Il primo buco nero mai fotografato dall’umanità ruota come una trottola. La scoperta arriva da un team internazionale di ricercatori guidato dallo Zhejiang laboratory in Cina, che ha osservato come l’oggetto celeste supermassiccio all’interno della galassia Messier 87 (M87) emetta dei getti che oscillano con un moto ricorrente lungo 11 anni e un’angolazione di 10 gradi. Si tratta della prima conferma sperimentale di una delle caratteristiche più importanti dei buchi neri, tra gli oggetti più misteriosi del cosmo ancora difficili da comprendere.
Il team di ricercatori composto da un gruppo di giapponesi, cinesi, spagnoli ma anche italiani dell‘Università di Bologna e dell’Istituzione nazionale di astrofisica (Inaf), ha setacciato oltre 20 anni di dati di osservazione provenienti da radiotelescopi sparsi in tutto il mondo, per svelare un ciclo ricorrente nel movimento di precessione della base del getto di plasma del buco nero di M87. A stimolare la curiosità dei ricercatori e ad aprire la strada a questa scoperta è stato un piccolo dettaglio: il getto di particelle espulse dal buco nero nella sua ultima rilevazione sembrava avere un verso opposto a quello registrato nel 2017. Da qui gli scienziati hanno analizzato meticolosamente le rilevazioni dal 2002 dell’oggetto cosmico supermassivo ritenendo “inequivocabile” che ruoti su sé stesso.
Secondo quanto osservato, l’asse di rotazione del buco nero centrale non è perfettamente allineato con il disco di materia che lo circonda. Il disallineamento tra queste due porta a uno strascico nello spazio-tempo che stimola l’oscillazione del getto di plasma, creando un fenomeno giustificato dalla teoria della relatività di Einstein nel caso di un buco nero che ruota attorno al suo asse. Come dichiarato dagli esperti all’interno della ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature, “individuare questa precessione fornisce prove inequivocabili che il buco nero supermassiccio dentro a M87 sta roteando”. Non è ancora conosciuta la velocità a cui gira né come poter usare questa informazione per scoprire di più sui buchi neri. Per questo, spiegano gli esperti, serviranno ulteriori anni di studio.
“Si tratta della prima testimonianza sulla base di osservazioni che dimostra che i buchi neri non solo ruotano, ma lo fanno con un’inclinazione“, ha commentato a proposito della scoperta l’astrofisico Gou Lijun dell’Osservatorio astronomico nazionale di Pechino al South China Morning Post. “Una scoperta simile è stata possibile grazie all’accumulo di lungo periodo e all’osservazione attenta di dati, cosa che mostra quanto è importante che telescopi e astronomi lavorino insieme per migliorare la nostra comprensione dell’universo”, ha continuato. Anche Marcello Giroletti, ricercatore presso l’Inaf di Bologna e tra gli autori della pubblicazione, ha spiegato in un commento per Unibo Magazine: “Questa scoperta è molto importante, perché prova che il buco nero supermassccio al centro di M87 è in rotazione su sé stesso con grandissima velocità. Questa possibilità era stata ipotizzata proprio sulla base delle immagini ottenute con EHT ma ora ne abbiamo una dimostrazione inequivocabile”.
Il buco nero supermassiccio nel cuore della galassia M87 si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra ed è 6.5 miliardi di volte più grande del sole. È stato il primo buco nero a essere mai immortalato dagli esseri umani grazie ai dati raccolti dal progetto Event Horizon Telescope (Eht).