L’infettivologo Massimo Galli, ex primario del Sacco in pensione e volto noto nelle fasi più drammatiche della pandemia Covid, è stato rinviato a giudizio per falso e una imputazione alternativa tra turbativa d’asta e abuso d’ufficio, assieme al suo ex collaboratore Agostino Riva per uno dei filoni dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale di Milano.
A emettere il decreto di rinvio a giudizio il giudice per l’udienza preliminare Livio Cristofano che ha accolto anche patteggiamenti per altri due imputati. Il processo inizierà il 13 dicembre davanti alla X penale. Lo stesso gup il 12 luglio aveva prosciolto Francesco Auxilia, uno dei docenti della Facoltà di medicina della Statale di Milano, in quell’occasione era stato scagionato anche un altro imputato. Auxilia era accusato di aver favorito un candidato, Gianguglielmo Zehender, per la poltrona di docente di ruolo di prima fascia, posto “bandito con decreto” del 24 aprile del 2020. Per questo episodio avrebbe agito in concorso anche con Massimo Galli, la cui posizione per tale capo di imputazione era stata archiviata. Galli risponde di un solo episodio di turbativa d’asta e falso in concorso.
Contestazioni ridimensionate – Nei confronti di Galli, nell’inchiesta coordinata dai pm Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario, rispetto a quelle originarie le contestazioni erano state ridimensionate ed era rimasto solo un episodio di turbativa e falso per un concorso. Oggi il gup ha deciso di mandare a processo l’ex primario e Riva per falso e per una “imputazione alternativa” di turbativa d’asta o abuso d’ufficio. Nel dibattimento, poi, saranno i giudici a stabilire l’eventuale responsabilità o meno degli imputati e per quale dei due reati.
Galli, assistito dai legali Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, in aula stamani ha rilasciato dichiarazioni davanti al giudice per rivendicare, in sostanza, la correttezza del suo operato e anche la sua storia professionale. Riva, suo stretto collaboratore, risultò il candidato vincente nel 2020 di un concorso per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente. Secondo l’accusa, Galli sarebbe intervenuto, come emerso dagli atti, come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati”: in questa veste avrebbe attestato che il “prospetto” con i “punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale” nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020 mentre, secondo gli accertamenti, sarebbe stato “concordato” solo dopo. Per l’accusa, sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i “punteggi”. Chi si era visto penalizzato, ossia Massimo Puoti del Niguarda, aveva comunque manifestato, dopo la notizia dell’indagine, la “massima stima” nei confronti di Galli.
Gli altri professori coinvolti – Per la vicenda sono finiti nei guai anche Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma e difeso da Caterina Fatta, e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo, componenti della commissione giudicatrice. Entrambi hanno patteggiato per falso una pena pecuniaria di circa 8mila euro. In una delle altre tranche dell’indagine due imputati, tra cui il docente della Statale Francesco Auxilia, sono stati prosciolti a luglio in udienza preliminare. In un altro filone, invece, sono già stati mandati a processo Elio Franzini ed Enrico Felice Gherlone, rettori rispettivamente dell’Università Statale di Milano e dell’Università Vita-Salute del San Raffaele.