Le sigle sindacali che rappresentano i dirigenti medici, sanitari e veterinari hanno firmato con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – come sempre in ritardo – il rinnovo del contratto per 130mila medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale per il triennio 2019-2021. L’aumento medio sarà di circa 289,30 euro medi lordi al mese e gli arretrati a circa 11mila euro lordi. I sindacati hanno espresso soddisfazione anche se, come ha ricordato Andrea Filippi, segretario Fp Cgil medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale, “riteniamo una vergogna che ai medici e dirigenti del Ssn che hanno sacrificato tutto nell’emergenza pandemica il contratto sia rinnovato con 2 anni di ritardo e che non si apra ancora la trattativa sul contratto 2022-2024 perché il governo Meloni non finanzia con risorse adeguate il contratto dei dipendenti pubblici. Questa firma è una prima restituzione di diritti e salario al lavoro di chi garantisce, insieme ai lavoratori del sistema salute, la cura dei cittadini. Proprio per questo chiediamo risposte nella Legge di bilancio”.

L’accordo “risente ancora della visione pre-Covid. Non è quello che tutti sognavano ma è un grande passo avanti, anche perché speriamo che, con l’impegno del ministro della Salute Orazio Schillaci, si possano destinare risorse per rendere attrattiva la professione in un momento in cui molti professionisti scappano dal sistema”, ha commentato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli.

Il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Pierino Di Silverio si è detto soddisfatto perché, “pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali”. Per esempio “abbiamo sminato il terreno dalle ore ‘regalate’ alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei ‘tappabuchi’; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro”.

Filippi, segretario Fp Cgil medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale, sottolinea che “si introduce l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. La Fp Cgil si è battuta e continuerà a battersi per l’equiparazione retributiva di tutti i dirigenti ad iniziare dal riconoscimento dell’indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie, per i quali abbiamo comunque ottenuto una forma di parziale perequazione con la valorizzazione specifica della posizione. Abbiamo reso esigibile in maniera inequivocabile il recupero dell’extraorario lavorato, che fino ad oggi veniva azzerato per una vecchia norma che ci trascinavamo dal 2005. Oggi abbiamo ottenuto periodi più lunghi e modalità più flessibili per il recupero di gran parte dell’orario extra, salvaguardando la retribuzione delle prestazioni aggiuntive che aumenta a 80 euro l’ora”.

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