Botta e risposta a Otto e mezzo (La7) tra Marco Travaglio e Italo Bocchino sul Superbonus. Ad accendere la discussione è l’ex parlamentare del Pdl, ora direttore editoriale del Secolo d’Italia, che attacca la misura rivolgendosi a Travaglio: “Marco, hai ragione. Non ci sono i soldi nelle casse dello Stato per fare una buona legge finanziaria. E sai perché? Perché i tuoi amici 5 Stelle hanno dragato le casse dello Stato“.
Il direttore del Fatto insorge: “Ma no, basta. Ancora con questa storia del Superbonus? È arrivato oggi il nuovo rapporto europeo che smentisce un’altra volta questa panzana”.
Bocchino ribadisce: “I 5 Stelle hanno preso 100 miliardi per fare il voto di scambio del Superbonus, 50 miliardi per fare il voto di scambio del Bonus facciate, 20 miliardi per fare il voto di scambio del reddito di cittadinanza. Siete scappati col malloppo, vi siete presi i voti di quelli che avete privilegiato e che erano evidentemente ricchi e adesso vi lamentate che non ci sono i soldi”.
Travaglio reagisce ridendo, ma poi spiega al suo interlocutore: “Tutti i verificatori ufficiali di questa storia hanno detto che il Superbonus non ha inciso minimamente sul debito, che ha portato un milione di posti di lavoro, tonnellate di C02 in meno, risparmi in bolletta pari a mille euro ogni anno. In più, l’Europa ci dice che per la rivoluzione green le case vanno messe tutte a norma e col Superbonus ci siamo portati avanti. Si può essere favorevoli o meno – continua – ma come fa Bocchino a dire che i 5 Stelle hanno fatto il voto di scambio quando tutti i partiti, dal primo all’ultimo, durante il governo Draghi hanno chiesto non di cancellarlo, ma di estenderlo, addirittura rispetto a come era stato pensato all’inizio?”.
E aggiunge: “Sul Fatto Quotidiano da domani (oggi, ndr) chiederemo un referendum per le ‘facce da bonus’. Presenteremo cosa diceva la Meloni in campagna elettorale e cosa dice oggi, idem Giorgetti, Salvini, Fazzolari, Marattin, eccetera. Scoprirete che, se c’è stato voto di scambio, lo hanno fatto tutti. E se tutti fanno voto di scambio, non lo fa nessuno, perché tutti i partiti volevano ampliare il Superbonus. Quindi, di cosa stai parlando, Bocchino?”.
Il direttore del Fatto conclude: “Secondo me, le cose buone non sono voto di scambio. Sono i condoni a essere voto di scambio: io ti prometto di sanarti un reato fiscale o edilizio, e tu mi voti“.