Non sono state necessarie settimane o mesi di attesa, il gruppo Kering aveva già tutto organizzato. Dopo aver salutato Sarah Burton con una commovente standing ovation alla Paris Fashion Week, la maison Alexander McQueen ha annunciato il nome del suo successore: Seán McGirr. Così, tutti i tasselli chiave dei brand all’interno del gruppo Kering sono stati assegnati, consolidando il turnover generazionale in corso nel colosso francese del lusso.
Dopo il grande clamore mediatico che ha accompagnato il debutto di Sabato De Sarno, ex braccio destro di Pierpaolo Piccioli in Valentino, alla direzione creativa di Gucci durante la Settimana della Moda di Milano, ora, i riflettori sono tutti puntati su questo giovane stilista irlandese, scelto direttamente dall’ufficio stile di un altro grande brand anglosassone: JW Anderson. Seán McGirr ha svolto infatti un ruolo chiave come Capo del Ready-to-Wear, dapprima nella divisione maschile e successivamente in quella femminile, dal 2020 fino ad oggi.
Trentacinque annui, origini irlandesi e una laurea conseguita nel 2014 alla prestigiosa Central Saint Martins di Londra (dove anche il fondatore Lee Alexander McQueen studiò prima di fondare la sua maison nel 1992) caratterizzano la formazione di Seán McGirr. Prima di unirsi a Jonathan Anderson, ha accumulato preziosa esperienza lavorando ad Anversa accanto a Dries Van Noten. In precedenza, dal 2014 al 2018, ha contribuito al design delle collezioni di Uniqlo tra Tokyo e Parigi, sotto la guida di Christophe Lemaire. La sua carriera professionale è iniziata come assistente in Burberry e Vogue Uomo Giappone. Prima di dedicarsi alla moda, ha coltivato la passione per la fotografia, che continua ad alimentare, e ha lavorato come autore per l’azienda di trendhunting Stylus.
Il designer, con il suo background eclettico e la sua formazione di alto livello, sembra essere una scelta promettente per il ruolo di direttore creativo di una maison come Alexander McQueen. La sua nomina suscita grande interesse nell’industria della moda e tutti attendono con impazienza di vedere come interpreterà lo spirito e l’eredità unici del marchio in questa nuova fase: il mondo della moda sta attraversando infatti un momento cruciale di evoluzione, con spinte che vanno in direzioni contrastanti tra chi punta sulla sicurezza del proprio heritage e chi invece gioca con la creatività per rompere la monotonia del presente. Di certo non sarà facile per McGirr ripartire dopo l'”era” di Sarah Burton.
La stilista inglese ha infatti salutato il pubblico sabato 30 settembre con la sua ultima sfilata sulle passerelle parigine, conclusasi con un’emozionante standing ovation al ritmo di “Heroes” di David Bowie (“We can be heroes, just for one day!“). Un capitolo durato ventisei anni, iniziato con lei che era solo una giovane stagista che lavorava al fianco di Alexander McQueen e conclusosi con lei in veste di direttrice creativa della casa di moda. Il suo percorso è stato un’ode a un linguaggio che ha unito tailoring affilato, flou etereo e una costante rielaborazione sapiente della forma del corpo, celebrando così la bellezza e la forza delle donne. Lascia un retaggio di sapienza e dedizione unica nel suo genere e la fine del suo mandato segna inevitabilmente la chiusura di un’epoca. Per tredici anni, Burton ha raccontato l’amico Alexander McQueen attraverso pezzi d’archivio, nuove evoluzioni e abiti anatomici. Da braccio destro della leggenda a sua succeditrice, il filo conduttore di Alexander McQueen by Sarah Burton è sempre stato l’amore per la moda della stilista. Una dedizione totale che l’ha portata a disegnare persino l’abito da sposa di Kate Middleton e a far brillare la Maison sotto i cieli di Londra e New York.
La sua ultima collezione, la Primavera Estate 2024, è stata un’antologia del suo lavoro di questi anni, un’emozionante lettera d’amore al brand, con ispirazioni all’anatomia femminile, alla regina Elisabetta I, alla rosa rossa del sangue e all’artista trasgressiva Magdalena Abakanowicz. E non a caso l’ha dedicata alla memoria di Lee Alexander McQueen, che ha sempre desiderato dare potere alle donne, e al talento e alla lealtà del suo team. La sfilata è stata un omaggio al potere femminile, un dialogo tra passato e futuro. Kaia Gerber ha aperto la sfilata indossando un abito sartoriale con spalle tagliate, corpetto inciso e dettagli rossi come il sangue, mentre Naomi Campbell ha chiuso con un completo scenografico con corsetto a cuore argentato e una gonna con perline. Tra questi due momenti iconici, la collezione ha presentato pelle, frange, rose, pizzi dorati e tailoring unici.
Adesso il testimone passa a questo giovane il cui nome è suona (per ora) sconosciuto ai più: “Alexander McQueen è una casa che amiamo appassionatamente e siamo convinti che Sean McGirr saprà perpetuarne l’identità infondendole nuovo slancio creativo. Non vediamo l’ora di aprire questo nuovo capitolo nella storia di questo marchio unico”, ha commentato François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering, proprietaria del marchio. E noi siamo qui, pronti a vedere quale impronta McGirr darà alla casa di moda britannica.