di Alessio Andreoli

Il mondo del lavoro dovrebbe fare un profondo esame di coscienza ed abbandonare certe pratiche messe in atto negli ultimi decenni al solo scopo di aumentare gli utili. Parlo del fatto che oramai da tempo la cosiddetta professionalità è diventata una merce rara e introvabile indipendentemente da quanto può essere pagata, professionalità ovviamente improponibile o introvabile a fronte di stipendi da fame o contratti a termine che non danno nessuna sicurezza per il futuro. Molte aziende fanno ricorso ai contratti a termine facendo ruotare sempre nuovi dipendenti sulla la stessa posizione di lavoro. Dipendenti che non sono assunti direttamente ma attraverso le oramai famose Agenzie del lavoro.

Questi operai, scaduto il breve contratto vengono lasciati a casa da un giorno all’altro molto spesso senza neanche una spiegazione plausibile semplicemente perché la spiegazione non c’è ed è solo ed esclusivamente una questione di comodo che permette di aumentare gli utili oltre ad ottenere un atteggiamento di sottomissione e totale disponibilità in cambio di promesse di assunzione a tempo indeterminato che non saranno mai mantenute.

Un’altra pratica per risparmiare è non fare nessun affiancamento a chi, ricoprendo magari una posizione che richiede alta professionalità, se ne andrà in pensione o si sta abbandonando la ditta. Generalmente l’azienda conosce in anticipo quando questo avviene (obbligo di preavviso) ed invece di approfittarne per fare un affiancamento che permetterà un logico trasferimento di competenze ed esperienza ad altri, approfitta per abolire la posizione distribuendo gli incarichi ai colleghi del futuro pensionato o cercare qualcuno da assumere con uno stipendio assai più basso ma che ovviamente non potrà avere le adeguate e necessarie competenze.

Molto spesso si assiste anche ad annunci di ricerca di personale super specializzato con una lunga e specifica esperienza nel settore a cui vengono proposti compensi da stagista o addirittura contratti a termine, per capirci mi riferisco ad esempio a saldatori con patentino, conduttori di caldaie a vapore, operatori di macchine a controllo numerico per la lavorazione dei metalli o tecnici specializzati nei sistemi CAD-CAM (produzione assistita da computer).

C’è stato un momento in cui le aziende consideravano importante fidelizzare i dipendenti proprio per usufruire al massimo della loro esperienza e professionalità, professionalità su cui l’azienda stessa nel tempo aveva investito in diverse modalità. Adesso non è più così e una conseguenza diretta e molto grave di questo sono anche i numerosi infortuni sul lavoro che purtroppo a volte sono vere e proprie tragedie perché mortali. Un’altra conseguenza ricade direttamente sui clienti del prodotto finito che pur costando di più, spesso non rispecchia le caratteristiche decantate dalle etichette o dalle pubblicità.

Un aiutino a tutte queste cattive pratiche viene anche dalla obsolescenza programmata di certi prodotti che non possono essere riparati, ma questo è un argomento che va affrontato a parte anche perché ho la netta impressione che anche il settore dell’automotive sia malato di obsolescenza programmata.

Su una cosa però sono davvero bravi e imbattibili alcuni capitani di industria, sono specializzati nel lamento ed invece che focalizzarsi su come risolvere in azienda il problema della carenza di figure professionali con investimenti e politiche lungimiranti preferiscono lamentarsi, ridurre nei bilanci i costi delle manutenzioni, i costi per attuare politiche di fidelizzazione dei dipendenti ed i costi per la formazione e l’affiancamento. Temo che non sia una gestione cieca interpretabile con il proverbio: “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, il proverbio che qua in Veneto più descrive questo quadro è : “te vol ovo galina e cul caldo!”, traduzione : “vuoi l’uovo, la gallina ed il culo caldo”, praticamente vuoi tutto senza nessun sforzo o impegno da parte tua.

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