La procura di Roma contesta l’omicidio volontario aggravato a un medico di guardia in un Istituto della Capitale e al marito di una donna, malata di una forma incurabile di tumore, a cui il 13 gennaio del 2019 fu somministrata una dose letale di cloruro di potassio. I fatti risalgono al 13 gennaio 2019, quando constatata l’assenza di cure, l’uomo si è rivolto a un medico dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il marito, un imprenditore di 53 anni, sostiene che sia stata la moglie a chiedere di avere una morte dignitosa. Ora marito e medico sono accusati di omicidio volontario e dovranno presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare il prossimo 10 novembre. Il pm contesta ai due indagati anche tre circostanze aggravanti: i due sono accusati di essersi approfittati delle condizioni della donna, impossibilitata a difendersi perché in stato di incoscienza; avrebbero abusato dei poteri derivanti dall’impiego del medico in una struttura pubblica e infine, avrebbero commesso un omicidio ai danni di una paziente ricoverata in ospedale mediante uso di sostanze con “effetto venefico“.

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