Via libera dal Cnel (comitato nazionale economia e lavoro) al documento, già approvato dalla Commissione Informazione con il no della Cgil e l’astensione della Uil, relativo alla prima fase d’istruttoria sul lavoro povero e il salario minimo dedicato all’inquadramento e all’analisi del tema. A breve arriverà anche la seconda parte del lavoro della Commissione, quella quella dedicata alle proposte, che verrà consegnata ai consiglieri entro il 6 ottobre in modo tale che l’Assemblea potrà discutere del documento complessivo e finale il 12 ottobre. A fornire il ruolino di marcia sul salario minimo è una nota del Cnel. “Alla presenza della quasi totalità dei consiglieri, è stato illustrato all’Assemblea il documento relativo agli esiti della prima fase istruttoria tecnica sul lavoro povero e il salario minimo, precedentemente approvato dalla Commissione dell’Informazione con il solo voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil. L’Assemblea ha preso atto positivamente del lavoro finora svolto dalla Commissione e del documento così prodotto, che confluirà nel testo finale“, si legge nella nota.
Tra i punti del documento le indicazioni della direttiva Ue sul salario minimo, il tasso di copertura della contrattazione collettiva che in Italia “si avvicina al 100%, di gran lunga superiore all’80%”, fino “all’urgenza e utilità di un piano di azione nazionale”. Martedì la Corte di Cassazione ha ammesso in una sentenza l’esistenza del “lavoro povero” e ha fissato il principio secondo il quale il magistrato può individuare un “salario minimo costituzionale” che “deve essere proiettato” ad assicurare “una vita libera e dignitosa” del lavoratore. Superando così i paletti della contrattazione collettiva e avendo come punto di riferimento la Costituzione. La bussola, infatti, sostiene la Suprema Corte, deve essere l’articolo 36, quello che parla di “retribuzione adeguata” e “sufficiente ad assicurare” anche “alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.