Cronaca

Messina, l’accusa al rettore: “Ha incassato oltre 2milioni e 200mila euro di rimborsi”. La replica: “Normali spese per acquisti di ricerca”

Oltre 2 milioni e 217mila euro incassati come rimborsi dal magnifico rettore di Messina e presidente della Crui, Salvatore Cuzzocrea. Somme che secondo chi accusa sono state percepite dal 2019 al 2023. A denunciarlo è stato Paolo Todaro, componente del senato accademico messinese, che con una lettera ha informato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il collegio dei revisori dei conti dell’ateneo, oltre a presentare un esposto alla guardia di finanza e alla Procura di Messina, alla Corte dei Conti e all’Anac. “Sono sereno e tranquillo – ha replicato Cuzzocrea a ilfattoquotidiano.it -, non faccio i rimborsi in quanto rettore, ma solo sui fondi di ricerca, finanziamenti che ho trovato e ho prodotto 262 lavori in 5 anni. È una polemica elettorale, nata perché ci sono le elezioni per il rinnovo del rettore”.

Faraonici rimborsi – Spulciando gli atti dell’amministrazione trasparente del sito dell’ateneo, il componente del senato accademico segnala che le somme sarebbero di circa “40.324,44 euro al mese” ovvero “1.920,21 euro al giorno, esclusi i sabati e le domeniche”. Nella lettera indirizzata ai ministri e collegio di revisori, si legge che durante il rettorato di Cuzzocrea “la dinamica dei rimborsi ha avuto un crescendo sistematico: da 157.327 euro nel 2019, una media di 13.110 euro di rimborsi al mese, fino ad arrivare nel 2022 alla cifra di 828.465 euro, con una media di 69mila euro di rimborsi al mese”. “I rimborsi milionari riguardano spese fatte dal professore Cuzzocrea per una molteplicità di acquisti – ha spiegato Todaro a ilfattoquotidiano.it -, materiali per attività di ricerca e di laboratorio, giornali e riviste, manutenzione ordinaria e riparazioni di attrezzature, carta, cancelleria e stampati, missioni e trasferte, servizi di rappresentanza, quote di associazioni e servizi non altrimenti classificabili, che potrebbero rappresentare qualsiasi tipologia di spesa”. “La voce che assorbe la parte più significativa delle risorse è relativa ai materiali per attività di ricerca e di laboratorio – aggiunge Todaro – durante tutto il periodo 2019-2023, i pagamenti complessivi sono oltre 1 milione e 500mila euro, che equivale al 70% dei rimborsi totali effettuati a vantaggio del rettore Cuzzocrea”.

“Sono attività di ricerca” – “Sono normali rimborsi di spese per acquisti di ricerca, in linea con il regolamento, sono fondi di ricerca, ho prodotto 262 lavori, e con me lavorano 30 persone – ha precisato il rettore Cuzzocrea a ilfattoquotidiano.it -, Stanford ha detto che sono il ventesimo al mondo. Ho dato già mandato ai miei legali, non ho altro da dichiarare”. Nel frattempo, il presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Ateneo, Andrea Giordano ha precisato in risposta alla lettera presentata da Todaro che il collegio “darà corso ai dovuti accertamenti, nei limiti delle proprie istituzionali competenze, precisando che le spese dell’ateneo sono oggetto di costante monitoraggio, sia in sede di verifiche trimestrali di cassa sia di accertamenti prodromici all’approvazione dei documenti di bilancio”.

Anac ammonisce l’università di Messina – “Gravi inadempienze e irregolarità da parte dell’Università di Messina in una serie di appalti che l’Ateneo siculo ha affidato direttamente, al di sopra delle soglie comunitarie, senza gara obbligatoria, utilizzando in maniera abusiva la normativa emergenziale”. È la nota dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, al termine dell’istruttoria conclusa con la delibera n.184, nella quale veniva contestati alcuni appalti “sull’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dell’Ateneo”, “lavori di restauro conservativo”, “lavori per la riconversione di residenze universitarie”, e “l’affidamenti di forniture e servizi”. Inoltre Anac contestava che l’Ateneo non avesse espletato le dovute verifiche sui requisiti dell’impresa aggiudicataria, la “mancata suddivisione dell’appalto in lotti funzionali”, e “la scorretta applicazione delle norme sulla progettazione”.

La laurea in Albania – Nel marzo 2021, l’associazione Trasparenza e Merito (Tra.Me), fondata dal ricercatore Giambattista Scirè, presentò una lettera con dieci domande indirizzate al rettore, e legate a possibili “conflitti di interesse e questioni di opportunità”. In quel caso, veniva citato che nel “2014-2015”, Cuzzocrea aveva conseguito “una laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Tirana”. Il tutto sarebbe avvenuto, secondo l’associazione Tra.Me, “mentre era contemporaneamente pro-rettore alla ricerca e direttore di una unità farmaci antiblastici del policlinico di Messina, dunque con ingenti responsabilità”. Per tale motivo, l’associazione si domandava come era riuscito a “seguire il percorso” didattico in Albania mantenendo l’incarico a Messina, visto che nei “corsi di laurea in medicina e chirurgia è richiesta una frequenza assidua (almeno il 67%) delle attività formative”. Domanda che però rimasta senza risposta.