“Non possiamo più intendere i canili come un lebbrosario con impostazione pietistica, ma dobbiamo farli diventare centri di servizi relazionali al servizio della cittadinanza per diminuire le rinunce e favorire le adozioni dei cani”. Roberto Marchesini è un vulcano di idee. E quella dell’Alter Expo, un expo per i canili italiani, è tra le più interessanti, costruttive e persino realizzabili senza troppe complicazioni burocratiche. Il 30 settembre e il 1 ottobre 2023 si terrà presso Naturama, a Galliera, in provincia di Bologna, in uno spazio verde della pianura padana miracolosamente isolato dal mondo, la due giorni in cui gestori di canili, educatori cinofili e veterinari faranno il punto sulla situazione delle strutture che ospitano le bestiole a quattro zampe più amate al mondo. Ad ospitare l’incontro sarà proprio l’etologo bolognese, filosofo antispecista, zoo antropologo, fratello e amico di un bel jack russell, e autore tra gli altri di L’amore per gli animali (Lindau). “Il punto di partenza è che le cose così come stanno dimostrano l’incapacità di risolvere i problemi che ci sono”, spiega Marchesini a FQMagazine. “Oggi i capitolati d’appalto per gestire i canili sono orientati in prevalenza al mantenimento economico dei cani, aspetto importante ma non punto focale. Vigerà quindi sempre la convenienza a mantenerli nel tempo e non si svilupperà mai una visione strategica dei servizi che si possono invece dare”. Marchesini enumera la “rivoluzione” dei canili con semplicità e competenza: esperti di comportamento animale (e umano) presenti sempre in struttura; 80-100 cani al massimo per canile; spazi piacevoli e verdi per una vita dignitosa ai quadrupedi ospiti. “I volontari sono fondamentali ma se non sono preparati possono far danni e anche subirli – continua – e poi i canili devono essere organizzati come luoghi piacevoli, immersi nel verde, strutturato con padiglioni dove si lavora, che so, con cani che hanno problemi di paura da una parte, quelli più aggressivi in un’altra, il tutto per il miglioramento dell’adottabilità del cane. Attenzione:il canile deve essere anche un luogo dove insegnare alle persone quale può essere il cane giusto per loro. Non si va in canile solo per salvare un cane, atto ottimo a livello morale, ma anche per iniziare una relazione costruita nel fatto che due esseri viventi si incontrano”. All’Alter Expo si parlerà anche di un’altra idea possibile nel mondo dei canili: schede comportamentali su tutti i cani presenti per rilevarne doti naturali, livelli di socializzazione, idiosincrasie. “Con 80-100 cani in struttura, in un mese so quali percorsi formativi fare a tutti gli animali e quale può essere il match giusto tra cane e persona. I canili devono essere strutture agili dove non si buttano via soldi. Tenere un cane in canile per 6-7 anni non è un bene per il cane e neanche per l’amministrazione comunale che lo mantiene”. E qui si apre la parentesi sulla differenza tra canili del Sud e del centro-Nord Italia: “La situazione al Sud è più problematica ma per fattori indipendenti dalla buona volontà dei singoli gestori e dei volontari”, sottolinea l’etologo. “La presenza di cani liberi, che al Nord è un fenomeno pressoché inesistente, al Sud invece è la normalità. Un errore che è diventato una vera e propria piaga è quella di prendere cani cresciuti in totale libertà e di portarli al Nord. Un conto però sono i cani che vivono in strada in piccoli paesi che hanno sviluppato una socializzazione con l’uomo e possono essere inseriti in circuiti familiari; un’altra cosa sono i cani semi ferali che non si avvicinano e rimangono a distanze di fuga come animali selvatici non confidenti: prenderli e portarli nei canili significa recluderli a vita perchè non potranno mai essere reinseriti in circuito familiari”. I lavori di Alter Expo 2023 diventeranno poi nell’immediato una proposta di legge da presentare alla Camera, e nel frattempo anche una sorta di manuale per costruire buone pratiche di gestione da diffondere a tutti i gestori di canili.