“Shuttle to Venice” aveva scritto nell’ultimo post su Facebook. Erano le 18.30 quando Alberto Rizzotto, 40 anni, morto con i 20 passeggeri, ha messo online quel ricordo prima di prendere servizio sulla tratta Marghera-Venezia. Era l’autista del pullman precipitato a Mestre, un’ora e mezza dopo. Il messaggio lo geolocalizzava allo Hu Camping di Marghera. Era già arrivato in centro e stava tornando indietro.
Cosa è accaduto quando Rizzotto è arrivato sul cavalcavia Vampa sfondando i guardrail e precipitando nel vuoto per dieci metri con il bus che trasportava una quarantina di persone, adulti e bambini, ospiti del campeggio? È ciò che dovranno appurare le perizie disposte dalla procura di Venezia nell’ambito dell’inchiesta per la strage. “Può aver avuto un malore”, è l’ipotesi più accreditata al momento. Ci sono telecamere in zona e ce n’era una a bordo del pullman, spiegano gli investigatori, assicurando che verrà scoperta la verità.
I colleghi lo definiscono un autista esperto che svolgeva l’attività da 7 anni. Rizzotto era dipendente della Martini Bus che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con una quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia. Al momento dell’incidente, l’autista aveva caricato i turisti in centro storico e li stava riportando in campeggio a Marghera. Da quanto risulta aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe escludere l’ipotesi di un colpo di sonno. Gli investigatori al momento non escludono nemmeno che a causare lo sbandamento possa essere stata una distrazione di Rizzotto. La Polizia locale, delegata per le indagini, insieme ai vigili del fuoco e alla polizia stradale, sta anche verificando se i 35 passeggeri presenti all’interno del mezzo, fossero in soprannumero rispetto ai posti a sedere.
“L’autobus era nuovo e lui era bravo”, sostiene Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea. Un video diffuso sembra suffragare l’ipotesi di un malore: “Si vede il pullman, un mezzo molto pesante perché elettrico – dice Fiorese – poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guardrail”. Sulla bacheca di Bizzotto, originario Conegliano ma residente a Tezze sul Brenta, diffusasi la notizia dell’incidente, sono comparsi i messaggi sempre più preoccupati degli amici, che sapevano essere quella la linea percorsa dall’autista: “Rispondi”, “Fatti sentire per favore” i messaggi rimasti senza replica.