Una mossa per arginare la scalata di Totò Cuffaro. C’è questo, secondo i ben informati, dietro la scelta di Raffaele Lombardo di ritornare tra le braccia di Matteo Salvini. Un (nuovo) patto federativo con la Lega in vista delle Europee, che fa vacillare la maggioranza di Renato Schifani o perlomeno il suo sbilanciamento a favore di Cuffaro. Sono lontani i tempi in cui i due ex governatori regionali, allevati ancora imberbi nella scuderia politica di Calogero Mannino, camminavano a braccetto spartendosi il consenso elettorale nell’Isola, Raffaele a Oriente e Totò “Vasa vasa” a Occidente. Un’alleanza che portò Cuffaro, dopo essere stato costretto a dimettersi dalla condanna per favoreggiamento a Cosa nostra, a incoronare proprio Lombardo come suo successore. Pure lui però fu costretto a lasciare la poltrona anzitempo, dopo il rinvio a giudizio per corruzione elettorale e voto di scambio. Due vicende giudiziarie con esiti opposti: Cuffaro si è fatto quasi cinque anni di carcere a Rebibbia, mentre Lombardo è stato assolto in via definitiva lo scorso marzo.

Adesso lo scettro di kingmaker delle sorti politiche siciliane se lo contendono di nuovo loro, ma l’alleanza di un tempo è un lontano ricordo: a incenerirla è stato Lombardo, che da governatore voltò le spalle al compagno di partito ormai in carcere, alleandosi con la sinistra e imbarcando tra le proprie file tutti i cuffariani. La convivenza tra i due pertanto è ormai impossibile. Così l’appello del governatore Schifani per riunire le forze di centro è stato raccolto subito dal redivivo Totò con la sua nuova Dc, ma ha provocato a stretto giro gli strali di Lombardo: “Il presidente della Regione quando c’è Cuffaro di mezzo non dimostra grande equilibrio. Non era la scelta giusta, in questo contento non era possibile stare tutti assieme”, dice in un’intervista a La Sicilia. Il leader del Movimento per le autonomie – che da sempre si muove seguendo il principio divide et impera – cerca di rompere equilibri e così facendo riconquistare spazi per sè. E così annuncia il ritorno tra le file leghiste, dopo aver rotto già in passato un patto federativo col Carroccio.

Il partito di Salvini, però, nel frattempo ha imbarcato Luca Sammartino, l’ex renziano che contende il consenso elettorale di Lombardo a Catania. Sammartino, imputato in due processi per corruzione elettorale e molto vicino a Schifani (di cui è il vice in giunta) in questi giorni ha partecipato alla “Festa dell’Amicizia“, kermesse organizzata da Cuffaro a Ribera (Agrigento). Alla festa ha accolto molti renziani ed ex renziani, lasciando pensare che pure Sammartino sia in procinto di lasciare la Lega per abbracciare la nuova Dc. Di certo l’orizzonte politico di Totò è chiarissimo: riunire il centro e ritornare protagonista della politica isolana. E per guastargli la festa Lombardo annuncia il suo riavvicinamento a Salvini, lanciando così un messaggio altrettanto chiaro e ricordando a tutti che anche lui aspira a dare le carte. Uno scontro a due tutto giocato nell’ambito dei partiti regionali, mentre a quelli nazionali, al momento, non resta che stare a guardare.

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