Zelensky che insiste sull’urgenza dell’invio di nuove armi per prevalere nella controffensiva, mentre ringrazia l’Italia per il sostegno ed è “convinto che gli Usa resteranno con noi e l’Europa sarà dalla nostra parte”, nonostante il recente accordo al Congresso per evitare lo shutdown abbia rimandato l’invio di ulteriori aiuti. Ma il ministro della Difesa Guido Crosetto chiarisce che l’ottavo pacchetto di aiuti di cui ha parlato nei giorni scorsi il titolare della Difesa Tajani non è certo ma allo studio e che “la prossima primavera possa essere il periodo in cui, esaurite da entrambe le parti le armi per cercare di imprimere una svolta da una parte e dall’altra, si possa aprire un tentativo di dialogo”. Zelensky parla di guerra in Ucraina in un’intervista nell’ambito delle celebrazioni di ‘Sky 20 anni‘, mentre sempre sul tema del conflitto intervengono Crosetto dal Festival delle Città a Roma e il leader M5s Giuseppe Conte, che – sempre dall’evento dell’emittente – ha rilanciato l’obiettivo dei negoziati di pace. “Dall’inizio abbiamo detto che se vogliamo aiutare l’Ucraina va bene il primo pacchetto di armi, il secondo e il terzo ma poi, colmata l’asimmetria sul piano militare, dobbiamo puntare su un piano di pace – ha spiegato Conte -. Arriveremo al punto in cui l’economia si deprime in tutta Europa e le persone non l’accettano più – ha aggiunto l’ex premier -. Se puntiamo solo sull’escalation militare saremo perdenti. È già successo in Afghanistan, dove tutto il fronte occidentale, gli Stati Uniti per primi senza avvisare alleati, sono usciti. Al Congresso americano stanno bloccando l’invio di armi, la Polonia dopo le elezioni potrebbe non inviare più armi, il nuovo premier slovacco Fico non invierà più armi – ha aggiunto facendo riferimento alla rielezione del leader dei socialdemocratici nazionalisti, contrario a ulteriori aiuti a Kiev e alle sanzioni contro la Russia -. Quando entrerà nel vivo la campagna elettorale americana non arriveranno più armi. Non era meglio indire una conferenza su pace e sicurezza con Onu e Vaticano?”.
A fare riferimento alla Santa Sede anche il presidente ucraino, che ha detto di avere invitato Bergoglio a Kiev, dopo lo scontro a distanza a seguito del discorso di Papa Francesco bollato come “propaganda imperialista” ai giovani cattolici russi. “Dobbiamo innanzitutto focalizzarci su questioni umanitarie, sul ritorno dei bambini deportati dall’Ucraina nella Federazione russa, questo compito è molto importante, sarei molto lieto di avere l’appoggio e sostegno del Papa, del Vaticano e dell’Italia”, ha aggiunto Zelensky che, dal punto di vista militare, ha confermato che “la nostra controffensiva va avanti, passo dopo passo facciamo tutto per respingere il nemico. Le difficoltà è che ci sono campi minati, mancano proiettili e l’antiaerea. La difesa aerea è importante per la controffensiva ma anche per proteggere la popolazione“, ha continuato richiamando ancora una volta la necessità di rifornimenti militari da parte degli alleati, specie in vista dell’inverno, che “è un’altra sfida per la nostra popolazione e per i militari ucraini. Dobbiamo attraversarlo senza perdere iniziativa sul campo di battaglia”, ha aggiunto.
Se il sostegno alla causa ucraina resta fondamentale per Zelensky, Crosetto ha evidenziato come “l’opinione pubblica col tempo si è staccata dalla guerra perché questa ha coinciso con l’aumento dell’inflazione, la crisi industriale e di produzione. Tutto questo ha creato un peggioramento delle condizioni di vita nei Paesi delle democrazie occidentali“. Un’evoluzione che per il ministro della Difesa non è sorprendente, anzi, “è abbastanza naturale e assolutamente prevedibile“. E dopo avere rilanciato l’ipotesi che in primavera si possa avviare il dialogo – nonostante Zelensky abbia puntualizzato che finora la Russia si sia opposta a qualsiasi prospettiva di tregua – Crosetto ribadisce quanto sia remota l’ipotesi delle armi nucleari. “Tutti i tecnici sono propensi a dire che nessuno pensa realmente” al loro utilizzo. “Contro la follia però nessuno può nulla. Ad oggi non penso ci siano le condizioni per portare ad un’escalation nucleare“. E sull’ulteriore pacchetto di aiuti ha precisato: “Non possiamo dire” se ci sarà. “Tajani ha detto che ci si sta pensando. I pacchetti si costruiscono sulla base delle richieste e dell’opportunità di soddisfarle. Se sarà possibile farlo si potrà costruire l’ottavo pacchetto, ora stiamo valutando le richieste”.