L'artista ha presentato nel tempio della musica jazz, il Blue Note di Milano, il suo primo disco “Dru”, prodotto da Best Sound, storica etichetta di Franco Godi, che ha curato personalmente la direzione artistica e gli arrangiamenti
“Ho amato molto e sono stato molto amato, ne parlo al maschile perché preferisco riferirmi al soggetto dell’amore. Se si parla d’amore, non posso dire troppe ca**ate. Ho ricevuto tanto, più di quanto ho dato. Raramente sono stato un soggetto che si è innamorato, io le farfalle le digerisco quasi subito! Mi è capitato poche volte di dire cavolo, io questa persona la amo”. Con la sincerità disarmante che la contraddistingue Drusilla Foer ha presentato nel tempio della musica jazz, il Blue Note di Milano, il suo primo disco “Dru”, prodotto da Best Sound, storica etichetta di Franco Godi, che ha curato personalmente la direzione artistica e gli arrangiamenti. Le tredici tracce, di cui dodici inedite, sono firmate da autori come Pacifico e Vittorio Cosma, Mariella Nava, Giovanni Caccamo, Mogol e Tricarico. Tra le collaborazioni del disco c’è anche Asia Argento in “Io ne voglio ancora”: “Quando ci hanno fatto sentire questo pezzo, mi piaceva cantarlo con qualcuno e forse mi piaceva cantarlo con qualcuno che non facesse la cantante ma che avesse una certa musicalità. Non volevo un personaggio troppo tranquillizzante. Asia è una donna che ha avuto degli strappi interni, mi sembrava che fosse figo fare un pezzo con lei. È una che sta anche sulle palle anche come me, è stato molto bello lavorare con lei, ci è piaciuto”. Un progetto musicale pensato e creato in tre anni, senza tralasciare nulla al caso.
Nonostante le premesse iniziali le canzoni d’amore nell’album ci sono e sono tre. Poi non mancano tanti temi importanti toccati dalla violenza sulle donne alla lotta contro “il pregiudizio, padre di tutti i mali, dell’emarginazione e dell’odio. Sempre a proposito del pregiudizio, Drusilla ci ha raccontato: “Una mia amica mi ha scritto sei come Camilla Parker Bowles. Ci hai messo tutta la vita e poi sei diventata regina! Adesso però bisogna farla la regina. A teatro dovevo spiegare chi ero e cosa facevo e perché, è il perché che a volte sfugge. A un certo punto la gente ha cominciato ad ascoltarmi. Quando c’è stata questa sensazione dell’ascolto mi sono presa molto questa responsabilità. Non ho più sentito il pregiudizio, probabilmente per una sorta di sordità emotiva. Non ho sofferto il pregiudizio”.
Quindi la musica, il teatro (il recital “Eleganzissima” e da gennaio la pièce di prosa musicale “Venere Nemica”), la TV (la co-conduzione di Sanremo 2022 e “Drusilla a l’almanacco del giorno dopo”) e qualche incursione nel cinema (annunciata per il 2024 la sua presenza nella serie Netflix “Tutto chiede salvezza”), cos’altro manca nel futuro dell’artista? “Mi piacerebbe doppiare un cartone animato e poi mi piacerebbe raccontare cosa ci è successo in qualche modo, non so con che linguaggio (potrebbe essere il cinema, ndr). Mi piacerebbe andare più in fondo. Sono stata accolta come personaggio in modo trasversale mi piacerebbe ricambiare questa generosità raccontando tutto, lo farò al momento giusto con linguaggio giusto”.
E una partecipazione in gara a Sanremo 2024? “Sanremo mi piacerebbe, mi hanno fatto fare ‘pipponi’ sull’unicità e mi sono commossa a dire quel che sento e penso. Ho passato belle ore libere e voglio tornarci con stessa convinzione di fare qualcosa di bello almeno per me. Sento l’esigenza di andare a Sanremo a dire qualcosa. La canzone è un piccolo manifesto e in quei minuti devi dire qualcosa di te e del tuo pensiero. Ci vuole una bella canzone”. C’è da scommettere che le quotazioni di un possibile ingresso di Drusilla tra i Big del prossimo Festival, al momento, siano alte. Potrebbe essere una nuova scommessa per Amadeus.