Scienza

I due possibili scenari per i Campi Flegrei, il presidente dell’Ingv: “Estremamente preoccupati. Bradisismo o eruzione”

La scossa di magnitudo 4.2 registrata nella zona dei Campi Flegrei (Napoli), ha riacceso l’attenzione su una delle zone sismiche più monitorate del mondo e contemporaneamente anche la preoccupazione sui possibili scenari in un’area così densamente popolata: sono più di 1,3 milioni di persone in area rossa e gialla. “È in corso anche oggi un altro sciame sismico, ieri abbiamo avuto l’evento più forte di magnitudo 4.2 – spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) in audizione alla Camera – Il bradisismo si è riattivato più di dieci anni fa, solo che la velocità con cui il suolo si sta innalzando sta aumentando. E questa velocità di innalzamento – spiega il geologo – produce la sismicità che conosciamo”.

Il geologo: “Non vediamo la fine” – Al momento “per quanto ne sappiamo il magma è ad una profondità di oltre 5-6 km quindi distante dalla superficie anche se, nel caso dovesse trovare vie di fuga per una risalita, i tempi sarebbero estremamente rapidi, nell’ordine delle ore”. Quindi “c’è da prestare massima attenzione a questo fenomeno. Stiamo verificando quale può essere la variazione dei gas emessi, significativa di una eventuale evoluzione. Chiaramente siamo estremamente preoccupati nel senso che è massima l’attenzione e quello che vedremo nelle prossime giornate ci dirà un po’ quello che è il trend. Anche se sono fenomeni che non si esauriscono nell’arco di pochi giorni”.

Una situazione quindi in evoluzione. “La nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni. Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare – sia in termini di numero di eventi, ravvicinamento degli sciami, aumento dell’energia – in questo momento non vediamo la fine. Può darsi che arrivi rapidamente come può darsi che invece l’evoluzione possa essere ancora più dirompente”..

I possibili scenari – Sono due i possibili scenari relativi all’evoluzione della situazione dei Campi Flegrei: il migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538 – ha quindi spiegato lo scienziato – È un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo. Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84″, una crisi bradisismica che “è durata 2 anni poi si è fermata“, mentre “al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo“, del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei. Un evento molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa, quando l’eruzione liberò oltre 400 metri cubi di materiale. Nel caso di un’eruzione, ha aggiunto il presidente dell’Ingv, “non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale”. In ogni caso “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo”

Il ministro Musumeci – “È un tema sul quale agire con senso di responsabilità: non possiamo creare allarme, e non possiamo neanche sottovalutare, serve grande equilibrio. Ho incontrato i sindaci per fare il punto della situazione e – dice il ministro della Protezione civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci a SkyTg24 – abbiamo concordato alla fine di raggiungere tre obiettivi: un piano dettagliato sulla vulnerabilità degli edifici; un piano razionale di evacuazione in caso di emergenza che tenga conto dell’esistente e infine un piano per la comunicazione che coinvolga la popolazione, perché una popolazione consapevole è meno a rischio. Stiamo lavorando per passare subito alla fase operativa. Devo però dire che il ‘doppio linguaggio’ della comunità scientifica in questi casi non aiuta. Lo scienziato farebbe bene a parlare con le istituzioni – aggiunge – Parlare con i giornalisti e diffondere la diversità delle tesi può creare confusione e generare smarrimento nella gente. Il governo ha tutto l’interesse a intervenire in maniera seria e concreta. Stiamo pagando gli effetti di una antropizzazione che non andava fatta“, aggiunge. “Non escludo nei prossimi giorni di fare un sopralluogo con i tecnici”.