Un taglio dei fondi per il Sacrario di Marzabotto, comunicato dal ministero della Difesa al Comune, ma negato dal ministro Guido Crosetto. Che, dopo la denuncia della sindaca Pd Valentina Cuppi dal palco della commemorazione del 79esimo anniversario dell’eccidio nazifascista, ha attaccato la stessa prima cittadina: è intervenuto su Twitter per dire che “i fondi ci sono e ci saranno” e ha accusato la dem di “aver chiesto i fondi in ritardo” “nell’ansia della sinsitra di dimostrare che pericolosi fascisti sono al potere in Italia”. Cuppi, interpellata da ilfattoquotidiano.it, ha replicato: “Una risposta imbarazzante. Ricordo che la proprietà e del ministero della Difesa, non c’è una richiesta di fondi. Siamo noi che stiamo custodendo un loro bene. C’è una convenzione che viene rinnovata ogni anno dal 1961. A maggio, nel mezzo dell’emergenza per l’alluvione, ci hanno fatto sapere che i fondi da 26mila e 350 euro diventavano 8mila“. Per questo, continua Cuppi, il Comune ha chiesto chiarimenti: “Abbiamo detto che per noi ente locale piccolo, una riduzione così ci mette in difficoltà. Perché abbiamo un dipendente per la custodia e dei volontari. L’unica cosa che abbiamo fatto è stato non firmare la convenzione“.
Cuppi rivendica anche gli interventi fatti insieme al Comitato per i caduti dopo l’alluvione che ha travolto parte dell’Emilia e la Romagna: “Ci siamo anche occupati di pulire il Sacrario”, allagato i primi di giugno, “non abbiamo chiesto niente al ministero e ce ne siamo occupati noi. E in un momento di difficoltà è arrivata anche quella comunicazione. Non siamo arrivati in ritardo su niente. Può arrivare una comunicazione ad anno in corso o forse dovevano dirlo prima? E’ per una questione di principio. Dopo averla rimandato indietro, prima di fare polemica, la risposta non è stata quella che ci saremmo aspettati. Anche dopo aver chiarito che a maggio eravamo nel bel mezzo dell’emergenza alluvione, quando avevamo speso soldi fuori bilancio per intervenire sulle strade. Ad esempio, anche l’Anpi ha dato un contributo di 20mila euro per aiutarci“. Infine, sull’accusa di Crosetto ha replicato: “Io non voglio urlare ai fascisti. Prendo atto del fatto che il Sacrario di Marzabotto non è considerato un bene da tutelare e da tenere aperto e da custodire. Non è in cima ai pensieri di questo governo. Se devono risparmiare 18mila euro, forse si potevano prendere da un’altra parte”.
Il ministero della Difesa si giustifica: “Nuovi fondi nel 2024” – Intanto è intervenuto anche il Capo dell’Ufficio per la Tutela della Cultura e della Memoria della Difesa, Diego Paulet parlando di “polemica pretestuosa” e sostenendo che “il Comune avrebbe dovuto avanzare la richiesta del proprio contributo entro il mese di maggio, ma la richiesta è giunta agli uffici preposti solo nel mese di agosto”. E, ammettendo che per avere i fondi si dovrà spostare tutto all’anno prossimo, hanno aggiunto: il ministero “aveva già comunicato al sindaco di Marzabotto che, nel 2024, non appena pervenuti nuovi fondi, si sarebbe provveduto a rivalutare il contributo in maniera adeguata rispetto a quanto già preventivato nel 2023”. Quindi la nota conlude: “Questo perché la Difesa considera, insieme e oltre a tutti gli altri, conservati in egual modo e con altrettanta e giusta cura, il Sacrario di Marzabotto, città che è stata teatro di uno dei più feroci eccidi della seconda guerra mondiale, una pietra miliare nella storia della Resistenza dell’Italia. Tutto il resto sono pretestuose polemiche politiche, rispettabili solo in quanto speculazioni utili ad accusare l’attuale governo di una pericolosa deriva “fascista” e “reazionaria”, rispetto a cui il Ministero della Difesa non ha davvero nulla da commentare o rispondere”.
La denuncia dal palco delle commemorazioni per l’eccidio de nazifascisti – Cuppi, ex presidente dem, oggi ha dato la notizia del taglio proprio mentre era sul palco per ricordare una delle più sanguinose stragi di civili della Seconda Guerra Mondiale che avvenne tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 in diverse località del Bolognese e venne compiuta dalle truppe nazifasciste. In sostegno della prima cittadina anche il presidente dem della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “La memoria non è questione contabile”, ha scritto in un post Facebook definendo la decisione del governo come “sbagliata e inaccettabile” .Per l’Anpi, il gesto del ministero della Difesa “è una ferita alla coscienza civile degli italiani e un’offesa alle vittime della più efferata strage nazifascista”. E il presidente Gianfranco Pagliarulo ha quindi invitato “il ministero della Difesa all’immediato ripristino dei finanziamenti”. Cuppi ha rivelato di aver già chiesto chiarimenti al dicastero “sottolineando la gravità della scelta fatta”: “Ci hanno solo risposto”, ha continuato dal palco, “che le attuali dotazioni finanziarie non consentono la destinazione di maggiori contributi. Fine”. A giudizio della prima cittadina emiliana, “non è tanto la questione economica alla quale riusciremo comunque a fare fronte grazie ai volontari e grazie al comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto. Perché quel sacrario è così prezioso che non permetteremo mai di lasciarlo chiuso o incustodito”. Per il presidente dem Bonaccini, “Marzabotto è anche simbolo della rinascita democratica del nostro Paese. Oggi un luogo di memoria, messaggero di pace e solidarietà. Tagliare quei fondi, che di certo non incidono sul bilancio dello Stato, è un’offesa alle vittime stesse e ai sopravvissuti, ai volontari che vi lavorano, alla sua comunità, alla nostra regione e all’Italia. Il governo rimedi a questa assurdità”.
Nel Sacrario di Marzabotto, come spiegato sul sito del Comune, si trovano i resti di 778 vittime civili e di partigiani morti nel Comune di Marzabotto, la maggior parte uccisi nell’eccidio di Monte Sole. “Non tutte le vittime sono state ritrovate e di alcune non si conosce neppure il nome perché appartenevano a Comuni lontani”, si legge. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 le truppe nazifasciste sterminarono intere famiglie nel giro di pochi chilometri. Nel Sacrario si trovano 316 donne, 142 persone di oltre 60 anni e 216 bambini più piccoli di 12 anni. Molte delle vittime più piccole avevano pochi mesi, alcuni anche pochi giorni. Sempre nello stesso luogo, sono contenuti anche i corpi di 404 militari: di questi 26 sono caduti nella prima guerra mondiale e 378 vengono invece da vari fronti della Seconda guerra mondiale. Attualmente il Sacrario è aperto tutti i giorni, mattina e pomeriggio, ed è chiuso solo la sera.