L’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, considerato uno dei protagonisti dell’inchiesta Qatargate è stato rilasciato sotto condizioni. La procura federale del Belgio ha anche precisato che l’indagato non potrà lasciare il Belgio né avere contatti con gli altri indagati. Arrestato il 9 dicembre scorso, Panzeri si trovava ai domiciliari dal 6 aprile dopo quattro mesi passati in carcere. Il 17 gennaio aveva patteggiato con la giustizia belga una pena ridotta a un anno di reclusione in cambio delle sue confessioni. Avrebbe quindi dovuto restare in custodia fino al prossimo 9 dicembre. L’indagine sull’ipotizzata corruzione di eurodeputati che ha coinvolto il Parlamento europeo ha portato agli arresti anche la vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili.

La collaborazione – Panzeri aveva raccontato la sua verità agli inquirenti belgi sul presunto giro di mazzette pagate da Marocco e Qatar a membri delle istituzioni europee per influenzarne le decisioni. L’ex eurodeputato di Articolo 1, considerato la mente del presunto sistema corruttivo in seno ai palazzi di Bruxelles, aveva stretto un accordo con il giudice Michel Claise, che poi ha lasciato l’indagine, promettendo di rivelare i nomi di tutte le persone coinvolte in quella che gli inquirenti considerano un’organizzazione criminale nel Parlamento europeo in cambio della libertà per i propri familiari, un anno effettivo di carcere, ma solo dopo il terzo grado di giudizio, il sequestro di beni per 1 milione di euro circa e una multa. Oltre a Kaili nell’inchiesta sono coinvolti l’eurodeputato belga Marc Tarabella, l’esponente del Partito Democratico Andrea Cozzolino, tornato libero a giugno dopo l’interrogatorio, e l’ex assistente di Panzeri e compgano della Kaili, Francesco Giorgi.

La difesa – “La liberazione” di Pier Antonio Panzeri “mi sembra del tutto normale, dal momento che tutti gli indagati coinvolti nel caso sono da tempo liberi e che lui è un collaboratore di giustizia. – ha spiegato all’Ansa Laurent Kennes, il legale dell’ex eurodeputato – Il memorandum è ancora valido” e il politico italiano “continuerà naturalmente a collaborare con la giustizia come ha fatto finora”. Il difensore ha quindi respinto le accuse mosse dai legali dell’europarlamentare belga Marc Tarabella – trascinato anch’egli nell’inchiesta a seguito delle rivelazioni di Panzeri -, secondo i quali l’accordo da pentito è “privo di validità” e le parole dell’ex eurodeputato sono “inattendibili”. “È nel loro interesse fare queste affermazioni”, ha replicato Kennes, declinando tuttavia ogni commento sull’indagine in corso.

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