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E’ allergica all’acqua da quando aveva 8 anni, il dramma di Tessa: “Sotto la doccia rischio di svenire, il mio cuoio capelluto sanguina”

“L’orticaria acquagenica è una forma rara di orticaria fisica, indotta cioè da agenti e stimoli fisici esterni, dovuta al contatto con l’acqua, indipendentemente dalla sua temperatura e dal pH”, spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Eleonora Nucera

di Ennio Battista

Tra le tante allergie, questa è indubbiamente spiazzante. L’ha fatta conoscere al pubblico di Instagram Tessa, una ragazza americana di 25 anni. A cosa è allergica? All’acqua. Sì, avete capito bene. È una patologia chiamata orticaria acquagenica ed è una condizione rara che le provoca eruzioni cutanee anche quando le cadono lacrime e sudore. “Già all’età di 8 anni, uscivo dalla doccia e avevo enormi eruzioni sulla pelle, e il mio cuoio capelluto sanguinava dopo essermi lavata”, ha raccontato Tessa Hansen-Smith. Sua madre, la dottoressa Karen Hansen-Smith, è un medico di medicina generale ed è stata la prima persona a capire che sua figlia aveva un’allergia all’acqua, dopo anni di test da parte di specialisti. Tessa sostiene che se beve acqua o mangia cibi con un alto contenuto d’acqua, avverte una sensazione di bruciore, quindi beve soprattutto latte, poiché il suo contenuto d’acqua è bilanciato dai grassi e dalle proteine.

Vietata la doccia

Come si regola Tessa con le docce? Sempre su Instagram, la ragazza racconta che “ho pulito il mio corpo con salviettine umide appositamente progettate per questo, ma anche quelle fanno male”. “Stare sotto la doccia per più di 5 minuti, cercando anche di non svenire mentre c’è l’acqua che mi colpisce, non è un’esperienza rilassante di self-care come può esserlo per gli altri”, spiega. “Stiamo lottando ora per pagare le mie spese mediche e arrivare a fine mese”, ha scritto in una pagina GoFundMe creata per aiutare a coprire le spese attuali e future.

Conosciamola meglio

L’orticaria acquagenica è una forma rara di orticaria fisica, indotta cioè da agenti e stimoli fisici esterni, dovuta al contatto con l’acqua, indipendentemente dalla sua temperatura e dal pH”, spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Eleonora Nucera, direttore del servizio di allergologia e immunologia clinica al Policlinico Gemelli. “Il sintomo principale è il prurito che insorge entro 2-30 minuti dal contatto e regredisce in genere dopo 30 minuti. Solo raramente si manifesta con piccoli pomfi circondati da un alone eritematoso. Non è mai stata dimostrata una causa allergica specifica. La sua origine è verosimilmente riconducibile al rilascio di istamina dai mastociti (si tratta di cellule ricche di questa sostanza presenti anche sulla cute) o di acetilcolina dalle terminazioni del sistema nervoso”.

Le terapie

Professoressa Nucera, che terapia abbiamo a disposizione? “La terapia si basa sull’uso di antistaminici associati all’impiego di creme barriera da applicare prima del contatto con l’acqua. Se questi trattamenti non risultano efficaci, si possono attuare altre strategie terapeutiche con farmaci che interferiscono sulle terminazioni nervose”.

E come risolvere l’impossibilità di bere acqua?

“In questi casi il paziente dovrebbe fare un ciclo di antistaminico per cercare di ridurre i sintomi correlati. Un altro farmaco che può essere dato in extremis è l’omalizumab, un farmaco biologico indicato nelle altre forme di orticaria resistenti alla terapia antistaminica ad alte dosi”.

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