Dopo aver messo in fila Carlos Alcaraz eil record italiano del numero 4 del mondo in semifinale, Jannik Sinner completa l’opera. L’azzurro spezza anche il tabù Daniil Medvedev, trionfa nell’Atp 500 di Pechino con il punteggio di 7-6 7-6 e si prende la rivincita delle finali perse contro il russo a Rotterdam e Miami. Per l’altoatesino si tratta del nono titolo in carriera e del terzo in questo 2023 dopo Montpellier e Toronto. La tournée asiatica del circuito non poteva iniziare in modo migliore. Il countdown per la qualificazione ufficiale alle Atp Finals di Torino è davvero cominciato e probabilmente si concluderà durante il prossimo Masters 1000 di Shanghai.

Questa finale nella capitale cinese ha dimostrato come Sinner sia nella sua migliore condizione, mantenendo inalterata l’intensità e la qualità viste contro Alcaraz in semifinale. Contro un avversario che lo ha sempre messo in difficoltà e contro cui aveva un bilancio negativo di sei confronti a zero, l’azzurro non si è scomposto, ha concesso palle break a inizio match, ha reagito e poi ha trascinato il primo set al tie-break. Qui Sinner ha alzato definitivamente il livello, dominando per 7 punti a 2. Medvedev ha sofferto l’aggressività dell’altoatesino e non è riuscito a spezzare l’equilibrio a suo vantaggio nemmeno nel secondo parziale. I turni di servizio si sono così susseguiti e l’esito è stato un altro tie-break. La pressione sale ma Sinner ha mantenuto alta la concentrazione, approfittando di qualche errore del russo per poi chiudere nello stesso perentorio modo con cui aveva eliminato Alcaraz, con una risposta vincente di diritto.

Anche se rientrante all’interno della categoria 500, questa di Pechino non è però una vittoria come le altre. Il significato e il peso specifico sono gli stessi del primo successo in un Masters 1000 di due mesi fa in Canada. E di motivi ce ne sono più di uno. In primis il tabellone, praticamente un 1000. Esclusi infatti Novak Djokovic e Taylor Fritz erano presenti tutti i top 10. Poi l’aver battuto Alcaraz e Medvedev tra semifinale e finale (due tennisti quindi che gli sono davanti in classifica) è segno di una grande crescita, sia tecnica che fisica. Questa volta nessuno potrà “accusare” Sinner di aver vinto senza incontrare i migliori, come invece qualcuno aveva sottolineato dopo il titolo 1000 alzato a Toronto. Infine, c’è un dato non secondario, che potrebbe avere una rilevanza notevole a livello mentale. L’aver rotto finalmente la maledizione Medvedev rappresenta il primo passo verso i prossimi step da compiere, ovvero il numero 3 del mondo e poi la conquista di uno Slam. Ora per Sinner l’unico vero tabù da superare rimane Novak Djokovic.

Ma come si traducono questi 500 punti a livello di classifiche? Detto che mancano 30 punti alle Finals, Sinner non solo eguaglia il record italiano di Adriano Panatta al numero 4 del mondo, ma lo rafforza pure rispetto ai rivali. Il greco Tsitsipas è indietro di circa 200 punti. Nella Race invece il vantaggio su chi sta alle sue spalle è addirittura di 1200 punti. Un tesoretto figlio di una stagione fino a questo momento storica per il tennis italiano, che può ancora regalare nuovi traguardi. In palio sono rimasti due Masters 1000 (Shanghai e Parigi-Bercy), le Atp Finals e la Coppa Davis. Insomma, con un Sinner così è giusto e naturale pensare in grande.

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Jannik Sinner, il capolavoro è completo: trionfa a Pechino, Medvedev battuto 7-6, 7-6

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