C’è una nuova raccapricciante svolta delle indagini sulla “setta del digiuno”. Le autorità keniote hanno scoperto 214 stanze di tortura collegate al culto creato nel Paese africano dal controverso predicatore Paul Mackenzie. Una setta a tutti gli effetti, venuti a conoscenza degli orrori inflitti ai suoi adepti. Le vittime del culto, attratte dalle promesse di salvezza e dalla possibilità di “vedere Gesù in paradiso” attraverso il digiuno, sono state costrette a subire violenze estreme, comprese violenze mortali, nelle stanze di tortura sparse nella foresta di Shakahola, nell’entroterra della cittadina turistica di Malindi.
Secondo quanto riportato dal quotidiano The Standard, i corpi di almeno 450 individui sono stati rinvenuti in fosse comuni all’interno della foresta di Shakahola. Gli investigatori governativi hanno dichiarato che gli adepti del predicatore Mackenzie sono stati costretti a trasferirsi dalle proprie case per digiunare in queste stanze di tortura, considerate come camere di sofferenza e privazione.
Un investigatore governativo ha affermato: “È chiaro che sono stati costretti a digiunare ed è stato loro ordinato di non interrompere il digiuno e di evitare di essere scoperti da estranei.” La polizia, durante le perquisizioni nelle stanze di tortura, ha recuperato pezzi di stoffa, corde e altri oggetti descritti come “strumenti orrendi”. Il predicatore Paul Mackenzie è stato arrestato nei mesi scorsi e le autorità keniane hanno avviato un’inchiesta completa sulla setta dei digiuni e sugli abusi inflitti ai suoi adepti.