Diritti

Nadef, il governo si appresta a varare una legge di bilancio indifferente alle questioni sociali

Ottobre è il mese della Nadef, un documento che aggiorna il Documento Economico di Finanza (Def) e precede e chiarisce cosa sarà la legge di bilancio per il 2024 e gli anni successivi. Siamo quindi di fronte ad un passaggio fondamentale su quello che gli italiani devono aspettarsi dal futuro o almeno nel 2024.

Le anticipazioni non sono positive. Il Governo Meloni ha già prodotto guasti sociali difficilmente rimarginabili, si pensi al reddito di cittadinanza e all’allegato contributo affitto fino a 280 euro mensili che entro dicembre 2023 è stato sottratto o sta per essere sottratto a 200.000 persone. Si pensi ai guasti che già sta producendo la scorsa legge di bilancio con l’azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole. Si pensi alla assoluta assenza di risposte nei confronti degli studenti universitari fuorisede ai quali il governo non risponde con studentati e residenze pubbliche, ma con la continua regalia a privati per student hotel e non propone o sostiene nessuna lotta serrata agli affitti a nero.

In tale contesto il Governo si appresta a varare una legge di bilancio che dimostra assoluta indifferenza alle questioni sociali. Nella Nadef non si fa alcun cenno ad un intervento di politiche abitative pubbliche; come se le 890.000 famiglie in povertà assoluta e in affitto non esistessero. Come se sfrattati e 650.000 famiglie nelle graduatorie comunali fossero degli ologrammi. E invece di affrontare i nodi esistenziali della parte del Paese in sofferenza, il Governo Meloni intende ampliare a dismisura l’esclusione sociale e la precarietà sia lavorativa che abitativa, ma non solo. Si paventa di ridurre di 2 miliardi di euro le risorse per il servizio sanitario nazionale. Non c’è traccia neanche labile di finanziamenti, pure per gli anni dal 2024 al 2026, dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole.

E non osate parlare a Salvini, tutto preso dal Ponte sullo stretto di Messina, di finanziare la realizzazione di case popolari a canone sociale, perché gli viene l’orticaria – in questo in buona compagnia con l’assessore “progressista” alla casa di Milano Maran che pensa parimenti di sbattere i poveri persino fuori dai confini della città.

Per la neo e giovane Segretaria nazionale dell’Unione Inquilini (segnalo la prima Segretaria generale donna di un sindacato inquilini), la quarantenne Silvia Paoluzzi, arrivano segnali evidenti di un governo che è strutturalmente contro i poveri a difesa dei privilegi. Un Governo che mentre da una parte getta decine migliaia di famiglie nella povertà assoluta e verso lo sfratto, lascia intatti i privilegi delle lobby immobiliari ed economiche. Infatti si mantiene la Flat tax del 21% a chi affitta a libero mercato o b&b, che costa alla collettività esattamente i 2 miliardi l’anno sottratti ulteriormente alla sanità pubblica.

Ma ottobre non è solo il mese di una legge di bilancio oscurantista; è anche il mese delle mobilitazioni solidali. A partire da quella del 7 ottobre a Roma promossa da centinaia di associazioni, reti e sindacati tra i quali la Rete dei Numeri Pari, in particolare contro l’autonomia differenziata che ha già creato guasti con la riforma del titolo V della Costituzione laddove ha delegato alle singole regioni le politiche abitative e se ne vedono i risultati.

Per proseguire con le giornate, Sfratti Zero dal 10 al 17 ottobre, che questo anno incroceranno le mobilitazioni degli studenti universitari contro il caro affitti; e infine lo sciopero generale dei sindacati di base del 20 ottobre. Iniziative anche diverse tra loro e con qualche contraddizione interna, ma che io vedo unite in un solo filo conduttore: contrastare la barbarie classista economica del Governo per ricostruire una agenda sociale solida e solidale alternativa. Perché senza una agenda sociale antiliberista condivisa non può esserci sintesi politica adeguata e credibile.