Il ribaltamento dei ruoli ha regalato al calcio italiano due momenti memorabili in 19 giorni: un portiere che fa gol (il 19 settembre il laziale Provedel al 95’ della gara di Champions contro l’Atletico) e un centravanti che s’improvvisa portiere, blindando l-0 con l’uscita temeraria sui piedi di Puscas (il 7 ottobre il milanista Giroud sul campo del Genoa). L’eccezionalità che fa notizia: e se un episodio fa il giro del mondo nella sua atipicità, il secondo in meno di un mese ribadisce il concetto che il fascino del calcio è non solo nella bellezza delle giocate, ma anche nella sua imprevedibilità.

Le anomalie hanno prodotto letteratura: il titolo inglese conquistato dal Leicester nel 2016, la Coppa dei Campioni vinta per due volte di fila dal Nottingham Forest (1979 e 1980). Davide che abbatte Golia: il successo degli Usa sull’Inghilterra (mondiali 1950), il ko dell’Italia di fronte alla Corea del Nord (mondiali 1966), i campioni iridati in carica sconfitti nel match inaugurale del torneo successivo (l’Argentina battuta dal Camerun nel 1990 e la Francia bastonata dal Senegal nel 2002). Ma nei casi di Provedel e Giroud c’è qualcosa di particolare: l’esaltazione della follia di un ruolo. Il portiere. Il giocatore più solitario di una squadra di calcio. Il più trasgressivo: solo lui può usare piedi e mani. Il football moderno ha dilatato le sue competenze. Oggi viene chiesto a chi soggiorna tra i pali di avviare l’azione: in alcuni casi le statistiche hanno dimostrato che il portiere aveva addirittura toccato il pallone con maggior frequenza rispetto agli altri compagni di squadra.

Il portiere è letteratura. Albert Camus si esibiva tra i pali. La tubercolosi mise precocemente fine alla sua carriera e lui si dedicò allora all’attività di scrittore a tempo pieno, ma continuò a seguire il calcio, tifando Racing Club di Parigi perché, come dichiarò a France Football nel dicembre 1957, “ha gli stessi colori del Rua, la squadra nella quale giocavo a Algeri”. Il portiere è rivoluzione: Ernesto Che Guevara, amante anche del nuoto e del rugby, giocò a calcio. Si ritrovò tra i pali per una vecchia regola di questo sport (in porta va quello più scarso con i piedi) e per colpa dell’asma che lo tormentò sin da quando era bambino, ma mostrò pure in questo ruolo lo spirito rivoluzionario che segnò la sua esistenza. Raccontò un giorno il suo amico Alberto Granado, con il quale fece il memorabile giro del Sud America in moto, che “il Che si gettava con coraggio tra i piedi degli avversari”.

Il gesto che ha esaltato Giroud a Genova è stato proprio questo: si è lanciato in uscita bassa per contrastare l’avanzata di Puscas e con il pugno ha deviato il pallone. “E’ stato bello come segnare un gol”, il commento estasiato del centravanti francese, spedito tra i pali da Pioli dopo l’espulsione di Maignan. Giroud non è stato il primo e non sarà l’ultimo giocatore di movimento a improvvisarsi portiere con autorità. L’ex juventino Felipe Melo, ai tempi del Galatasaray, nel 2012 finì tra i pali contro l’Elazigspor e parò un rigore; in Atalanta-Manchester City del 2019, dopo l’espulsione di Bravo, Guardiola fu costretto a chiedere a Walker di sostituire l’estremo difensore cileno; David Di Michele, all’epoca all’Udinese, nel 2004 parò un rigore a Vucinic in una gara contro il Lecce; nel 1976, chiuse la partita tra i pali Ciccio Graziani in Torino-Borussia Moenchengladbach, immagine consegnata all’epica grazie anche alla televisione in bianco e nero.

L’altra faccia dell’impresa di Giroud è la capocciata di Ivan Provedel in Champions, con la maglia della Lazio. Un gol da centravanti di razza, non casuale: il portiere di Pordenone da ragazzino giocava in attacco. La storia di Provedel è, semmai, una favola al contrario: gli allenatori volevano utilizzarlo come bomber, ma lui preferiva la solitudine dei pali e i guantoni. L’esultanza del portiere laziale dopo l’1-1 all’Atletico, tra stupore e felicità, è l’immagine di quella serata memorabile. Provedel e Giroud hanno giocato contro il 30 settembre, nel match vinto 2-0 dal Milan. Si ritroveranno di fronte al ritorno e la curiosità sul faccia a faccia tra i due è lecita: quando si ritroveranno di fronte, quali saranno i loro pensieri?

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