A meno di 24 ore da quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato i sindacati al Quirinale per parlare dell’emergenza morti bianche e ribadire che “lavorare non è morire“, gli ultimi dati dell‘Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro aggiornano a fine agosto la conta delle vittime nel 2023: 657 morti dall’inizio dell’anno e più di 383mila denunce di infortunio.
I dati anticipati dal commissario straordinario dell’Inail, Fabrizio d’Ascenzo, in occasione della relazione annuale presentata il 4 ottobre a Roma, mostrano un quadro leggermente migliore di quello del 2022. Nei primi otto mesi del 2023 sono state registrate 383.242 denunce di infortunio, un numero in calo del 20,9% rispetto allo stesso periodo del 2022 e dell’8,1% rispetto al 2019 pre-pandemico. I decessi sul lavoro sono invece 20 in meno rispetto al periodo gennaio-agosto dello scorso anno. Gli infortuni mortali accertati avvenuti fuori dell’azienda sono 365, pari a circa il 60% del totale (45 casi sono ancora in istruttoria). Gli incidenti plurimi, che hanno cioè causato la morte di più lavoratori, sono stati 19 per un totale di 46 decessi, 44 dei quali stradali. Il rapporto evidenzia anche che sono aumentate le denunce di malattie rispetto al 2022.
Ogni giorno si verificano in media tre nuovi casi mortali e il dato finale del 2023 sarà gonfiato da tragedie con diverse vittime come la strage di Brandizzo del 30 agosto nella quale hanno perso la vita cinque operai e l’esplosione alla Esplodenti Sabino di Casalbordino che ha ucciso tre dipendenti. L’ultima morte bianca si è registrata nella mattina del 4 ottobre: un operaio di 67 anni rimasto incastrato in un macchinario davanti a un’azienda agricola a Olmo di Gattatico in provincia di Reggio Emilia.
A fronte dei continui incidenti, la sicurezza sul lavoro è ancora un tema centrale per la presidenza della Repubblica. Anche per questo martedì 3 ottobre Mattarella ha ricevuto i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil. In un incontro di 40 minuti al Quirinale i leader sindacali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno espresso al presidente le loro preoccupazioni. “Troppe tragedie sul lavoro – ha detto all’uscita il segretario generale della Cgil Landini – sono determinate dalla volontà di abbassare i sistemi di sicurezza per accelerare i tempi e risparmiare. E se la legislazione in merito non è sufficiente, le norme approvate da questo Governo a modifica del codice dei contratti pubblici, che prevedono la reintroduzione dell’appalto a cascata, nonché l’introduzione di ulteriore precarietà nei rapporti di lavoro, stanno peggiorando l’attuale condizione. Inoltre, continua a essere totalmente inadeguato l’investimento sulle funzioni ispettive, di prevenzione e riteniamo necessario istituire una Procura speciale nazionale“. Anche il leader della Uil Bombardieri ha detto di aver “reso partecipe il capo dello Stato delle nostre rivendicazioni unitarie volte a ottenere più ispettori e più ispezioni”, ma anche “ridefinire le regole degli appalti e favorire l’adozione di sistemi di prevenzione”.