Banksy, infatti, è stato denunciato per diffamazione e per questo chiamato e rispondere in tribunale, a volto scoperto
La bimba che si vede portar via dal vento il suo palloncino a cuore è l’immagine iconica di Banksy che tutti conoscono, ma la l’identità dello street artist più famoso al mondo resta avvolta nel mistero. Forse ancora per poco. Secondo le ricostruzioni diffuse dai tabloid inglesi, in primis il Daily Mail, l’anonimato dell’artista inglese sarebbe solo questione di tempo perché la sua identità potrebbe essere presto svelata davanti ad un giudice. Banksy, infatti, è stato denunciato per diffamazione e per questo chiamato e rispondere in tribunale, a volto scoperto.
Potrebbe essere la fine di un mistero che ha contribuito ad avvolgere di fascino creazioni che hanno abituato il pubblico a sorprendersi, trovando improvvisamente vergate, sulle pareti di palazzi fatiscenti o sui muri sgarrupati delle città, le immagini denuncia dell’artista che sta dalla parte dei più fragili e che manda i suoi messaggi politici a colpi di graffiti. Il quotidiano in realtà ne è certo da qualche tempo, sicuro che l’identità di Banksy sia già stata svelata: si tratterebbe di Robin Gunningham, 53enne di Bristol del quale aveva già pubblicato una foto nel 2008.
Capelli ricci e occhiali da sole, jeans e camicia blu dalla quale fa capolino una maglietta bianca, l’uomo, è colto mentre sta chinato davanti ad una valigetta nera dalla quale escono fogli e cartoncini. Accanto, buttati per terra in quello che sembrerebbe un parcheggio, una bottiglietta d’acqua e un foglio dal quale è stata ritagliata la sagoma di quello che potrebbe essere un palloncino. L’immagine iconica, per eccellenza, di Banksy.
Che si trattasse veramente dell’artista, paparazzato in Jamaica e riconosciuto dai concittadini di Bristol ai quali è stata mostrata la foto? Banksy all’epoca negò si trattasse di lui. Eppure molti ne sono convinti; quello è il volto dello street artist milionario che vende le sue opere a Brad Pitt e Angelina Jolie, le vendeva a George Michael e nell’asta da record del 2021 ha assegnato “Love in the Bin” per 18,5 milioni di sterline.
A rispondere dell’accusa che lo porterà davanti alla corte ci sarà anche Pest Control Ltd (tradotto sarebbe: “società di disinfestazione”), nome ironico dato alla società fondata da Banksy per occuparsi della vendita di opere arte. Il suo accusatore non è nuovo a questo tipo di iniziative. Andrew Gallagher, imprenditore 56enne, negli anni ’90 organizzava rave e successivamente, più che nella musica, ha trovato redditizio sfruttare il potenziale economico dei graffiti.
Non è dato sapere se vincerà la sua sfida in tribunale, ma ciò che potrebbe portare a casa è un obiettivo che finora nessuno aveva mai raggiunto: ovvero quello di mostrare al pubblico il vero volto dell’artista misterioso che regala graffiti indimenticabili al mondo spostando l’attenzione dalla sua identità alla sua creazione, per denunciare ciò che non va. In fondo, verrebbe da chiedersi, è davvero così importante sapere che faccia abbia? Le sue opere saranno sempre ambitissime e amate mentre Andrew Gallagher , eventualmente, rimarrà titolare di un primato che non lo renderà certo indimenticabile.