“Questo spirito di rinnovamento costituisce l’essenza stessa dell’imprenditorialità e non è mai una critica del passato, ma una visione sempre orientata al futuro”. Così la holding della famiglia Del Vecchio, Delfin, ha scoperto le carte annunciando la presentazione di una lista di 5 candidati per il rinnovo consiglio di amministrazione di Mediobanca. Non in concorrenza, si dice, ma a completamento di quella presentata dagli amministratori uscenti guidati da Alberto Nagel e Renato Pagliaro, che tirano le fila di Piazzetta Cuccia dall’uscita di scena di Vincenzo Maranghi, avvenuta ormai 20 anni fa.

“La lista viene proposta con l’obiettivo di collaborare con tutti i membri del Consiglio e offrire un contributo alla realizzazione del Piano Industriale – si legge a tal proposito nella nota di Delfin -. La lista di minoranza non ha intenti competitivi nei confronti della lista di maggioranza del management, ma avrà l’obiettivo di portare il valore di un cambiamento costruttivo all’interno del Board”. Che pure, ricandidando Nagel e Pagliaro e sostituendo in pratica i consiglieri che hanno superato i limiti di età, non sembra essere particolarmente interessato ai cambiamenti e meno che mai alle collaborazioni. Ma si vedrà in assemblea, a fine mese, cosa ne pensano i soci.

Delfin per il cda di Mediobanca candida l’ex top manager delle Generali Sandro Panizza, la professoressa Sabrina Pucci, già consigliere del Leone di Trieste in quota Del Vecchio-Caltagirone, l’amministratore delegato di Illy, Cristina Scocchia, l’ex segretario della Fondazione Crt Massimo Lapucci e il presidente di Covivio, dell’immobiliare del gruppo Del Vecchio, Jean Luc Biamonti.

La lista non indica un presidente e un amministratore delegato, evitando in tal modo un richiamo da parte della Banca Centrale Europea, si ricollega allo “spirito imprenditoriale che ha sempre animato il sistema economico italiano, e che il fondatore di Delfin Leonardo Del Vecchio ha impersonificato nella sua forma più alta e nobile”. La holding guidata da Francesco Milleri “intende rappresentare questa visione, nell’interesse di tutti gli investitori, favorendo un processo di rinnovamento strategico e tecnologico in forza dalla complementarietà delle competenze e dei valori espressi dalla lista proposta”.

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