“Non si può fare solidarietà con i confini degli altri“. Giorgia Meloni va allo scontro aperto con la Germania sul Patto Ue sulla migrazione e l’asilo, proposto a Lampedusa dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e in discussione al Consiglio Affari interni di Bruxelles. A margine del vertice EuMed9 a Malta (un tavolo informale che riunisce i nove Paesi mediterranei membri dell’Unione europea) la premier ha incontrato in un trilaterale von der Leyen e il presidente francese Emmanuel Macron. E ha attaccato la modifica al testo – pretesa da Berlino per dare il proprio ok – secondo cui le operazioni delle ong (alcune delle quali finanziate dal governo tedesco) non devono essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non hanno l’obiettivo di destabilizzare l’Unione o uno degli Stati membri. Un emendamento sgradito all’Italia, che ha spinto il ministro Matteo Piantedosi a lasciare in anticipo il Consiglio di giovedì: “Per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere ieri così”, dice Meloni nel punto stampa finale.
“C’è volontà di affrontare con serietà la questione dei migranti, l’approccio è già assodato, io ho posto con chiarezza la questione e le soluzioni che ho sempre raccontato, la discussione è stata su questo e ho visto una convergenza, tra questi Paesi (i nove del gruppo EuMed, ndr), che è totalmente condivisa”, assicura la premier. “C’è da riprendere con forza il nostro partenariato con Tunisi, che sta dando segnali di collaborazione molto importanti, su questo bisogna essere concreti e mi pare che le risorse finalmente stiano arrivando. Quello del partenariato è un modello che può essere utilizzato per altri Paesi del Nord Africa”, aggiunge. E annuncia che “la prima tranche degli aiuti” Ue destinati alla Tunisia partirà “la prossima settimana“. A chi le chiede se quindi il governo di Kais Saied abbia ottemperato ad alcuni impegni, risponde: “Evidentemente sì”.