Era attesa per la mattinata del 5 ottobre, ma è stata rinviata al prossimo 13 novembre la sentenza di primo grado del processo a carico di Andrea Piazzolla accusato di circonvenzione di incapace ai danni di Gina Lollobrigida, la diva scomparsa lo scorso 16 gennaio, di cui il 35enne era l’assistente dal 2009. Dato che l’attrice, oltre ad aver destinato la quota disponibile del testamento proprio al suo fido factotum, aveva ripetutamente dichiarato alla stampa che l’uomo si è sempre preso cura di lei come un figlio, le ha salvato la vita più volte portandola con urgenza in ospedale, l’ha assistita in ogni sua esigenza connessa alla sua vita professionale come a quella privata, è fuori discussione il rapporto di grande affetto e stima reciproca che intercorreva tra i due, un legame testimoniato anche in tempi recentissimi da alcune famose interviste televisive realizzate da Mara Venier nella trasmissione Domenica In.

Al centro della vicenda giudiziaria partita da una denuncia di Milko Skofic, figlio dell’attrice, c’è l’ipotesi che Piazzolla abbia potuto manipolare e piegare alla sua volontà la Lollo dilapidando negli anni il suo ingente patrimonio grazie al fatto che la diva fosse affetta da una forma di deficienza psichica, tesi portata avanti dall’accusa che, attraverso il pubblico ministero Eleonora Fini, ha chiesto una condanna a sette anni e sei mesi di carcere.

La questione della piena capacità di intendere e volere della Lollo è dirimente, perché è proprio in base a questa che il giudice potrà stabilire se sia ravvisabile o meno il reato di circonvenzione di incapace punibile dall’articolo 643 del codice penale. In queste ore alcuni quotidiani, a supporto della tesi dell’accusa, stanno riportando le conclusioni dello psichiatra forense Massimo Di Genio che nel 2018 aveva diagnosticato all’attrice un indebolimento rispetto alla capacità di percepire correttamente la realtà, “un indebolimento tale da provocarle una condizione di deficienza psichica e di menomazione del potere di critica” per cui l’attrice “non era affetta da infermità mentale ma aveva una personalità con caratteristiche disarmoniche in cui erano emersi tratti di tipo narcisistico, ossessivo-compulsivo, istrionico e paranoideo” come riporta Anna Vagli su Fanpage.

Per completezza di informazione però andrebbero riportate almeno altre due perizie redatte dai professori Alberto Siracusano e Fabrizio Iecher che confutano e contestano radicalmente la metodologia adottata e le conclusioni tratte da Di Genio. Più precisamente Siracusano, professore ordinario di psichiatria dell’Università Tor Vergata di Roma, sempre nel 2018 stilò una perizia che stabilì che “la signora Gina Lollobrigida non fosse persona suggestionabile né circonvenibile né tantomeno che fosse affetta da una condizione di infermità mentale o deficienza psichica tale da renderla persona circonvenibile”. Di pari avviso è Iecher, docente di psichiatria forense dell’Università Roma Tre, che stabilì che la Lollo “durante interazioni e discussioni in presenza sua e del suo assistente, evidenziò palesemente di avere un carattere determinato, combattivo, in assenza di una vera vulnerabilità e di una qualsivoglia sudditanza psicologica verso il suo interlocutore”.

Inoltre, per meglio comprendere questa lunga e interminabile vicenda giudiziaria che coinvolge una persona nei confronti della quale Gina Lollobrigida ha sempre pubblicamente dichiarato la propria incontrastata fiducia, non possiamo trascurare un particolare di cui ho precedentemente trattato in questo blog, particolare confermato anche dall’avvocato Annamaria Bernardini De Pace che in una recente intervista al settimanale Gente dichiara: ”ritengo che il processo sia nato da un desiderio di vendetta, la vendetta di Javier Rigau (sedicente vedovo della Lollo) e di Milko Skofic che, essendo stati cacciati dalla vita di Gina e da Gina stessa, non hanno più avuto nulla di che mantenersi”. Tutti elementi che, al netto di quello che verrà deciso nella sentenza di primo grado, non potranno non pesare sulla bilancia che stabilirà se ad Andrea Piazzolla possa essere o meno ascrivibile il reato di circonvenzione di incapace.

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