello Gustapane con le accuse di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale.
Le indagini – partite il 29 luglio e culminate il 20 settembre con l’arresto da parte della Digos – sono state condotte grazie a informazioni di importanza cruciale rilasciate dall’Aise – l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, cioè i Servizi esteri – e, in seguito ad uno sviluppo da parte delle forze di polizia, hanno permesso di accertare che il giovane avesse effettivamente intrapreso un percorso che lo aveva condotto ad un’adesione ideologica all’estremismo islamico, pronta secondo gli inquirenti a manifestarsi anche sul versante pratico. Il giovane – come ha ricostruito la polizia – manteneva regolari contatti virtuali con esperti dell’Isis, usufruiva in maniera ossessiva contenuti inerenti a scene di jihad e ascoltava sermoni dedicati al tema del martirio su social come Instagram e Telegram. Poi, recentemente, aveva preso anche contatti con una persona che avrebbe agevolato il viaggio e il reclutamento nel circuito jihadista e intensificato il suo addestramento fisico, un fatto che ha velocizzato il fermo. Il 24enne – sempre stando a quanto riferito dalla Digos guidata dal dirigente Antonio Marotta, aveva studiato il percorso del viaggio ed era pronto a partire con un aereo in direzione Turchia per poi raggiungere da lì la Siria.
Negli ultimi anni il giovane aveva vissuto in Inghilterra con alcuni familiari e a partire dal mese di luglio, appena atterrato all’aeroporto di Bologna prima di raggiungere Cesena, dove vive la madre con alcuni fratelli, è stato fin da subito pedinato e intercettato dalle autorità. La sua attività di formazione per la causa jihadista è avvenuta esclusivamente online, con il supporto di materiale video di addestramento, attentati e indottrinamento che è stato puntualmente trovato dagli investigatori sia sul suo computer che sul suo cellulare, entrambi sequestrati. L’inchiesta proseguirà anche dopo il fermo, anche per individuare eventuali contatti stabiliti dal 24enne.