Cinema

“Non idoneo a una proiezione ufficiale”, il caso del docufilm di Mimmo Calopresti su Gianni Versace

di Davide Turrini

Niente film su Gianni Versace alla Festa del Cinema di Roma 2023. L’imperatore dei sogni, docufilm diretto da Mimmo Calopresti sul celebre stilista calabrese, era stato invitato il 19 settembre scorso dal duo Malanga&Farinelli in quel dell’Auditorium romano per poi essere scartato nemmeno due giorni dopo. Motivo? Una parte di produttori, e soprattutto Santo Versace, non hanno dato l’ok definitivo al director’s cut di Calopresti. Querelle che peraltro non sembra potersi concludere con qualche ciak ulteriore o qualche rimaneggiamento in montaggio.

L’imperatore dei sogni rischia seriamente uno stallo quasi mortale. Tutto inizia, anzi ricomincia, quando con un comunicato ufficiale i selezionatori romani definiscono “non idoneo” il film di Calopresti. “Non sarà alla Festa perché ad oggi, per quanto attiene alla valutazione artistica, non risulta idoneo a una proiezione ufficiale, come emerso anche nel confronto avvenuto con la produzione del film, che nella fase di presentazione della proposta rimane l’unico interlocutore”, ha spiegato la direttrice artistica della kermesse capitolina Paola Malanga. L’imperatore dei sogni avrebbe dovuto chiudere la Festa di Roma il 29 ottobre 2023 con tanto di party a cui Calopresti aveva già invitato Carla Bruni, mentre per Naomi Campbell era in stand-by il messaggino su WhatsApp.

Il film è prodotto al 50% dalla Minerva Pictures di Gianluca Curti che ha proprio in Santo Versace il suo presidente dal 2019, e per l’altro 50% dalla Quality Film di Amedeo Letizia e Mariella Li Sacchi. A quanto pare sono questi ultimi a proporre il film, anzi il docufilm, alla Festa di Roma la prima volta con Malanga&Farinelli che raccolgono la proposta in un amen. Appena la scelta arriva all’orecchio di Curti ecco il patatrac. “Il film a mio parere non è ancora finito, va migliorato”, dichiara il produttore contrario alla proiezione romana. Anche se, come dichiarato a THR, Curti fa riferimento a un possibile scambio di pareri sul film con Malanga in precedenza, rilanciando peraltro per una partecipazione a Berlino, Cannes o addirittura Roma 2024 con il film “migliorato”.

In tutto questo bailamme (improbabile che una vicenda del genere potesse capitare nella selezione di Venezia o Cannes o perfino al TFF ndr) è però Calopresti a non rassegnarsi allo stop imposto da Curti e dalla famiglia Versace. Il regista calabrese parla di “censura preventiva”, mentre il produttore Letizia di Quality Film – 550 milioni investiti nel progetto – intervistato da THR ha spiegato che alle riprese iniziate nel settembre 2022 Minerva si è aggiunta mesi dopo “su interessamento di Santo Versace”: “Minerva è sempre stata informata di tutto. Abbiamo scelto insieme gli attori e visto la sceneggiatura. A febbraio dello scorso anno abbiamo organizzato una proiezione del premontato del film a Roma, invitando Minerva. Non venne nessuno”. E ancora, proprio durante l’ultima Mostra del Cinema di Venezia Minerva chiede a Quality di fermare il montaggio del film, ma per Letizia era troppo tardi per farlo: “Dicevano però che Santo voleva darci un’intervista in cui avrebbe detto cose inedite sul fratello”. Risultato? Nessuna intervista concessa e ulteriore ritardo nel mettere la parola fine alla produzione del film. Poi arriva il 15 settembre con Calopresti, Curti, un rappresentante della Film Commission Calabria e la Quality Film che incontrano i selezionatori di Roma: “Curti ha detto che il prodotto era eccezionale”. Ma da Minerva arriva la richiesta di qualche altra modifica in montaggio che Calopresti concede.

L’epilogo, infine, arriva il 19 settembre con una mail di Minerva a Quality dove è scritto che il presidente Santo Versace “si dissocia” e “intende togliere il marchio dal film” pur volendo continuare ad occuparsi delle vendite”. Parola agli avvocati, insomma. Anche se Quality e Calopresti stragi urano che il film uscirà lo stesso “con o senza Minerva”. Di certo, senza anteprima alla Festa di Roma.

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