Il momento della verità per fare chiarezza sul dissesto di Visibilia si fa più vicino. Nella vicenda di Visibilia Editore, il Tribunale di Milano segna un punto a favore degli azionisti di minoranza, capitanati da Giuseppe Zeno, e della Procura della Repubblica di Milano: nella camera di consiglio dopo l’udienza del 28 settembre i giudici Amina Simonetti, Maria Antonietta Ricci e Alima Zana, con un lungo dispositivo che elenca numerose irregolarità, hanno decretato l’ispezione giudiziale della holding quotata del disastrato gruppo editoriale-pubblicitario che sino a due anni fa faceva capo all’attuale ministro del Turismo Daniela Santanchè. L’ispezione basata sull’articolo 2409 del Codice Civile era stata chiesta da Giuseppe Zeno e altri soci di Visibilia Editore per l’opacità sugli assetti proprietari dovuti alla rapida conversione in azioni di due prestiti obbligazionari convertibili (Poc) del 10 ottobre 2017 con il fondo Bracknor successivamente ceduto a Negma Group, per l’opacità nella determinazione del prezzo di conversione delle obbligazioni in azioni e l’anomala esecuzione di tali contratti, per l’esecuzione nel 2020 di operazioni con società correlate “di dubbia economicità in un contesto di conflitto di interesse” relativa ad “acquisti di testate e domini da Visibilia”.
A giugno, la Procura della Repubblica – che indaga per falso in bilancio e bancarotta – aveva sostenuto poi, sulla base di relazioni tecniche, che si sarebbe riscontrata la violazione delle norme sulla redazione del bilancio, la “contiguità del nuovo CdA (Consiglio di Amministrazione) con quello in carica alla data di presentazione del ricorso, soprattutto considerando l’assenza di ogni iniziativa volta a conseguire il pagamento dei crediti da parte delle due debitrici Visibilia Srl in liquidazione e Visibilia Concessionaria, pagamento essenziale per Visibilia Editore spa stante la sua situazione di forte indebitamento tributario”; ulteriori irregolarità compiute nel 2020 e 2021 relative “a illegittime domande di accesso alla Cassa Integrazione speciale in vigore durante il periodo Covid per due lavoratori che invece avevano continuato a svolgere regolarmente la loro attività lavorativa, irregolarità non ancora sanata da Visibilia Editore Spa con Inps” e “violazioni della comunicazione al pubblico delle partecipazioni azionarie rilevanti” detenute dall’ex ad Luca Ruffino, subentrato lo scorso anno alla Santanchè e suicidatosi il 5 agosto, e dalla socia Sif Italia, azienda quotata di Ruffino.
Secondo il Tribunale, nonostante al nuovo cda fosse stato concesso tempo per riscrivere il piano industriale di Visibilia “che si prospettava come sostenibile grazie a un intervento diretto del nuovo socio di maggioranza Sif Italia”, “a oggi però non vi è certezza, tanto che il Collegio sindacale ha ritenuto di interpellare direttamente la socia Sif, sul permanente impegno” di Sif Italia a sostenere il piano industriale m2023 2025 di Visibilia Editore. “A ciò si aggiunga la considerazione che il nuovo organo gestorio di Visbilia Editore spa – anche a voler tacere dei gravi episodi relativi alle violazioni della normativa inerente le comunicazioni al pubblico delle partecipazioni azionarie che può avere gravi ricadute sull’esercizio del diritto di voto in assemblea (violazione che parrebbe sia stata compiuta da chi stava a presiedere il nuovo Cda della società)- non può dirsi si sia posto in decisa discontinuità con il precedente consiglio di amministrazione”, “per aver presentato il bilancio 2022 all’assemblea di maggio 2023 in continuità con il bilancio 2021 e così a dirsi per la semestrale al 30 giugno 2023”.
Per i giudici del Tribunale, “potrebbe rilevare il fatto che allo stato non pare sia stata assunta alcuna iniziativa verso i precedenti componenti del consiglio di amministrazione in relazione ai gravissimi fatti, dannosi sotto più livelli, relativi alla violazione della disciplina della Cassa integrazione durante il periodo Covid, noti alla società fin dal 2022 in quanto emersi in esito a causa di lavoro presentata dalla dipendente Bottiglione al Tribunale di Roma” e per “l’aver affidato per altro tardivamente ad uno studio specializzato l’interlocuzione con Inps per sanare la posizione contributiva non esaurisce certo le possibili iniziative della società a riparazione dei gravi fatti di mala gestione”. Inoltre “potrebbe rilevare il non aver preso chiara e convincente posizione, anche a fronte delle richieste della Procura della Repubblica, sulle ragioni che hanno portato la società con i precedenti amministratori ad accordare a Visibilia srl in liquidazione una dilazione nel piano di rientro del suo debito con saldo portato dal 2023 al 2025; questo accordo non si comprende alla luce, da un lato, della situazione in cui Visibilia Editrice srl e Visibilia Editore spa si trovavano già a settembre 2022 considerando che il bilancio di Visibilia Editore 2022 si sarebbe chiuso con una situazione rilevante” di mancanza di capitale sociale “e quello di Visibilia Editrice srl con patrimonio netto negativo, dall’altro della disponibilità dei soci di controllo di Visibilia srl in liquidazione” a far fronte ai debiti della società.
In base a tutto questo, per il tribunale “appare del tutto attuale e prioritaria l’esigenza di monitorare con attenzione tutti gli indici che incidono” sulla possibilità della società di continuare a operare, anche alla luce del fatto che il Collegio sindacale ha indicato una possibile tensione finanziaria del gruppo “che potrebbe manifestarsi nel primo semestre del 2024 o anche prima se l’azionista Sif non darà esecuzione all’impegno assunto di versare quanto manca per
coprire” la parte mancante dell’aumento di capitale sociale “fino a 600 mila euro”.
Per tutti questi motivi, secondo i giudici, “molteplici dei profili di criticità evidenziati dai ricorrenti e dalla Procura della Repubblica allo stato meritano un approfondimento istruttorio, in relazione al sospetto della violazione da parte degli amministratori dei propri doveri idonea a compromettere il corretto diligente esercizio dell’attività di gestione e di controllo dell’impresa nell’interesse sociale e tale da determinare pericolo di danno per la società amministrata”. Di più: “gli elementi versati agli atti allo stato sono sufficienti per ritenere superata la soglia del mero e generico sospetto, sussistendo preoccupanti argomenti di prova che necessitano, considerando altresì le opposte allegazioni degli amministratori, di un ulteriore approfondimento, anche di natura probatoria, quale appunto quello apprestato dall’ispezione“.
A questo fine, i magistrati hanno chiesto alla dottoressa Daniela Maria Ausilia Ortelli di Milano di condurre una ispezione su Visibilia Editore per valutare “la correttezza della predisposizione del bilancio di esercizio 2022 e della semestrale 2023 sul presupposto della continuità aziendale anche considerando la voce avviamento e la voce crediti per imposte anticipate“, “l’andamento attuale della società anche in relazione agli obiettivi del business plan 2023 2025”, “la coerenza delle iniziative dell’organo di amministrazione rispetto al business plan e l’adeguatezza degli assetti organizzativi contabili, amministrativi”, “l’utilità della revoca della sospensione del POC deciso da ultimo dal Consiglio di amministrazione” e “il rispetto del piano di rientro da parte delle debitrici Visibilia Concessionaria srl e di Visibilia srl in liquidazione con indicazione dell’eventuale scaduto del debito di Visibilia Concessionaria srl”. “Si tratta di argomenti che necessitano di un approfondimento d’indagine al fine di raccogliere elementi fattuali necessari per esprimere una valutazione sulla attività dell’organo gestorio in vista della conferma o smentita dei fatti denunciati come irregolari al Tribunale”, scrivono i giudici.
Ora Visibilia Editore, come i suoi amministratori ed ex amministratori che si erano opposti all’ispezione (tra i quali Dimitri Kunz, compagno di Santanchè, e Fiorella Garnero, sorella del ministro), potranno oppore opposizione alla decisione del Tribunale.
Giustizia & Impunità
Visibilia Editore, ok del tribunale all’ispezione. I giudici di Milano rilevano varie irregolarità. Il consulente esaminerà conti e piano rilancio
Il momento della verità per fare chiarezza sul dissesto di Visibilia si fa più vicino. Nella vicenda di Visibilia Editore, il Tribunale di Milano segna un punto a favore degli azionisti di minoranza, capitanati da Giuseppe Zeno, e della Procura della Repubblica di Milano: nella camera di consiglio dopo l’udienza del 28 settembre i giudici Amina Simonetti, Maria Antonietta Ricci e Alima Zana, con un lungo dispositivo che elenca numerose irregolarità, hanno decretato l’ispezione giudiziale della holding quotata del disastrato gruppo editoriale-pubblicitario che sino a due anni fa faceva capo all’attuale ministro del Turismo Daniela Santanchè. L’ispezione basata sull’articolo 2409 del Codice Civile era stata chiesta da Giuseppe Zeno e altri soci di Visibilia Editore per l’opacità sugli assetti proprietari dovuti alla rapida conversione in azioni di due prestiti obbligazionari convertibili (Poc) del 10 ottobre 2017 con il fondo Bracknor successivamente ceduto a Negma Group, per l’opacità nella determinazione del prezzo di conversione delle obbligazioni in azioni e l’anomala esecuzione di tali contratti, per l’esecuzione nel 2020 di operazioni con società correlate “di dubbia economicità in un contesto di conflitto di interesse” relativa ad “acquisti di testate e domini da Visibilia”.
A giugno, la Procura della Repubblica – che indaga per falso in bilancio e bancarotta – aveva sostenuto poi, sulla base di relazioni tecniche, che si sarebbe riscontrata la violazione delle norme sulla redazione del bilancio, la “contiguità del nuovo CdA (Consiglio di Amministrazione) con quello in carica alla data di presentazione del ricorso, soprattutto considerando l’assenza di ogni iniziativa volta a conseguire il pagamento dei crediti da parte delle due debitrici Visibilia Srl in liquidazione e Visibilia Concessionaria, pagamento essenziale per Visibilia Editore spa stante la sua situazione di forte indebitamento tributario”; ulteriori irregolarità compiute nel 2020 e 2021 relative “a illegittime domande di accesso alla Cassa Integrazione speciale in vigore durante il periodo Covid per due lavoratori che invece avevano continuato a svolgere regolarmente la loro attività lavorativa, irregolarità non ancora sanata da Visibilia Editore Spa con Inps” e “violazioni della comunicazione al pubblico delle partecipazioni azionarie rilevanti” detenute dall’ex ad Luca Ruffino, subentrato lo scorso anno alla Santanchè e suicidatosi il 5 agosto, e dalla socia Sif Italia, azienda quotata di Ruffino.
Secondo il Tribunale, nonostante al nuovo cda fosse stato concesso tempo per riscrivere il piano industriale di Visibilia “che si prospettava come sostenibile grazie a un intervento diretto del nuovo socio di maggioranza Sif Italia”, “a oggi però non vi è certezza, tanto che il Collegio sindacale ha ritenuto di interpellare direttamente la socia Sif, sul permanente impegno” di Sif Italia a sostenere il piano industriale m2023 2025 di Visibilia Editore. “A ciò si aggiunga la considerazione che il nuovo organo gestorio di Visbilia Editore spa – anche a voler tacere dei gravi episodi relativi alle violazioni della normativa inerente le comunicazioni al pubblico delle partecipazioni azionarie che può avere gravi ricadute sull’esercizio del diritto di voto in assemblea (violazione che parrebbe sia stata compiuta da chi stava a presiedere il nuovo Cda della società)- non può dirsi si sia posto in decisa discontinuità con il precedente consiglio di amministrazione”, “per aver presentato il bilancio 2022 all’assemblea di maggio 2023 in continuità con il bilancio 2021 e così a dirsi per la semestrale al 30 giugno 2023”.
Per i giudici del Tribunale, “potrebbe rilevare il fatto che allo stato non pare sia stata assunta alcuna iniziativa verso i precedenti componenti del consiglio di amministrazione in relazione ai gravissimi fatti, dannosi sotto più livelli, relativi alla violazione della disciplina della Cassa integrazione durante il periodo Covid, noti alla società fin dal 2022 in quanto emersi in esito a causa di lavoro presentata dalla dipendente Bottiglione al Tribunale di Roma” e per “l’aver affidato per altro tardivamente ad uno studio specializzato l’interlocuzione con Inps per sanare la posizione contributiva non esaurisce certo le possibili iniziative della società a riparazione dei gravi fatti di mala gestione”. Inoltre “potrebbe rilevare il non aver preso chiara e convincente posizione, anche a fronte delle richieste della Procura della Repubblica, sulle ragioni che hanno portato la società con i precedenti amministratori ad accordare a Visibilia srl in liquidazione una dilazione nel piano di rientro del suo debito con saldo portato dal 2023 al 2025; questo accordo non si comprende alla luce, da un lato, della situazione in cui Visibilia Editrice srl e Visibilia Editore spa si trovavano già a settembre 2022 considerando che il bilancio di Visibilia Editore 2022 si sarebbe chiuso con una situazione rilevante” di mancanza di capitale sociale “e quello di Visibilia Editrice srl con patrimonio netto negativo, dall’altro della disponibilità dei soci di controllo di Visibilia srl in liquidazione” a far fronte ai debiti della società.
In base a tutto questo, per il tribunale “appare del tutto attuale e prioritaria l’esigenza di monitorare con attenzione tutti gli indici che incidono” sulla possibilità della società di continuare a operare, anche alla luce del fatto che il Collegio sindacale ha indicato una possibile tensione finanziaria del gruppo “che potrebbe manifestarsi nel primo semestre del 2024 o anche prima se l’azionista Sif non darà esecuzione all’impegno assunto di versare quanto manca per
coprire” la parte mancante dell’aumento di capitale sociale “fino a 600 mila euro”.
Per tutti questi motivi, secondo i giudici, “molteplici dei profili di criticità evidenziati dai ricorrenti e dalla Procura della Repubblica allo stato meritano un approfondimento istruttorio, in relazione al sospetto della violazione da parte degli amministratori dei propri doveri idonea a compromettere il corretto diligente esercizio dell’attività di gestione e di controllo dell’impresa nell’interesse sociale e tale da determinare pericolo di danno per la società amministrata”. Di più: “gli elementi versati agli atti allo stato sono sufficienti per ritenere superata la soglia del mero e generico sospetto, sussistendo preoccupanti argomenti di prova che necessitano, considerando altresì le opposte allegazioni degli amministratori, di un ulteriore approfondimento, anche di natura probatoria, quale appunto quello apprestato dall’ispezione“.
A questo fine, i magistrati hanno chiesto alla dottoressa Daniela Maria Ausilia Ortelli di Milano di condurre una ispezione su Visibilia Editore per valutare “la correttezza della predisposizione del bilancio di esercizio 2022 e della semestrale 2023 sul presupposto della continuità aziendale anche considerando la voce avviamento e la voce crediti per imposte anticipate“, “l’andamento attuale della società anche in relazione agli obiettivi del business plan 2023 2025”, “la coerenza delle iniziative dell’organo di amministrazione rispetto al business plan e l’adeguatezza degli assetti organizzativi contabili, amministrativi”, “l’utilità della revoca della sospensione del POC deciso da ultimo dal Consiglio di amministrazione” e “il rispetto del piano di rientro da parte delle debitrici Visibilia Concessionaria srl e di Visibilia srl in liquidazione con indicazione dell’eventuale scaduto del debito di Visibilia Concessionaria srl”. “Si tratta di argomenti che necessitano di un approfondimento d’indagine al fine di raccogliere elementi fattuali necessari per esprimere una valutazione sulla attività dell’organo gestorio in vista della conferma o smentita dei fatti denunciati come irregolari al Tribunale”, scrivono i giudici.
Ora Visibilia Editore, come i suoi amministratori ed ex amministratori che si erano opposti all’ispezione (tra i quali Dimitri Kunz, compagno di Santanchè, e Fiorella Garnero, sorella del ministro), potranno oppore opposizione alla decisione del Tribunale.
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Londra, 8 gen. (Adnkronos) - Il principe Andrea è stato denunciato alla polizia con l'accusa di aver utilizzato un nome falso per registrare un'azienda. Lo scrive il New York Post, secondo cui il terzogenito della regina Elisabetta utilizzò lo pseudonimo di Andrew Inverness nel 2003, quando assieme al magnate della vendita al dettaglio di articoli sportivi Johan Eliasch fondò una società chiamata Naples Gold Limited. Andrew, che possedeva quattro società collegate a quelle registrate con lo stesso nome presso la Companies House (l'agenzia del governo britannico che tiene il pubblico registro delle imprese), è stato descritto come un "consulente" sui moduli ufficiali, come mostrano i documenti ottenuti dal Post.
Ora, il gruppo anti-monarchico Republic ha accusato l'ex membro della famiglia reale di aver falsificato documenti ufficiali. Graham Smith, amministratore delegato dell'organizzazione, ha presentato una denuncia ufficiale a Scotland Yard. La polizia metropolitana di Londra sta al momento valutando se siano necessarie ulteriori azioni nei confronti del duca. "I reali sembrano credere di poter agire impunemente, un'impressione rafforzata dalla mancanza di azioni della polizia sulle gravi accuse di corruzione e reati sessuali", ha detto Smith al Telegraph.
Ad Andrew fu conferito il titolo di conte di Inverness dalla sua defunta madre, la regina Elisabetta II, dopo le nozze con Sarah Ferguson nel 1986. Tuttavia - precisa il New York Post - utilizzando il nome Andrew Inverness nei documenti ufficiali, il fratello minore di re Carlo si è cacciato nei guai, poiché deve affrontare accuse di utilizzo di un falso nome per scopi commerciali. Tutto questo avviene subito dopo la clamorosa chiusura della società finanziaria che gestiva gli investimenti privati di Andrew.
Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) - “Nella storia del paziente con malattia di Parkinson ci sono veramente tante possibilità per una personalizzazione del trattamento: dalla terapia per bocca, all’infusionale, fino agli interventi chirurgici”. Così Anna Rita Bentivoglio, professore associato di Neurologia, Istituto di Neurologia Facoltà di Medicina Università Cattolica di Roma e responsabile Uos Disturbi del movimento, Policlinico Gemelli, all’Adnkronos Salute, chiarisce come si tratti “di una patologia complessa che non si esaurisce solo nel tremore a riposo, che è il sintomo conosciuto un po' da tutti, ma comprende altri disturbi, soprattutto non motori”.
Nei primi anni di malattia “le persone, nella maggior parte dei casi, prendendo poche pillole al giorno, riescono a guadagnare una condizione motoria e non motoria molto soddisfacente - spiega Bentivoglio - Considerando che ogni storia di malattia è diversa, dopo un certo numero di anni la giornata di chi soffre di Parkinson tende a complicarsi e iniziano a comparire delle fluttuazioni, sia motorie che non motorie. Ci sono quindi delle ore del giorno, subito dopo l'assunzione delle pillole, in cui il paziente si sente bene, il tremore scompare o diventa molto meno evidente, è meno rigido e, se è rallentato nei movimenti, diventa quasi normale nella loro esecuzione. Poi, man mano che si riduce l’effetto dei farmaci, il paziente ripresenta i disturbi anche di notte: si fatica a dormire perché, per esempio, si fatica a girarsi nel letto. Grazie all’infusione dei farmaci, nel paziente con malattia complicata, il sonno torna a essere ristoratore”.
Quando la strategia di primo livello, dove si prendono le pillole per bocca, non è più sufficiente, è necessario passare al secondo che prevede l’iniezione “dei farmaci sottocute oppure li possiamo inserire direttamente nell'apparato digerente attraverso una piccola cannula che si mette nella parete dello stomaco e che si collega a una pompa che eroga piccolissime dosi di farmaco in maniera continua. Questo approccio - illustra la professoressa - cerca di rendere continua la stimolazione cerebrale rimpiazzando la dopamina, il neurotrasmettitore che è carente nel sistema nervoso centrale del paziente. La prima strategia è stata con dei farmaci dopaminoagonisti, ancora oggi è in uso la pompa con apomorfina. Da diversi anni ormai però siamo in grado di iniettare direttamente la levodopa, anche se in una forma modificata, nel sistema digerente o sottocute. In questo modo viene assorbita molto più facilmente. L'ultima frontiera della terapia infusionale è l’impiego della foslevodopa/foscarbidopa sottocute attraverso una pompa di facile gestione da parte dello stesso paziente o dal familiare, il caregiver. La terapia può essere addirittura continuativa nelle 24 ore”. Il paziente può ricevere “dosi diverse, programmate dal neurologo di riferimento, in modo personalizzato: un po' più alte durante il giorno, quando le richieste sono maggiori e un po' più basse durante le ore notturne”.
Un secondo gruppo “di strategie di secondo livello per la gestione del Parkinson sono quelle chirurgiche che permettono, da circa 30 anni, di stimolare dei nuclei cerebrali, non solo chimicamente come fanno i farmaci, ma anche attraverso l'erogazione di piccole scariche elettriche. La possibilità di fornire a un paziente che ha delle fluttuazioni sia motorie che non, una terapia infusionale - chiarisce Bentivoglio - è particolarmente preziosa per tutti coloro che non sono disposti ad andare incontro a un intervento chirurgico”, o è controindicato per varie ragioni, non ultima l’età - dopo i 70 anni “ci sono infatti troppi rischi” - oppure in attesa dell’intervento.
Al di là della questione chirurgica, “l'indicazione al trattamento è per il paziente fluttuante che, con la terapia, non ha più una qualità di vita adeguata”. Si deve considerare che è necessario anche assumere le “medicine 5-6 volte al giorno, tutti i giorni”, magari trovandosi con il “problema irrisolto e con uno stigma lavorativo e sociale”. Questa terapia infusionale, “nella nostra esperienza - aggiunge - dà una svolta radicale alla qualità di vita, non solo della persona che ha la malattia ma anche dei suoi familiari e dei suoi caregiver naturalmente. Questo si può misurare a livello clinico, ma anche con le scale di qualità di vita che misurano tutta la difficoltà o il miglioramento nell'affrontare realtà quotidiane che vanno dall'allacciarsi i bottoni della camicia, a potersi nutrire senza imbarazzo quando si porta un cucchiaio alla bocca, dal guidare l'automobile, all'affrontare una giornata lavorativa. Quando le fluttuazioni sono importanti, si vede che la terapia infusionale determina una vera svolta nel miglioramento”. Tale aspetto, valutato negli studi registrativi, viene misurato anche dal clinico, nella valutazione periodica del paziente.
Il bisogno che spesso rimane non soddisfatto del paziente in fase complicata di malattia è però il riposo notturno. Il paziente che è in terapia con farmaci per bocca, la sera prende una dose molto inferiore rispetto a quella del giorno e la notte, dopo un certo numero di ore, quando si esaurisce l’effetto, comincia ad avere difficoltà, si sente rigido, ha difficoltà se si deve alzare per recarsi in bagno, ma anche girarsi nel letto. Il paziente quindi si sveglia continuamente, compromettendo la qualità del sonno che può veramente avere una svolta e tornare a essere ristoratore quando il paziente invece durante la notte riceve la giusta quantità di farmaco che - ricorda - gli permette di riposare”.
Prima dell’avvento della terapia infusionale sottocute, “lo stesso tipo di farmaco veniva somministrato all'interno del sistema nervoso digerente - conclude Bentivoglio - e questo richiedeva necessariamente di fare un piccolo foro sulla parete addominale, che pure se mini-invasivo, significa sempre un tramite che condizionava anche la possibilità di svolgere alcune attività.
Milano, 8 gen. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando provinciale di Milano stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla locale procura nei confronti di Aspiag Service (concessionaria del marchio Despar), società attiva nel settore della grande distribuzione organizzata, per l'importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore contrasto illeciti dell'Agenzia delle Entrate, hanno a oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera.
Le ipotesi investigative riguardano una "complessa" frode fiscale derivante dall'utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d'appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti, si legge nella nota del procuratore Marcello Viola.
In particolare, ricostruendo la "filiera della manodopera", è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati "schermati" da società "filtro" che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (le cosiddette società 'serbatoio'), che avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell'Iva e gli oneri di natura previdenziale e assistenziale, secondo l'ipotesi accusatoria. Nei confronti delle persone giuridiche coinvolte sono state contestate anche condotte di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società, a favore di quest'ultima.
Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) - Giancarlo Benelli è stato nominato Senior Vice President e Head of Europe di BeiGene Ltd, azienda oncologica globale che intende cambiare il suo nome in BeOne Medicines Ltd. Effettiva dal 1 gennaio, la nomina – si legge in una nota - rafforzerà l’impegno dell'azienda a portare farmaci di grande impatto a un maggior numero di pazienti in tutta Europa. “Siamo lieti di dare a Giancarlo il nostro benvenuto in BeiGene e nel nostro percorso di trasformazione che consoliderà il nostro posizionamento globale di innovazione in oncologia - afferma John V. Oyler, Co-fondatore, presidente e Ceo di BeiGene - Giancarlo porta con sé una vasta esperienza e un curriculum comprovato nell’industria farmaceutica che saranno fondamentali per continuare a far crescere la nostra presenza in Europa guidata dal nostro ufficio di Basilea, in Svizzera. La sua leadership e la sua visione si adattano perfettamente a BeiGene, in linea con il nostro impegno di espandere la nostra presenza globale e migliorare le nostre capacità in questo settore. Siamo impazienti di osservare l’impatto positivo che la sua esperienza porterà al nostro team e al nostro lavoro”.
Benelli è un dirigente a livello mondiale con più di 20 anni di esperienza nell’industria farmaceutica in aziende come Novartis e AstraZeneca. Più recentemente è stato Vice President e Head Radioligand Therapy International Markets di Novartis. “Sono onorato e orgoglioso di unirmi a BeiGene in questa fase fondamentale della crescita dell’azienda - commenta Benelli - L'impegno di BeiGene nella scoperta e nello sviluppo di trattamenti innovativi che siano al tempo stesso accessibili è perfettamente in linea con i miei valori personali e professionali. Sono impaziente di entrare in contatto con più di 800 colleghi in tutta Europa per contribuire all’ambizione comune di trasformare la vita dei pazienti oncologici. Insieme, cercheremo di espandere la nostra presenza e il nostro impatto in Europa, portando speranza e guarigione a coloro che ne hanno grande necessità”.
Prima di diventare Head Radioligand Therapy International Markets a Novartis, Benelli ha ricoperto il ruolo di General Manager di Advanced Accelerators Applications, con responsabilità nella ristrutturazione dell’organizzazione della produzione, di R&D, e del settore commerciale di Saint Genis Poully in seguito all’acquisizione da parte di Novartis, garantendo la continuità aziendale e lanciando con successo 177lutezio oxodotreotide sia in Francia che in Italia nelle sfide successive alla fusione. Benelli ha conseguito un dottorato in medicina e un diploma post-laurea in chirurgia toracica, entrambi all’Università di Genova, e un diploma in economia sanitaria all’Università di York (Regno Unito).
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Nella Costituzione italiana ci riconosciamo tutti e non abbiamo nulla da dimostrare come Fdi e come parte politica che all’origine viene dal Movimento Sociale, e che non ha intenzione di rinnegarlo. Oltretutto rammento che il Msi nasce per far accedere alla democrazia coloro, milioni di persone, che provenivano dal ventennio fascista. È stato un percorso importante. Se non ci fosse stato questo accesso, quelle persone avrebbero fatto altre scelte antidemocratiche. Percorso ampiamente accettato e favorito dai politici dell'epoca, con tanto di amnistia e altri strumenti di riconciliazione. Ma noi non c’entriamo nulla, non eravamo neanche nati. Sembra assurdo che tutto ciò che fu fatto nell'immediato secondo dopoguerra debba continuamente essere messo in discussione oggi per questioni di sciacallaggio politico". È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia intervenendo a Radio Anch'io, tornando su Acca Larenzia e invocando "una commissione d'inchiesta per fare luce".
"Quello che era accettato subito dopo il ventennio da democristiani e comunisti viene oggi strumentalmente messo in discussione, senza che ci sia alcun pericolo per la nostra democrazia. Tutti sanno che le organizzazioni extraparlamentari nostalgiche di quell'esperienza storica hanno percentuali elettorali da prefisso telefonico. La mia generazione -ha aggiunto- ha preso le distanze da epoche remote, non da adesso perché stiamo al governo. I giovani del Fronte della Gioventù rompono con la cerimonia dei saluti romani negli anni '80 proprio perché non intendevano essere sovrapposti a quei rituali. Abbiamo costruito un progetto politico nuovo e moderno, distinto e distante da qualunque nostalgismo. Dall’epoca per questo motivo ci rechiamo sul luogo dove sono stati uccisi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni alle 9 del mattino in delegazione”. Sulla presenza di Castellino nel 2008 accanto a Giorgia Meloni, Rampelli puntualizza: "Giorgia Meloni anche quell’anno si recò con noi alle 9 del mattino per deporre fiori a Via Acca Larenzia. Castellino non faceva parte della delegazione perché non è mai stato parte della nostra comunità, si trovava lì semplicemente perché lui e il suo movimento gestivano quella sede".
Sul perché di una commissione d'inchiesta, Rampelli chiarisce: "I ragazzi uccisi hanno diritto sia alla giustizia sia alla verità storica. Sarà difficile avere giustizia dopo 50 anni, anche se non disperiamo che la Procura della Repubblica possa riaprire le indagini su questa strage perché ci sono evidenti elementi che lo rendono possibile. Ma la commissione serve per capire perché c'è stata impunità verso chi ha usato armi da guerra per uccidere ragazzi innocenti di destra e di sinistra. Serve a capire chi ha messo armi da guerra, come la mitraglietta Skorpion con cui sono stati uccisi Bigonzetti e Ciavatta, perfino chili e chili di esplosivo nelle mani di giovani di 18 anni. A chi si debba attribuire la responsabilità politica e morale di quella guerra civile strisciante che va sotto il nomignolo di strategia della tensione. Centinaia di famiglie, migliaia di persone sono state rovinate da quell’odio calcolato e incentivato dal sistema. Cui oggi è necessario dare un nome e un cognome, nel nome della verità e per rispetto delle vittime", conclude l'esponente di Fdi.
Kiev, 8 gen. (Adnkronos/Afp) - L'esercito ucraino ha reso noto che le sue forze hanno colpito un deposito petrolifero russo utilizzato dall'aeronautica di Mosca e situato a centinaia di chilometri dal confine fra i paesi in guerra.
"Le forze di difesa ucraine hanno colpito il deposito petrolifero russo a Engels" nella regione di Saratov, ha dichiarato lo stato maggiore ucraino in una nota sui social media, aggiungendo che "questo deposito petrolifero forniva carburante all'aeroporto militare Engels-2, dove si trovavano gli aerei strategici nemici".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "La sanzione inflitta dal Collegio di garanzia della Corte d’Appello di Cagliari nei confronti della presidente Alessandra Todde appare sproporzionata e ingiustificata". Lo afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle Sabrina Licheri.
"La presidente Todde aggiunge- rappresenta un modello di politica trasparente e lontana da logiche di favore o interessi particolari. Esprimo pieno sostegno alla sua azione amministrativa, guidata da principi di correttezza e attenzione esclusiva al bene dei cittadini. Confido che questa vicenda si risolva nel rispetto della legge e della giustizia, affinché non venga messa in discussione la credibilità e il lavoro svolto dalla presidente Todde per la Sardegna. Come Movimento, saremo sempre al fianco di chi opera con trasparenza e integrità per il bene della comunità”.