Il papà di Saman Abbas, Shabbar, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla Corte d’Assise a Reggio Emilia, dove è imputato per l’omicidio della figlia Saman insieme ad altri quattro familiari. Una scelta tecnica: l’uomo, da poco estradato dopo un lungo periodo di latitanza, sarebbe intenzionato a fare dichiarazioni spontanee dopo la testimonianza chiave del figlio minore, attesa per le prossime settimane. Nel pomeriggio invece, a parlareè stato Saqib Ayub, il 23enne fidanzato della 18enne pakistana uccisa nella notte fra il 30 aprile e il primo maggio del 2021 nelle campagne di Novellara dopo essersi ribellata a un matrimonio forzato. Il giovane davanti ai giudici ha ripercorso la storia d’amore con la ragazza e la decisione di sposarsi cancellata dalla sua morte, a un passo dalle nozze.

“Saman era triste e aveva paura” ha dichiarato in aula dove ha raccontato della loro osteggiata relazione; della scelta di sposarsi presa dopo otto giorni assieme nel Lazio dove lui lavorava; dell’acquisto degli abiti nuziali; delle confidenze che Saman gli faceva. “Lei diceva che quando era con me era felice, perché la sua famiglia era pericolosa”, ha scandito in una lunga deposizione. “Ho conosciuto Saman nel 2020 su TikTok e l’ho vista per la prima volta a Bologna a gennaio 2021. La incontrai tre-quattro volte a Bologna, poi in aprile dello stesso anno a Roma”.

Rivolgendosi alla Corte, Saqib Ayub ha riferito dei loro incontri sotto le Due Torri, mentre lei era ospite della comunità protetta in cui si era rifugiata dopo aver denunciato i genitori che volevano forzarla a nozze combinate in Pakistan con un cugino. E poi della fuga di Saman l’11 aprile 2021. “Venne da me direttamente a Roma – ha dichiarato – dove lavoravo, perché dovevamo sposarci”. Insieme erano andati a comprare l’abito nuziale di Saqib, scelto da Saman mentre quello della ragazza, ha rivelato il 23enne, “lo ha mandato mia madre dal Pakistan”.

Nel riandare con la memoria ai tempi del suo legame con la 18enne il ragazzo si è soffermato a lungo sulla decisione, risultata poi fatale per Saman, di tornare nella casa di Novellara, a fine aprile 2021 a riprendere i documenti – “una decisione presa assieme”, ha ribadito – e ha narrato come Saman nei loro momenti di intimità, gli avrebbe detto più volte di aver paura dei propri familiari e che “il padre Shabbar Abbas aveva ucciso persone qua e in Pakistan”. Così, quando si separarono “Saman mi disse di chiamare i Carabinieri se non io non avessi avuto sue notizie per due giorni. Cosa che io feci il 4 maggio 2021”. L’ultimo loro contatto risale a pochi minuti prima che la ragazza venisse uccisa: un messaggio su Instagram, alle 23.32 del 30 aprile 2021.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Ecco perché la Consulta ha deciso di sbloccare il processo per l’omicidio Regeni – L’analisi di Domenico Gallo

next
Articolo Successivo

Giustizia, Conte e Schlein contro il governo: “Attacco a pilastri della Costituzione”. “Forte coi deboli e deboli con i colletti bianchi”

next