Nella mattinata di mercoledì 4 ottobre la Polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di un anarchico, Juan Antonio Sorroche, militante anarchico ritenuto responsabile di un attentato esplosivo avvenuto nel 2015 davanti alla sede della scuola di polizia giudiziaria di Brescia. Sorroche – già condannato a 14 anni di reclusione per aver messo una bomba davanti alla sede della Lega di Treviso nel 2018 e attualmente detenuto – è accusato di attentato con finalità di terrorismo e violazione della normativa sugli esplosivi.
I fatti risalgono al 18 dicembre del 2015, a pochi giorni dall’anniversario della strage di piazza Fontana: intorno alle 4:30 del mattino un ordigno esplosivo artigianale, composto da un involucro consistente in una pentola a pressione, riempita con idrocarburo e polvere pirica, connesso a un’attivazione a innesco, fu fatto esplodere davanti alla Polgai, l’istituto bresciano di formazione degli agenti con sede in via Veneto. Non ci furono feriti, ma secondo gli investigatori la bomba “avrebbe potuto uccidere”.
All’epoca l’azione fu rivendicata da un gruppo anarchico tramite un volantino condiviso sul web firmato Cellula Acca. “Abbiamo attaccato uno dei bracci armati dello Stato. In questa “scuola” vengono istruiti sbirri di tutta Italia e di altri Stati”, recitava. Sono stati i reperti ritrovati sul luogo dell’attentato a condurre gli investigatori sulle tracce di Sorroche portando al suo arresto. “La svolta è stata una traccia con un profilo genetico misto che ha restituito la compatibilità con l’anarchico indagato”, trovata “sui resti dello zainetto in cui venne posizionato l’ordigno”, ha spiegato il questore di Brescia Eugenio Spina.