Otto donne ammazzate in sette giorni. E la politica parla di “legge per prevenire i femminicidi”.
Mi domando come. Come si può, per legge, impedire che una donna venga ammazzata da un marito, compagno, ex oppure figlio? La politica, al più, potrebbe darsi da fare in modo reale per sostenere quelle famiglie che devono affrontare, nella solitudine assoluta, una grave e lunga malattia invalidante di un familiare. Perché forse la politica fa finta di non vedere che all’interno dei numeri e delle statistiche riguardanti le donne ammazzate ci sono anche molti, crescenti casi in cui il marito non regge che una moglie sia allettata, gravemente malata o invalida.
Ma torniamo alle 8 donne ammazzate in 7 giorni.
Questo è l’elenco delle vittime dal 20 al 27 settembre: Monica Berta 55 anni e la madre Carla Schiffo di 78 uccise da Martino Benzi di 67 anni, marito e genero che si è poi suicidato; Maria Rosa Troisi 37 anni accoltellata dal marito Marco Aiello 40 anni; Rosaria Marino 78 – le ha sparato il marito Luigi Abbate di 78 anni che si è poi suicidato; Cosima D’Amato 71 anni trovata carbonizzata nella sua abitazione di campagna; indiziato il figlio Alberto Villani di 47 anni; Anna Elisa Fontana 48 anni bruciata dal compagno Onofrio Bronzolino di 52 anni, Liliana Cojita 45 anni soffocata dal compagno Moulay Mahid 48 anni, Manuela Bittante di 77 anni accoltellata dal marito Sergio De Zen 74 anni.
Il mese di settembre è stato il peggiore da inizio anno; quasi tutto il peggio in soli due giorni che inquadrano buona parte dei moventi nei casi di femminicidio che secondo l’osservatorio permanente di Giustizia di Fatto sono 82 casi accertati.
Ripercorriamo in dettaglio quanto avvenuto mercoledì 20, lunedì 25 e mercoledì 27 settembre, giorni nei quali, rispettivamente, sono state uccise 3 e 2 donne: ammazzate da figli, mariti che non reggono dell’assistenza alla moglie gravemente malata, compagni o ex che non accettano una separazione o semplicemente la volontà della donna.
I più recenti: mercoledì 27, ad Alessandria, Martino Benzi ammazza la moglie, il figlio diciassettenne e poi esce di casa, entra nella casa di riposo dove era ricoverata Carla Schiffo, la suocera di 78 anni, l’accoltella a morte e poi si taglia la gola. E siamo a 21 omicidi-suicidi in ambito familiare. Il 25 settembre a Maser, in provincia di Treviso, Manuela Bittante di 77 anni accoltellata dal marito Sergio De Zen di 74 anni. Lei in stato semi-vegetativo dopo un ictus che l’aveva colpita a luglio, la difesa del marito:”La situazione era diventata insopportabile”.
A poche ore di distanza a Pantelleria è morta anche Anna Elisa Fontana di 48 anni; due giorni prima le aveva dato fuoco il nuovo compagno Onofrio Bronzolino di 52 anni.
Il giorno peggiore di settembre, come dicevamo, è stato mercoledì 20 con 3 vittime di cui 2 ammazzate dai propri mariti: Maria Rosa Troisi di 37 anni accoltellata dal marito Marco Aiello di 40 anni a Calvizzano (provincia di Napoli) e Marino, di 75 anni, morta per un colpo di pistola sparato dal marito Luigi Abbate di 78 anni che si è poi suicidato; entrambi erano malati. Nello stesso giorno a San Michele Salentino (provincia di Brindisi) il decimo matricidio – secondo del mese dopo il primo avvenuto a Sirmione in provincia di Brescia con la morte di Nerina Fontana uccisa a colpi e pugni dal figlio Ruben Andreoli di 45 anni: Cosima D’Amato di 71 anni trovata carbonizzata nella sua casa di campagna; al momento è indagato il figlio Alberto Villani di 47 anni.