Calcio

Emanuele Filiberto lascia l’Aversa: “Colpa di 10 ultras, non parlano neanche italiano”. Poi fa marcia indietro: “Il comunicato non era mio”

È durata poco l’avventura di Emanuele Filiberto alla guida del Real Aversa, squadra del campionato di Eccellenza campana, rilevata dal principe negli scorsi mesi. O forse no. In un comunicato, poi ‘smentito’ dallo stesso principe, si annunciava l’addio con toni polemici e anche un attacco ai tifosi. Ma alcune ore dopo, Emanuele Filiberto ha ‘smentito’ la nota stampa attribuendola a un suo collaboratore e si è detto “incazzato” per le parole durissime utilizzate nei confronti degli ultras.

Tutto inizia dopo la contestazione durante il match perso 4-1 contro la Puteolana, definita “inaudita” in un comunicato del club “soprattutto alla luce dei sacrifici sostenuti l’anno scorso e che continuiamo a sostenere”. L’attacco è rivolto soprattutto agli ultras del club campano, retrocesso dalla Serie D nella passata stagione e attualmente ultimo in classifica dopo 4 giornate nelle quali ha incamerato altrettante sconfitte: “Dopo l’incontro di due ore avuto la settimana scorsa con una delegazione della tifoseria e con gli ultras, reputiamo strumentale e del tutto fuori luogo ricevere attacchi e contestazioni”. La società spiega di aver avuto in mente di rinforzare la squadra. E invece è partita la contestazione “andando nel personale, con frasi volgari ed ingiuriose”. Un comportamento “inaccettabile e vergognoso”.

Da qui la decisione – annunciata nel comunicato – di lasciare il titolo nelle mani del sindaco, poiché il club non ha “alcuna intenzione di avere a che fare con quei 10 pseudo ultras che oggi hanno dato sfogo a tutta la loro frustrazione, senza tener conto di non essere neanche in grado di formulare in italiano una frase di senso compiuto”. L’attuale proprietà – era scritto – garantirà solo la gestione ordinaria fino al 30 novembre. Senza offerte entro quella data, è l’annuncio, “ritireremo la squadra dal campionato”. E fino a quella data, tra l’altro, la società ha deciso che disputerà tutti i match casalinghi allo stadio Papa a porte chiuse.

Nel pomeriggio, in un’intervista a La Repubblica, Emanuele Filiberto ha però fatto marcia indietro, offrendo un’altra ricostruzione: “Il comunicato è stato scritto da Lorenzo Ragosta, amministratore unico del Real Aversa. Io non c’entro nulla. Non mi occupo dell’Aversa in prima persona, come invece faccio col Savoia che, con il Portici, compone il terzetto di squadre che controlliamo”.

Pur confermando le “minacce vere, oltre ai soliti cori contro la proprietà” nei confronti di Ragosta, Emanuele Filiberto ha confermato che l’avventura prosegue: “Andrò avanti se avrò il sostegno della piazza, con comportamenti degni e civili. Non possiamo mica fare beneficenza e prendere anche gli insulti”. E per la frase discriminatoria sull’uso corretto dell’italiano, aggiunge: “Questo mi fa incazzare. Non è un comunicato firmato da me, ripeto. Non mi sarei mai permesso di scrivere una cosa simile. Sono il primo a parlare male l’italiano, dopo trent’anni di esilio. Anche per questo non vado mai sul personale”.