Cronaca

Arrestato uno storico dirigente di Amadori: “Spariti 30 milioni di euro di carne di pollo”

Non solo le faide familiari sull’assetto societario, Amadori ora è scossa da un nuovo terremoto interno. Uno storico dirigente del gruppo che alleva polli è stato arrestato, dopo essere stato licenziato una decina di giorni fa, con l’accusa di aver messo in piedi una sorta di organizzazione parallela – probabilmente coinvolgendo altri dipendenti – per sottrarre grandi quantità di carne. L’ammanco – secondo il Resto del Carlino – sarebbe milionario: una cifra vicina ai 30 milioni di euro, anche se il gruppo parla di un danno “sensibilmente inferiore”. Fatto sta che il dirigente è finito ai domiciliari pochi giorni dopo essere stato allontanato, a valle di una “verifica interna”, dall’azienda.

Il dirigente aveva incarichi nell’intero gruppo, sia nello stabilimento di San Vittore di Cesena sia in quello di Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo. I sospetti per ammanchi di ingenti quantità di prodotti, riferisce sempre il quotidiano bolognese, circolavano da tempo ma non risultavano nella contabilità aziendale. Una delle ipotesi è la messa in piedi di una sorta di mercato parallelo al quale i commercianti potevano approvvigionarsi a prezzi scontati e senza pagare l’Iva.

A lungo andare, però, il buco contabile sarebbe diventato talmente grosso da non poter più essere mascherato. Così sarebbe scattata la denuncia. Venerdì l’arresto, quando il dirigente si sarebbe recato allo stabilimento di Cesena per chiedere spiegazioni sul licenziamento. L’indagato – scrive il Carlino – era approdato in Amadori da un’altra azienda del settore avicolo. In tempi recenti era andato in pensione ma era stato riassunto con un contratto triennale per portare a termine il sistema di automazione integrato che avrebbe dovuto collegare la sede centrale di San Vittore con il polo produttivo di Mosciano Sant’Angelo. Le indagini proseguono per appurare se insieme al dirigente siano coinvolte altre persone interne ed esterne all’azienda.