Nei Campi Flegrei “si sta riproponendo quello che è successo all’inizio degli anni Ottanta, ovvero un aumento delle sismicità, chiaramente legata alla dinamica del vulcano in profondità ad alcuni chilometri. L’Ingv sta monitorando minuto per minuto l’evoluzione ma non siamo in grado di prevedere quel che può accadere, certamente ci stiamo avvicinando a una situazione di crisi come quella, appunto, di 40 anni fa. Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione”. Così ha detto all’Adnkronos il geologo Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), analizzando lo sciame sismico che si sta verificando con sempre maggior frequenza nei Campi Flegrei, interessando la zona a Ovest di Napoli e i comuni limitrofi. L’ultima scossa, di magnitudo 4.2, registrata alle 3.35 di questa mattina, è stata la più forte degli ultimi quarant’anni, ma l’esperto rassicura: “Non abbiamo elementi che ci possano portare a dire che ci sarà una eruzione, però ci sarà un aumento della sismicità” facilmente prevedibile “dall’osservazione statistica del numero crescente di eventi”, ha chiarito Doglioni.
Ma l’area l’area del supervulcano, quella di Agnano-Solfatara, è già stata oggetto di un appello urgente da parte del professor Giuseppe De Natale, vulcanologo e dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il 18 settembre scorso, De Natale ha inviato infatti una comunicazione ufficiale via Pec al prefetto di Napoli, sottolineando la necessità di procedere all’evacuazione immediata delle abitazioni nell’area in questione.
L’appello – come si legge sul Corriere della Sera – è stato motivato dalla percezione di un “rischio imminente e una chiara e intensa preoccupazione dei cittadini e delle istituzioni”. Il professor De Natale, noto per i suoi contributi scientifici di spicco nel campo della vulcanologia, ha spiegato che l’evacuazione rappresenta il “minimo accorgimento” da adottare almeno fino a quando non saranno disponibili valutazioni dettagliate sulla resistenza strutturale degli edifici alle scosse sismiche. Simonetta Calcaterra, viceprefetto e dirigente dell’Area III Bis, responsabile della Protezione Civile, ha confermato che la segnalazione è stata inviata alla Protezione Civile nazionale, all’Ingv e alla Regione Campania. La principale preoccupazione del professor De Natale – che aveva già informato l’Ingv nel 2017 e nel 2022 sull’aumento della sismicità nell’area – è relativa agli effetti delle frequenti e intense scosse sismiche, che si verificano con una media di oltre 40 eventi al giorno, sulla stabilità degli edifici della zona, un’area di circa 20 chilometri quadrati in cui sono presenti scuole, ospedali e ad altre strutture pubbliche.
Ma la situazione attuale nei Campi Flegrei desta preoccupazione a diversi esperti. Nei giorni scorsi, sempre dalle pagine del Corriere, il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore dell’Ingv, ha sollevato serie preoccupazioni riguardo all’efficacia del piano di emergenza attualmente in vigore per affrontare un’eruzione dei Campi Flegrei, noto supervulcano campano. Quindi, in un’intervista a “Overshoot” di Radio Radicale, Mastrolorenzo ha messo in discussione la validità del piano, che si basa su uno “scenario probabilistico“, evidenziando che tale piano potrebbe non essere sufficiente a gestire una possibile eruzione vulcanica di dimensioni catastrofiche nei Campi Flegrei. L’aspetto critico, secondo Mastrolorenzo, riguarda la possibilità di dover evacuare i residenti durante un’eruzione già in corso, una circostanza che non può essere considerata improbabile: per il vulcanologo, si dà infatti per scontato che si possa prevedere un’eruzione con 72 ore di anticipo, ma non è così: “Viviamo su un sistema assai complesso, in cui la variazione anche di un solo parametro nel sottosuolo può innescare l’eruzione, magari un parametro che non riusciamo a misurare“. “Da parte delle autorità si pone molto l’accento sul rischio sismico – ha aggiunto -, ma nei Campi Flegrei la sismicità non è mai stata particolarmente violenta, mentre il problema vero riguarda il fatto che le scosse attuali possono essere già i precursori dell’eruzione, che potrebbe essere una supereruzione per energia decine di volte superiore a quella del 79 d.C. di Pompei”.
L’evacuazione delle abitazioni nell’area di Agnano-Solfatara è stata suggerita come misura precauzionale, mentre si continua a monitorare l’attività sismica e vulcanica nella regione. La sicurezza dei residenti rimane la priorità principale, mentre si valutano ulteriori misure per affrontare il rischio in evoluzione.