Diritti

“Cinecittà World ha discriminato noi e nostro figlio autistico: ci hanno negato il braccialetto salta fila”

Volevano trascorrere una bella domenica di svago come tutte le famiglie ma hanno dovuto vivere “un’amara situazione”, provando “sconforto, delusione e una sensazione di abbandono”. È la denuncia di quanto sarebbe accaduto il 10 settembre presso Cinecittà World di Roma a Riccardo De Mattia che è il padre di Lorenzo, un bambino autistico di 10 anni e al loro amico di famiglia e accompagnatore Jacub Stanislaw Golebiewski. “Abbiamo subito un episodio di discriminazione. Ci è stato negato il braccialetto salta coda gratuito, ma ce lo hanno proposto ad un costo di 20 euro più altrettanti 20 euro per l’accompagnatore. Senza il salta coda ci hanno costretto a gestire un bambino autistico in condizioni infernali, abbiamo vissuto un disagio fortissimo, siamo dovuti scappare dopo neanche due ore”. A denunciarlo a ilfattoquotidiano.it sono De Mattia e Golebiewski.

L’ingresso alla struttura romana presieduta da Antonio Abete, come avviene praticamente ovunque in Italia, è gratuito per le persone disabili con invalidità al 100% e in questo caso l’accompagnatore paga un ticket ridotto (biglietto bambino). “Il problema è che noi abbiamo richiesto il salta coda gratuito perché Lorenzo non può stare fermo in un posto per più di dieci minuti. Ci hanno detto che il salta coda non è più gratuito per le persone disabili da qualche mese, senza fornirci ulteriori motivazioni, sono stati irremovibili e non hanno dimostrato nessuna empatia e capacità di comprendere la situazione, di fatto escludendo un minore con autismo di livello grave. Abbiamo vissuto un’esperienza terrificante e triste”, commenta il padre.

Contattato da ilfattoquotidiano.it Cinecittà World ha risposto solo che è possibile accedere alle FAQ del sito e consultare la sezione con le condizioni riservate alle persone disabili nella pagina internet della struttura della Capitale, senza però spiegare il perché non è possibile usufruire del salta fila gratuitamente per i minori con disabilità, che è proprio quello di cui aveva bisogno Lorenzo. Nella parte del portale online dedicata c’è scritto che “i disabili sono benvenuti a Cinecittà World. Il percorso del parco è accessibile a tutti i disabili e così gran parte degli spettacoli e le attrazioni”.

Il padre di Lorenzo però evidenzia che “quello che abbiamo vissuto non è stato un disagio dovuto alla presenza di barriere architettoniche, ma abbiamo toccato con mano l’indifferenza per le esigenze particolari di un minore affetto da disturbi dello spettro autistico, una sindrome invisibile che non consente di stabilire relazioni sociali considerate standard, in cui il linguaggio è usato in modo anomalo e i comportamenti sono limitati e ripetitivi, che ha lo stesso diritto degli altri bambini di divertirsi. L’inclusione è fornire gli strumenti idonei per garantire pari diritti a tutti”.

Lorenzo ha una invalidità civile al 100% articolo 3 comma 3, che rappresenta la massima gravità certificata dall’Asl, ma per la sua famiglia la sua “disabilità non è considerata un limite nel fare le cose, ma rappresenta la forza nel farle diversamente”. Golebiewski evidenzia che non è possibile fare online il biglietto per le persone disabili, ma bisogna andare di persona a ritirarlo, anche se gratuito. “Una giornata di divertimento per un bambino disabile costa il doppio rispetto agli altri e tutto ciò è vergognoso”, denuncia il padre. “Affranti e delusi ci siamo incamminati verso le attrazioni che presentavano già file chilometriche e per questo abbiamo iniziato a preoccuparci e sudare freddo. In queste occasioni – afferma l’amico di famiglia – gestire Lorenzo non è facile, chi conosce la condizione sa bene che tenere fermo un bambino autistico per più di 10 minuti è impossibile, tanto quanto tenerlo impegnato arginando l’ansia incontrollabile di arrivare a destinazione in un mare di folla, transitando in spazi ridottissimi e sotto un sole cocente. Questa è la ragione per cui Lorenzo”, continua Jacub, “piuttosto del biglietto, avrebbe avuto bisogno del braccialetto salta fila gratuito e sicuramente nessuno si sarebbe indignato né tantomeno impoverito”. Il suo commento finale della vicenda è amarissimo: “Un’altra occasione sprecata per far bella figura in un’Italia medioevale che ha messo all’angolo fragili e disabili, trasformando il divertimento per tutti in sofferenza solo per alcuni”.

A ilfattoquotidiano.it il papà di Lorenzo infine fa una considerazione più ampia sulle famiglie con figli autistici: “Ogni giorno dobbiamo affrontare la mancanza di comprensione sociale sulla condizione dei nostri ragazzi e ciò nonostante le famiglie lottano continuamente affinché questo muro venga abbattuto, dando a queste persone la possibilità di sperimentare, vivere nuove esperienze e stimolare quei sensi che potrebbero restituire importanti emozioni. Non è sufficiente riconoscere questa difficile condizione una volta l’anno nella Giornata della consapevolezza sull’autismo il 2 Aprile, istituita per sensibilizzare la comunità sui diritti delle persone autistiche, ma è indispensabile dare continuità alle iniziative in loro sostegno con attività inclusive concrete che alleggeriscano l’enorme peso impresso dalla disabilità”.