Moda e Stile

Cos’è il Rambutan, il super frutto tropicale dai benefici a 360° per la salute e per la pelle

di Ennio Battista

Che cos’è il Rambutan - 2/4

Il Rambutan, o Nephelium lappaceum, è un frutto tropicale proveniente dall’area del Sud-Est Asiatico, particolarmente diffuso in Malesia che appare racchiuso in un piccolo guscio dal color rosso vibrante, con spine lunghe e flessibili che racchiudono un morbido frutto all’interno. Simile al Litchi, (nelle terre d’origine è definito come Litchi peloso) è considerabile un super food come la spirulina e i mirtilli grazie al suo importante contenuto di antiossidanti e vitamina C, oltre che di grassi buoni e proteine. È ricco di flavonoidi e composti fenolici, tra cui la quercetina, la corilagina, l’acido ellagico e la geraniina, considerate capaci di ridurre l’iperpigmentazione e con un forte potere antiossidante. Lo si trova come ingrediente all’interno di creme e sieri per migliorare la texture della pelle.

“Partiamo dal fatto che il retinolo, che è un alcol derivato della vitamina A, resta la sostanza più studiata e impiegata per i suoi interessanti effetti sul ricambio cutaneo. Ha un’azione esfoliante, rimuove le cellule morte e agevola la sintesi di collagene ed elastina. È insomma un prodotto ben collaudato”, spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Pucci Romano, dermatologa e Presidente di Skineco, Associazione scientifica di ecodermatologia.

Quindi il Rambutan?
“La cosmesi si nutre di novità. C’è stata l’epoca del burro di karité, dell’olio di Argan… È l’ennesima operazione di marketing. I consumatori sono saturi di notizie per cui si cerca di proporre loro continue novità”.

Tornando al retinolo, si parla anche di un retinolo naturale. Che differenza c’è?
“Su questo punto bisogna fare molta chiarezza. Non esiste un prodotto naturale, qualsiasi principio attivo derivato per esempio da un frutto o elemento presente in natura, va estratto e trattato, reso stabile chimicamente. Il naturale così come noi lo intendiamo in modo ingenuo non esiste. L’esigenza fondamentale dell’industria cosmetica è di offrire prodotti che siano fruibili dalla pelle attraverso procedimenti chimici. E la chimica verde o Green Chemistry è una grande alleata. Non voglio con questo affermare che una fonte naturale non sia un elemento di qualità. Ma se per esempio voglio produrre in laboratorio la vitamina C, sarà più ‘semplice’ renderla stabile; il processo risulta più complesso se la estraggo da un frutto”.

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