La transizione energetica è, anche, una corsa all’oro. D’oro possono diventare i terreni scelti per ospitare i nuovi impianti per la produzione di energia pulita. Lo dimostra la storia della grande centrale fotovoltaica che Acea Solar – controllata di Acea Spa – si appresta a insediare a Ussana, nel comune di Bolotana, paesino da meno di 2500 anime in provincia di Nuoro. Un investimento da oltre 55 milioni di euro che entro il primo semestre del 2024 mira ad attivare 159.012 pannelli solari, sparsi su una superficie di oltre 140 ettari, per una potenza installata di circa 85 MW. I lavori non sono ancora cominciati, ma a regime la centrale – la più grande della Sardegna e una delle più estese d’Italia – promette di produrre energia per 170 GWh/anno, «pari al fabbisogno annuale di circa 50.000 nuclei familiarie corrispondente a più di 70 mila tonnellate di CO2 evitata all’anno», ha spiegato Acea.
Parte dei terreni dove sorgerà, oltre 80 ettari, hanno visto esplodere il loro valore. Acquisiti nel 2014 per 100 mila euro, sei anni dopo sono stati proposti ad Acea Solar in concessione per trent’anni dietro un corrispettivo di oltre 42 milioni di euro. Due anni dopo, nel 2022, l’affare è stato siglato davanti a un notaio. I terreni in questione sono di proprietà dell’avvocato Rinaldo Lai e delle sue due sorelle, Maria Assunta e Caterina, che li hanno ricevuti in eredità dal padre, Carmelo Domenico Lai, deceduto nel 2017.
IN PRINCIPIO FU LA SIR DI ROVELLI – La storia di questi pezzi di terra brulla al centro della Sardegna, trasformati in oro dalla svolta verde, è travagliata. Per una cinquantina d’anni sono stati al centro di un’intricata diatriba che ha visto tra i protagonisti anche il Consorzio Bancario SIR Spa, impegnato nella liquidazione del gruppo industriale guidato dal finanziere Nino Rovelli, noto anche per il famoso processo Imi-Sir che ha portato fra l’altro alla condanna dell’avvocato e parlamentare berlusconiano Cesare Previti per corruzione in atti giudiziari. In base ai documenti che Fq MillenniuM ha potuto consultare, quegli appezzamenti sono passati dalle mani di numerose società prima di finire nell’orbita del gruppo di Rovelli.
Le carte ripercorrono le battaglie legali che il Consorzio delle banche creditrici di Sir, allora in liquidazione, ha dovuto sostenere contro chi su quelle lande remote rivendicava l’usucapione, cioè l’acquisizione della proprietà dopo un certo numero di anni di occupazione priva di titoli. Paludi giudiziarie che nel 2013 avevano spinto il consorzio ad accordarsi con le controparti perché, secondo quanto messo a verbale il presidente nel Consiglio di amministrazione di Ligestra spa, liquidatrice del consorzio, il 12 marzo 2014, “la proposizione di appello è considerata dai legali sconsigliabile, essendo l’esito legato all’attendibilità dei testi fortemente influenzabili in un contesto ambientale condizionante”. In primo grado il giudice aveva dato torto al Consorzio e lo aveva condannato a rifondere 12 mila euro di spese legali.
L’AVVOCATO NON RISPONDE – Da qui la decisione conciliare con Carmelo Domenico Lai, uno dei pretendenti alle terre, cedendogli 70 ettari di quei terreni per 100 mila euro, più 12 mila di spese legali, cessione realizzata il 5 maggio 2014. Alla morte di Carmelo Domenico, i terreni passano agli eredi. Il 20 gennaio 2020 l’avvocato Lai e le sorelle firmano il preliminare per la costituzione del diritto di superficie in favore di Acea Solar, e il 28 luglio 2022 l’affare viene concluso: il canone per la concessione trentennale su 85 ettari di terreni è di 42,85 milioni di euro e spiccioli. Come si legge nel contratto, il canone riconosciuto da Acea è di 14.437,82 euro a ettaro, versato in rate annuali da 1.428.349,50 euro, ai quali si aggiungono ulteriori 200.000 euro l’anno forfettari. Nel preliminare siglato da Lai e Acea il 18 febbraio 2020 si legge anche che si riconosceva al penalista un bonus da 350.000 euro «quale anticipo per il supporto che la Promittente Concedente (cioè Lai, ndr) si impegna a fornire per l’ottenimento del preventivo di connessione e dell’autorizzazione unica (documento fondamentale per poter realizzare la centrale, ndr)». Ma non è finita: a Lai Acea ha dato ulteriori «207.800 euro a fondo perduto, quale risarcimento per la messa a disposizione dei terreni per il periodo necessario all’ottenimento dell’autorizzazione».
Il legale non è il solo a beneficiare del progetto: Acea ha affittato anche quelli confinanti, riconoscendo però canoni più contenuti ai due proprietari. Ad Antonello Butto, per i suoi 37 ettari, verserà 7.358 l’anno euro a ettaro, mentre a Renzo Carboni (17 ettari), soli 4.500 euro, cifra quest’ultima in linea con la media di mercato per le concessioni sul fotovoltaico, che vanno dai 3.500 ai 4.500 euro per ettaro.
FQ MillenniuM ha chiesto un commento ai protagonisti dell’affare. Acea ha risposto che «le informazioni relative ai terreni attengono a contrattazioni di natura esclusivamente privatistica e presentano, come di consueto, vincoli di riservatezza che non consentono alle parti la divulgazione di contenuti». L’avvocato Lai, raggiunto al telefono, rifiuta di rispondere a qualsiasi domanda: «Non parlo con la stampa di queste cose».
POLITICA E INCHIESTE – Rinaldo Lai è un penalista noto in Sardegna, con studio a Nuoro. In tribunale ha difeso fra gli altri Maria Grazia Vivarelli, già giudice del Consiglio di Stato ed ex capo di gabinetto del presidente della Regione, il sardista-leghista Christian Solinas, nel processo che l’ha vista accusata e poi condannata in primo grado il 3 ottobre 2022, con rito abbreviato, a 2 anni e 8 mesi per abuso d’ufficio.
Ed è sempre a Lai che affidano i propri destini processuali Piero Guiso e Tore Serra, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro (Cip), che è un altro importante protagonista delle vicende legate alla nuova centrale di Acea Solar. Nel 2019 i due vengono arrestati nell’inchiesta “Il sistema”, incentrata su una serie di appalti del Consorzio pilotati, secondo gli inquirenti, in favore di un costruttore calabrese, Tonino Marchio, per oltre 2,5 milioni di euro. Una vicenda giudiziaria ancora aperta, che vedrà a ottobre la prima udienza presso il tribunale di Nuoro, dove Guiso e Serra dovranno rispondere delle accuse di istigazione alla corruzione, turbata libertà di procedimento di scelta del contraente, istigazione alla corruzione.
Negli anni nei quali erano stati alla guida del Cip, allo studio Lai erano stati affidati numerosi incarichi, molti dei quali finiranno in seguito sotto la lente dei revisori contabili dell’ente. Uno in particolare attirerà l’attenzione dei revisori contabili, che sottolineeranno come Serra abbia proposto “a voce” a Lai di patrocinare il Consorzio in una controversia dove lo stesso era anche l’avvocato della controparte. “L’assegnazione di un incarico legale a supporto dell’attività del Consorzio, al rappresentante della controparte del Consorzio stesso, nella medesima procedura, a parere del Collegio, individua, una situazione di conflitto d’interessi in capo al legale stesso”, scriveranno nella loro relazione).
LA DESTRA NOMINA L’EX PD (POI ITALIA VIVA E AZIONE) – Lo studio Lai difende anche i due manager nel processo penale, insieme all’avvocato Giuseppe Luigi Cucca. Un nome di peso nella politica sarda: ex uomo forte del Pd nell’Isola, senatore per due legislature, poi confluito in Italia Viva e recentemente approdato ad Azione. Un passato che non ha impedito al presidente di centrodestra Christian Solinas, il 20 febbraio 2023, di nominarlo segretario generale della Regione. Una nomina naufragata dopo soli quattro giorni, per le proteste della maggioranza di centrodestra.
Nel 2019 Serra e Guiso sono finiti ai domiciliari e, soprattutto, sono stati dichiarati decaduti da ogni incarico del Consorzio, che è stato commissariato dalla Regione. Ma cosa c’entra il Consorzio industriale provinciale di Nuoro con questa storia? Ha giocato un ruolo fondamentale nell’iter di approvazione dell’intero progetto. È stato il proprio il Cip a decidere che i 140 ettari di Lai, Butto e Carboni erano l’unico insediamento possibile per i pannelli in tutto il territorio provinciale. Tanto da decretare “l’essenzialità” della centrale e la “non localizzabilità in altro luogo” dell’impianto, come richiesto dalla stessa Acea al Consorzio con una missiva datata 23 marzo 2020.
VINCOLI AMBIENTALI – Un passaggio necessario, perché senza quella dichiarazione, su buona parte di quei terreni non si sarebbe potuto costruire nulla, essendo gravati da stringenti vincoli ambientali e idrogeologici. Sono, infatti, «zone sottoposte a forte vincolo ambientale, perché ricomprese nel Sito di interesse comunitario Zps (Zona di Protezione Speciale) Altopiano di Abbasanta, istituito da Regione Sardegna per la salvaguardia degli habitat che ospitano gli ultimi esemplari europei di Gallina Prataiola (Tetrax tetrax)», spiega la ex sindaca di Bolotana, Annalisa Motzo, «Altre porzioni dell’area sono invece classificate ad altissimo rischio idrogeologico (4° livello su una scala di 5), essendo terreni prospicienti al corso del fiume Tirso, soggetti a periodiche inondazioni, dove, secondo il vigente Piano idrogeologico, non si poteva costruire alcun tipo di infrastruttura».
Off limits per tutti, quindi, a meno che non fosse intervenuta una deroga, una dichiarazione di “essenzialità” e “non localizzabilità”. Come quella emanata dal Consorzio che ha anche permesso di superare le numerose obiezioni mosse in sede di Conferenza di Servizi (dove il progetto di Acea fu duramente criticato sia dai Comuni che dai funzionari regionali). «La volontà comunale è stata scavalcata», attacca Motzo, «quell’impianto era da vietare. Quella dichiarazione che, per legge, avrebbe dovuto dare il Comune di Bolotana – sostiene l’ex sindaca – io mi sono sempre rifiutata di firmarla», aggiunge. Ottenuta la dichiarazione, è arrivato il via libera definitivo alla centrale con la delibera regionale 48/74 del 10 dicembre 2021, che prevede alcune prescrizioni ambientali e di sicurezza.
I GUAI DEL CONSORZIO – Ma anche su questo fronte l’iter è stato tutt’altro che semplice. Anche la commissaria del Cip, Pietrina Lecca, subentrata ai vertici arrestati, si era detta da subito contraria alla centrale di Bolotana. Un «no» motivato anche dal grande caos che aveva trovato nel Consorzio, dove, come certificato dalle relazioni di Regione Sardegna, non esisteva un Registro di Protocollo degli atti; molti passaggi amministrativi non erano mai stati documentati; i verbali del Cda erano fermi al 2012 e privi di pagine. Una situazione nota in Regione, tanto che ben tre direttori generali dell’assessorato all’Industria erano intervenuti con documenti ufficiali (prima di essere tutti rimossi dall’incarico, uno dopo l’altro).
Uno in particolare, Alessandro Naitana, aveva preso posizione direttamente contro Lai, sostenendo che il legale non potesse patrocinare il Consorzio, essendo in potenziale conflitto di interessi in quanto proprietario dei terreni «per i quali sono in corso le procedure finalizzale al rilascio, da parte di codesto Consozio, (..) della dichiarazione (…) per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica fotovoltaica».
ARRESTATI E REINTEGRATI – Ma anche l’opposizione della commissaria dura poco: al termine del periodo di custodia cautelare durato sei mesi, a processo ancora da celebrare, prima il direttore Serra e poi il presidente Guiso hanno chiesto di essere reintegrati nei loro ruoli. Serra ha riottenuto il suo posto (dove siede tutt’oggi), nonostante la Commissaria lo abbia licenziato per giusta causa il 13 giugno 2020. Il secondo ha riconquistato la libertà il 12 giugno 2020, e il 15 ha comunicato alla Regione di voler tornare alla guida del Cip. Una richiesta che aveva messo i vertici regionali davanti a un bivio: continuare col commissario o reintegrare l’ex presidente inquisito? Per l’ufficio legale e Naitana il reintegro era fuori questione, tanto che il direttore generale aveva preparato una delibera che confermava il commissariamento. Il presidente Solinas è stato di avviso contrario: nella tarda serata di quello stesso 15 giugno ha riunito una giunta straordinaria con un solo punto all’ordine del giorno: il reintegro dell’ex presidente, poi approvato all’unanimità.
A dare il via libera alla centrale di Ottana è stato poi il suo successore, Gianni Pittorra, funzionario del PSd’Az, l’uomo scelto da Solinas per sistemare le cose al Cip allo scadere dell’incarico di Guiso.
L’inchiesta è stata pubblicata su FQ Millennium, n. 71, Settembre 2023