Televisione

Giampiero Mughini: “Vado al Grande Fratello per denaro ma non solo. Come sono uscito dalla depressione? Con le pillole e una consapevolezza”

Mughini si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera a pochi giorni dal suo ingresso nella famosa Casa di Cinecittà

di Francesco Canino

Ora è ufficiale: Giampiero Mughini entrerà nella casa del Grande Fratello. “Porto la mia salsa per condire quella pietanza”, ha confessato in una lunga intervista al Corriere della sera, in cui mescola alto e pop: l’incontro con Terracini, il comunista che firmò la Costituzione, e le liti a Ballando con le stelle, l’amicizia con Sciascia e la lite con Nanni Moretti, la passione per la politica e quello per la tv. Dove a breve tornerà ad essere uno dei protagonisti.

GIAMPIERO MUGHINI, IL GRANDE FRATELLO, IL DENARO E IL NARCISISMO
“Sì. Entro nella casa tra un paio di settimane. Senza cellulare e senza orologio”, ammette Giampiero Mughini parlando con Aldo Cazzullo del suo ingresso al Grande Fratello. L’intervista è avvenuta nella casa dello scrittore, ribattezzata Muggnheim per la quantità di oggetti e collezioni varie. Fu lì che litigò con un suo ex amico, Nanni Moretti, che ruppe un bicchierino da whiskey: “Nanni lo gettava in aria, lo faceva volteggiare, e lo riprendeva al volo. Prima volta: paf! Seconda volta: paf! Terza volta: crash! Ma non abbiamo certo rotto per questo, bensì per Compagni addio. Eppure, se oggi Nanni tornasse in casa mia, lo abbraccerei”, precisa Mughini. Che al Gf va per portare la sua “salsa per condire quella pietanza” mentre rivela con onestà di fare tv per soldi e per compiacere un certo narcisismo: “Il denaro è una motivazione importante, ma non certo la prima”, precisa. E il narcisismo? “Questa è già un’ipotesi più calzante. Ma il vero motivo è fare una cosa per la prima volta, rientrare nel giro, mettermi in gioco. E il pop, dal cinema al fumetto, per me è parte essenziale della vita”.

LA DEPRESSIONE E GLI INCONTRI STORICI
Una vita vissuta a mille all’ora, la sua, con tanti incontri che hanno lasciato il segno, da Sciascia a Loretta Goggi, da Tardelli al filosofo Lucio Magri. Di quest’ultimo dice: “Mi è sempre stato antipatico. Da quando ho saputo del suo suicidio, in una clinica svizzera, è per me un fratello”. E come Magri, ha conosciuto la depressione: “Sì. Fu un periodo in cui anche solo andare dal letto al bagno mi costava una fatica terribile. Pensavo di essere fuori da qualsiasi giro”. Come ne è uscito? “Con le pillole. E con la consapevolezza che nella vita esiste il bianco ed esiste il nero”.

A CENA CON VANNACCI (NON CON LA SCHLEIN)
Non poteva poi mancare un riferimento ad un’altra sua grande passione, la politica. Con un gustoso aneddoto su Silvio Berlusconi, del quale dice di avere un ricordo buonissimo: “Ero in una sua tv quando qualche leccapiedi disse: il presidente Berlusconi ha vinto l’Oscar. Risposi che l’Oscar l’aveva vinto Salvatores, con un film prodotto da Berlusconi. Il giorno dopo lui mi telefonò per ringraziarmi di aver corretto quell’importuno. Era la prima volta che lo sentivo in vita mia”. Quanto alla Schlein, ammette che non la voterà: “Nulla in lei mi suona, tranne qualche sillaba che mi ricorda tempi remotissimi. Se mi chiedessero di andare a cena con la Schlein o con Vannacci, sceglierei il generale”. Su Vannacci ha le idee chiare: “Non mi pare uno sciocco. Non per il libro, ma perché ha avuto un comando di uomini in zona di guerra”.

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