“Sensazione stupenda” è il disco della “rinascita” e della voglia di “vivere” dopo anni di pandemia. Tommaso Paradiso è tornato con il suo secondo disco (il più bello della sua carriera) prodotto da Matteo Cantaluppi e interamente prodotto dal cantautore stesso. L’album è stato anticipato dai singoli “Viaggio Intorno Al Sole” (disco d’Oro) e “Amore Indiano” in collaborazione con i Baustelle, oltre alla title track e al singolo “Blu Ghiaccio Travolgente”. Dal 16 novembre il tour in tutta Italia “Tommy 2023” con l’ex collega e chitarrista dei Thegiornalisti, Marco Rissa. “Ma escluso qualsiasi ipotesi di reunion”, specifica a FqMagazine Paradiso.
“Per sempre ragazzi” è un messaggio di speranza anche per le nuove generazioni. Agli studenti protagonisti degli scontri con la polizia a Torino cosa consiglieresti?
Dove prolifera l’ignoranza, prolifera il male. Sono basico su questo. Tutte le grandi società di tutti i tempi, tutte le repubbliche e le civiltà sono decadute e morte quando si sono imbarbariti i costumi. È successo da Roma all’Egitto, ovunque. Non sono moralista, ma l’impoverimento dell’etica e della morale fa solo male e laddove esiste una educazione sentimentale e intellettuale, c’è una visione della società giusta e fortunata. La felicità del mondo è la conoscenza: più studi e sei formato con un bagaglio culturale, più la società migliora.
Infatti manifestano per il diritto allo studio…
Per questo ho molta fiducia nei ragazzi di oggi, sono molto attenti dal gender ai temi ambientali. Una speranza c’è.
“Ho bisogno di proteggerti” dici alla tua città Roma in “Quando si alza il vento”. Da cosa?
Sono triste quando vado la mia città abbandonata, sporca e con rifiuti ovunque con secchi colmi di immondizia. E non c’è differenza tra centro e periferia. Passano i sindaci, ma tutti i problemi rimangono uguali. Sono molto affezionato al tema dell’ecologia. Ti racconto un aneddoto…
Quale?
Quando mia madre mi portava in macchina con lei, succedeva una cosa che lì per lì non capivo e mi metteva un po’ anche in imbarazzo. Lei quando vedeva qualcuno che lanciava un oggetto dal finestrino – che fosse una sigaretta, un foglio di carta o un fazzoletto – fermava il traffico e suonava il clacson. Poi, molto educatamente, invitava quella persona a raccogliere ciò che aveva buttato.
Le cose non sono cambiate?
Quest’anno sono stato in giro per la Spagna, cosa che faccio ormai faccio spesso perché la amo, e Madrid è una città straordinaria, pulita. Quando fumavo fuori dal locale non mi veniva di buttare il mozzicone così per strada, ma andavo alla ricerca di un posacenere. Questo per dire, che se vivi in una città così sporca il cittadino non viene nemmeno invogliato al senso civico.
Cosa intendi con “scrivo per non morire” in “Sensazione stupenda”?
Abbiamo vissuto dentro la pandemia, coi morti snocciolati quotidianamente. Quando finalmente sono uscito dalla scatola di casa ho rivisto il mondo, ho riabbracciato le persone. C’era un’energia speciale. Così accade con la scrittura. Qualsiasi forma d’arte è unica e conserva la memoria storica della nostra vita. Per questo ho immaginato in un futuro prossimo, quando la terra scomparirà tra 5 miliardi di anni, come dicono gli scienziati, che un frammento di ghiaccio con dentro tutta la nostra storia finisca su un altro pianeta a testimonianza della nostra memoria e cultura, da tramandare.
“Figlio del mare” parla di un momento buio. Cosa è successo?
Dopo alcuni anni, dopo lo scioglimento della band Thegiornalisti, ho avuto dei problemi mentali, non gravi sia chiaro. Ho avuto delle ansie e angosce che sono poi esplose. Non riuscivo a far cose semplicissime come, ad esempio, comprare il latte o un pacchetto di sigarette. Deambulavo. Questa canzone l’ho scritta due estati fa ero in Corsica da solo, su una spiaggia lunghissima e bianchissima e non c’era nessuno. Mi sono ritrovato finalmente da solo a camminare con le mie gambe. È stata la mia canzone della rinascita, l’aver superato tante paure e angosce.
Hai pubblicato una foto con Marco Rissa, ex componente dei Thegiornalisti. Vi siete ritrovati?
In realtà non ci siamo mai persi di vista. Già prima dello scioglimento mi aveva detto che qualsiasi cosa sarebbe successa, sarebbe stato al mio fianco. Poi c’è stata la pandemia e non abbiamo potuto far altro. In tutto questo tempo ci siamo frequentati, siamo andati a cena, ma non abbiamo mai postato nulla sui social. Poi lo abbiamo fatto per ‘Sensazione stupenda’ e annunciare che lui suonerà di nuovo la sua chitarra con me sul palco del prossimo tour.
Anticipo di una reunion dei Thegiornalisti?
No assolutamente. Anche perché di fatto la musica che ascoltate è sempre quella dei Thegiornalisti!
Hai detto più volte che non andrai a Sanremo. È snobismo?
No, non è snobismo. La mia dimensione è quella del live e stare due ore a contatto con il mio pubblico. Inoltre non mi piace l’idea di gara nella musica. Non è nella mia natura gareggiare. Adoro il Festival di Sanremo e lo guardo sempre in tv con gli amici in casa, mentre ceniamo.