I sospetti e le accuse di corruzione hanno già indotto Zelensky a riorganizzare i funzionari ad alti livelli, tanto nei ministeri quanto in altre strutture del governo centrale, e in tempi più recenti a sostituire il responsabile della Difesa, seguito a stretto giro da sei viceministri dello stesso dicastero. Anche perché, per continuare a raccogliere il sostegno di Europa e Stati Uniti, Kiev deve garantire sensibili progressi agli alleati occidentali nella lotta alla corruzione, per la quale l’Ucraina si colloca al 122° posto in una lista di 180 Paesi nell’indice di Trasparency International.
E ora arriva anche un documento a certificare quanto questa piaga, che per l’89% dei cittadini ucraini rappresenta il “principale problema” del Paese dopo la guerra, possa “mettere in pericolo la fiducia del pubblico e dei leader stranieri nel governo in tempo di guerra”. Riflessioni che arrivano da un documento “riservato ma non classificato” direttamente da Washington, scrive Politico, nel quale si elencano i passi chiesti dagli Stati Uniti per riforme tese a contrastare la corruzione, che Kiev non può rimandare pena un progressivo “abbandono” da parte dei partner strategici per la controffensiva. Al centro le priorità da raggiungere: dalla privatizzazione delle banche all’insegnamento dell’inglese a scuola, passando per la pressione nei confronti delle forze armate per adottare i protocolli della Nato.
Già il mese scorso il dipartimento di Stato aveva pubblicato un documento sulle riforme in Ucraina, ma non vi erano i termini severi adottati in questa versione riservata. Questo prova la difficoltà in cui si trova l’amministrazione Biden, che da una parte vuole che Kiev avvii un’azione più decisa contro la corruzione, ma dall’altra non può pubblicizzare troppo questa posizione per non alimentare ulteriormente chi vuole ridurre o fermare del tutto il sostegno a Kiev, chiedendo una verifica sugli aiuti finora dati. Come i repubblicani che, non a caso, hanno tenuto fuori i fondi all’Ucraina dalla risoluzione approvata per scongiurare lo shutdown.
Gli Usa, ha spiegato una fonte a Politico, hanno avviato “dietro le quinte” una “serie di colloqui franchi” sul tema corruzione: ad esempio, all’inizio di settembre il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan ha incontrato una delegazione delle istituzioni ucraine che lavorano per sradicarla. E come rivelano altre fonti, l’amministrazione Biden sta parlando della possibilità di condizionare futuri aiuti economici a “riforme per contrastare la corruzione e rendere l’Ucraina un posto più attraente per gli investimenti privati”. Al momento, però, la situazione a Kiev continua a destare preoccupazione, proprio come svela il documento.