“Un provvedimento giudiziario in materia di protezione internazionale, emesso da un magistrato della sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Catania, è oggetto fin da ieri di dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza parlamentare e dell’esecutivo che, per modi e contenuti, si traducono in autentici attacchi all’autonomia della magistratura“. Inizia così il documento che i consiglieri togati del Csm hanno sottoposto al Comitato di presidenza per chiedere “con la massima urgenza” l’apertura di una pratica a tutela “dell’indipendenza e del prestigio” di Iolanda Apostolico, la giudice di Catania che ha disapplicato il decreto Cutro sull’immigrazione.

Le firme in calce sono 13: hanno aderito i sette eletti progressisti di Area (Marcello Basilico, Genantonio Chiarelli, Tullio Morello, Mariafrancesca Abenavoli, Maurizio Carbone, Antonello Cosentino) e Magistratura democratica (Mimma Miele), gli indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda e i quattro “moderati” di Unità per la costituzione (Marco Bisogni, Michele Forziati, Roberto D’Auria e Antonino Laganà). Non hanno voluto firmare, invece, i sette eletti della corrente conservatrice, Magistratura indipendente, che negli ultimi tempi ha assunto posizioni molto vicine al governo e alla maggioranza di centrodestra: nonostante l’eliminazione del riferimento alla premier Giorgia Meloni, presente nella prima bozza del documento e cancellato per facilitare l’adesione, il gruppo più numeroso di palazzo dei Marescialli si è tirato fuori.

La richiesta cita comunque testualmente le dichiarazioni contro la giudice arrivate dalla presidente del Consiglio, ma anche quelle del senatore di Forza Italia ed ex ministro Maurizio Gasparri: “A prescindere da ogni valutazione nel merito dell’atto in questione, l’accusa ai magistrati, con riferimento al contenuto di un provvedimento giurisdizionale, di essere “nemici della sicurezza della Nazione (…) un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico“, e di scagliarsi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto” pone in discussione la funzione stessa della giurisdizione in uno Stato di diritto. Nel contempo queste dichiarazioni, realizzando una grave delegittimazione professionale del giudice estensore dell’ordinanza, espongono lo stesso a indebiti attacchi mediatici aventi a oggetto la sua sfera personale“.

“Per queste ragioni i sottoscritti consiglieri chiedono, con la massima urgenza, l’apertura di una pratica a tutela”, si legge nell’atto. A decidere sull’apertura della pratica sarà il Comitato di presidenza, composto dal vicepresidente dell’organo Fabio Pinelli (membro laico eletto in quota Lega) dalla prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, di Magistratura indipendente, e dal procuratore generale presso la Suprema Corte Luigi Salvato, di Unicost.

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