Moda e Stile

Una mattina al mercatino sostenibile di Stella McCartney: la sua sfilata alla Fashion Week di Parigi non è stata il solito défilé

Il futuro della moda si fonde con la tradizione familiare sulla passerella ecologica di Stella McCartney: la sua collezione Primavera/Estate 2024 è sostenibile al 95%, un record

di Ilaria Mauri

“È lunedì mattina, si è svegliato già il mercato”. Parafrasando la celebre “Porta Portese” di Claudio Baglioni, era proprio questa l’atmosfera che si respirava ieri mattina allo “Stella’s Sustainable Market”, il mercatino sostenibile allestito da Stella McCartney per la sua sfilata parigina. L‘appuntamento era alle 10 allo storico Marché Saxe-Breteuil, che da Place de Breteuil si estende tutti i lunedì mattina lungo l’avenue de Saxe con vista sulla Torre Eiffel, incorniciata dalle chiome rigogliose dei grandi alberi che scandiscono il viale, appena colorate dalle tinte autunnali. Il sole splendeva alto nel cielo terso di Parigi, con i suoi raggi incredibilmente caldi per il periodo e la latitudine. Man mano che arrivavano, gli invitati alla sfilata iniziavano ad aggirarsi tra i 21 banchi dello “Stella’s Sustainable Market”, dove al posto delle consuete bancarelle c’erano gli stand di chi proprio a partire da frutta e verdura crea un’ecopelle assolutamente vegetale e sostenibile e una selezione di capi vintage dell’archivio di Stella. Anche la rigorosissima Anna Wintour, la direttrice di Vogue America che ha ispirato il film “Il Diavolo veste Prada” non ha resistito alla tentazione di curiosare tra i banchi.

D’altra parte, a ben guardare, questo mercatino era una vera fucina di innovazione dove si è potuto intravedere il futuro della moda. Anzi, quello che può già essere il presente: tanti di questi prodotti li abbiamo visti infatti prendere poi forma nella collezione Primavera/Estate 2024 presentata da Stella McCartney, pioniera della moda ecosostenibile, che ha sfilato proprio al mercato presentando capi e accessori fatti per il 95% di materiali consapevoli. C’erano le borse e i capispalla realizzati con Uppeal, una pelle vegana di produzione italiana ottenuta dagli scarti delle mele dell’industria dei succhi e delle marmellate; e i tacchi e le sneakers di Vegea, che utilizza invece le rimanenze della produzione vinicola per creare un materiale simile alla pelle. E ancora, in passerella hanno sfilato i primi capi di lusso realizzati con un innovativo filato a base di alghe marine coltivate, il Kelsun, oltre a quelli fatti di un materiale ormai “classico” per Stella, il Myrum, proveniente da fonti vegetali, privo di plastica e acqua, e completamente riciclabile. E non è stata solo la sua sfilata più sostenibile, ma anche – e soprattutto – un’ode alla famiglia, alla libertà e a quei legami profondi da cui scaturisce tutta la sua vena creativa. La stilista ha esplorato le sue radici musicali, la relazione dei suoi genitori Paul e Linda McCartney, il rispetto per l’ambiente traducendo il tutto in look eclettici e gentili.

Delicatezza ed eleganza sono le parole chiave della sua P/E 24, in cui la stilista ha sfumato le linee di demarcazioni tra generi e generazioni, reinterpretando capi del suo archivio e mixandoli con quelli dei suoi genitori, come attingendo da diversi guardaroba. Texture, proporzioni e decorazioni sono stati i protagonisti, con l’arte indossabile dello scultore inglese Andrew Logan a impreziosire i capi. La collezione ha presentato tailleur a righe nere e grigie, abbinati a camicie arricciate e body con cristalli. Cristalli privi di piombo hanno decorato hot pants e fasce per smoking, o in frange su jeans di cotone organico. La storia del tuxedo è stata raccontata attraverso giacche corte e corsetti, prima in bianco e nero e poi in tailleur lurex dalle tonalità minerali. E poi, direttamente dalla vita in tour di Paul e Linda McCartney, ecco le grafiche vintage dei Wings reinterpretate su t-shirt in cotone organico o capi da palco reinterpretati in tailleur di broccato metallico e gilet neri ricamati con cristalli, indossati su camicie arricciate in cotone.

La silhouette è stata al centro dell’attenzione, con forme a palloncino su abiti lunghi, miniabiti e giacche bomber realizzati in seta taffetà o viscosa satinata amica delle foreste. Pois giocosi sono apparsi su abiti lunghi, miniabiti asimmetrici e abiti con volant in chiffon. Non è mancato poi il focus sugli accessori, con la borsa Frayme, realizzata con un’alternativa vegana alla pelle utilizzando il sottoprodotto dell’uva dal raccolto di Veuve Clicquot, completamente tracciabile e coltivato mediante pratiche di agricoltura rigenerativa.

E dopo gli applausi e l’uscita finale di Stella McCartney con tutto il suo ufficio stile, gli ospiti si sono letteralmente fiondati tra i banchi del mercato dove – finalmente – hanno potuto acquistare i pezzi vintage esposti, rubandosi letteralmente di mano borse, camicie e abiti dell’archivio di Stella McCartney. Proprio come a Porta Portese. Un’esperienza unica.

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