Con un orizzonte di legislatura “si possono cadenzare gli interventi, si può fare una strategia, le priorità sono molte e le risorse sono poche”. La presidente del consiglio Giorgia Meloni, dal festival delle Regioni di Torino, risponde alle critiche sui presunti tagli alla sanità ripetendo ancora una volta che i soldi a disposizione per la manovra – ancora in fase di preparazione – sono pochi e bisognerà fare delle scelte. La sanità sarà tra le priorità – insieme a “sostegno ai redditi, famiglie che mettono al mondo dei figli e se possiamo rafforzare ancora di più le pensioni più basse” – ma è “miope“, dice, “concentrare tutta la discussione sull’aumento o meno delle risorse”, serve “un approccio più profondo”, con una riflessione “anche su come le risorse vengono spese. Non basta necessariamente spendere di più” se poi “le risorse venissero utilizzate in modo inefficiente”.
Poi un’apertura al confronto. Non con le opposizioni ma perlomeno con i presidenti di regione preoccupati dalle prospettive per il prossimo anno, “per capire quali siano le modalità migliori per perseguire questo obiettivo, nella condizione in cui siamo chiamati ad operare. Io credo che l’obiettivo principale sia la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, consapevoli che ci muoviamo in contesto molto complesso che è caratterizzato da elementi che rendono la materia sempre più difficile da affrontare. E allora io credo che la sfida, da affrontare insieme, sia questa. Sono pronta a fare insieme questo lavoro e certa che avremo al nostro fianco regioni e province autonome”.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci, anche lui al Festival, ha chiesto durante l’estate che per il 2024 siano appostati in manovra almeno 3-4 miliardi. “Il nostro servizio sanitario nazionale è un patrimonio che va difeso nell’interesse di tutti e per questo stiamo operando”, ha detto. “I problemi ci sono: per prima cosa dobbiamo rimettere al centro del dibattito i malati, i pazienti e i cittadini che chiedono sanità e ai quali dobbiamo dare delle risposte e su questo il target più importante è rappresentato dal problema annoso ed odioso delle liste di attesa“. Dall’altra parte “ci sono gli operatori sanitari che abbiamo in qualche modo esaltato durante il periodo del Covid e che oggi ci chiedono di essere protagonisti in un Sistema sanitario che dia loro soddisfazioni dal punto di vista economico e anche dal punto di vista lavorativo. Lo sforzo deve andare in questa direzione: premiare economicamente e con percorsi di carriera più agili gli operatori del servizio sanitario pubblico ma soprattutto finalizzare le risorse oltre che a pagare meglio gli operatori, a far sì che questi stessi operino per ridurre le liste di attesa”.