Si è insediato come nuovo procuratore capo di Firenze il magistrato campano Filippo Spiezia, sessant’anni, finora membro italiano di Eurojust (l’agenzia europea per la cooperazione giudiziaria penale), che prende il posto di Giuseppe Creazzo, trasferitosi a Reggio Calabria da oltre un anno. Il passaggio è delicato, perché Spiezia è stato nominato lo scorso luglio dal Consiglio superiore della magistratura in una seduta molto discussa: per farlo prevalere sul suo concorrente, l’ex procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco, è stato decisivo il voto del vicepresidente Fabio Pinelli, membro laico nominato in quota Lega, che fino a quel momento si era sempre astenuto per ragioni istituzionali. Un voto con evidenti profili di inopportunità: Pinelli infatti è stato l’avvocato di Alberto Bianchi, uno dei coimputati di Matteo Renzi nel processo Open in corso proprio a Firenze, e ha redatto il conflitto di attribuzione contro la Procura sollevato dal Senato nell’ambito di quello stesso processo. Il sospetto quindi è che il numero due del Csm abbia voluto garantire il successo di Spiezia, considerato un pm più “moderato” e gradito a Renzi (che ha esultato per la nomina) e al centrodestra: tra i fascicoli (ri)aperti nel capoluogo toscano, infatti, c’è anche quello sui mandanti occulti delle stragi del 1993 in cui è indagato Marcello Dell’Utri e lo era (fino alla sua morte) Silvio Berlusconi.

Per questo, nella cerimonia di insediamento tenuta martedì al palazzo di giustizia di Novoli, il procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta ha ricordato al nuovo capo la necessità di difendere l’ufficio dai continui attacchi provenienti dalla politica. Bersagliati in particolare gli altri due aggiunti, Luca Turco (titolare dell’accusa del processo Open) e Luca Tescaroli, che indaga sulle stragi in continente. Contro Turco Renzi ha ingaggiato da anni un duello mediatico, denunciandolo sia in sede penale che disciplinare, mentre sul lavoro di Tescaroli i parlamentari di Forza Italia hanno chiesto un’ispezione (poi negata dal Guardasigilli Nordio). “Negli ultimi anni questo ufficio ha attraversato momenti difficili per questioni interne ed esterne”, queste ultime legate a “insensati conflitti” registrati con esponenti del mondo politico, ha avvertito Mazzotta. Sottolineando come nella “trattazione di processi a evidenza mediatica”, talvolta, “pur facendo salvo il giudizio della libera critica, si sia trascesi in aspre polemiche se non contumelie verso taluni pubblici ministeri, solo per avere, in adempimento del proprio dovere, esercitato l’azione penale. Da queste denigrazioni pubbliche la comunità tutta non trae benefici. Per questo ci auguriamo che l’ufficio possa ora ritrovare la serenità necessaria”, ha affermato. Concludendo con una frase eloquente: “Ti ringraziamo per il coraggio dimostrato nello scegliere di venire a governare la Procura della Repubblica di Firenze”.

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