Tre giovani che picchiano una compagna di classe. Le tirano i capelli, la strattonano, le strappano una ciocca. Nella colluttazione le fanno anche cadere a terra il telefonino. Il tutto ripreso con il cellulare da un’altra coetanea. È il grave episodio di violenza avvenuto a Cesena che vede protagoniste delle giovani studentesse di un istituto professionale. Il fatto è avvenuto appena fuori da scuola pochi giorni fa, nei pressi di una rotatoria, come riporta il Corriere di Romagna, e il video dell’episodio è diventato virale.
Nella scena si vedono prima due ragazze iniziare a strattonare la vittima. Poi all’aggressione si aggiunge una terza coetanea. Tutte e quattro rischiano anche di finire investite durante la colluttazione, guardata da più persone che passano senza intervenire. Solo alla fine, quando la giovane è già a terra, intervengono altri studenti a dividere le compagne. Secondo una prima ricostruzione la vittima sarebbe stata aggredita perché “rea” di non aver fatto copiare i compiti in classe.
La notizia dell’episodio è arrivata anche al sindaco della cittadina romagnola, Enzo Lattuca, che si è detto sgomento, denunciando la violenza di quanto accaduto: “È un fatto grave che non va banalizzato”, ha detto parlando al quotidiano romagnolo.
Il dirigente dell’istituto, a cui si sono rivolti diversi genitori una volta saputo dell’accaduto, ha inizialmente preso le distanze dato che il pestaggio è avvenuto “in un contesto extra scolastico” e dunque fuori dall’edificio scolastico e fuori dall’orario di lezione. Il preside però, dopo aver ricevuto anche diverse critiche dai genitori degli alunni che frequentano la scuola, è tornato sui suoi passi, interessandosi dell’accaduto. “Ho contattato il dirigente e mi ha riferito che si sono attivati con gli insegnanti, parlando con i diretti interessati e coinvolgendo anche i genitori”, ha spiegato il primo cittadino. “Che possano esserci conflitti in una classe che si va formando, è comprensibile, forse anche normale – ha detto ancora Lattuca – ma quel video ci trasferisce una violenza che colpisce e non può essere minimizzata. La scuola ha attivato i suoi percorsi anche per cercare di riportare serenità nella classe. Come Comune ci siamo messi a disposizione, sia per pensare ad eventuali iniziative, sia come competenze, ma anche se servisse il supporto di servizi e operatori sociali, noi siamo disponibili a collaborare”.
Solo ieri è stato registrato un altro episodio di violenza scolastica, questa volta a Bari. Un diciassettenne ha infatti sparato al professione con una pistola giocattolo a pallini, provocandogli un malore. “Pensavo si trattasse di una pisola vera – ha rivelato Pasquale Pellicani, il professore coinvolto – e sono rimasto scioccato. Questo, secondo me, è un gesto di bullismo: ‘ti faccio vedere che sono più forte di te, ti posso mettere i piedi in testa e faccio ridere la classe’, questo è il significato”. Il docente non denuncerà gli studenti “per non rovinarli” – uno aveva portato la pistola a scuola, l’altro l’ha utilizzata – ma vuole adottare una pena severa dal punto di vista scolastico, “sono a favore dell’espulsione e servono provvedimenti serissimi o le scuole le possiamo chiudere”.
Immagine d’archivio