Il magnifico rettore Salvatore Cuzzocrea si dimette dalla carica dell’ateneo di Messina e decade dalla guida della Crui. Nei giorni scorsi, come raccontato anche da ilfattoquotidiano.it, era finito al centro della querelle con un componente del senato accademico messinese che lo accusava di aver incassato rimborsi per “2 milioni e 217mila euro” tra il 2019 e 2023. Inoltre, circa 122mila euro sarebbero finiti nella sua società, che gestisce un maneggio a Viagrande, dove ad agosto scorso è morto un dipendente. Su quell’episodio indaga per omicidio colposo la Procura di Catania.
La denuncia – La denuncia di Paolo Todaro, componente del senato accademico, è finita sul tavolo della ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini, del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, del collegio dei revisori dei conti dell’ateneo di Messina, ma anche alla Guardia di finanza e alla Procura di Messina, alla Corte dei conti e all’Anac. Secondo i dati consultabili dal portale universitario, il rettore avrebbe incassato negli anni “40.324,44 euro al mese” di rimborsi, circa “1.920,21 euro al giorno, esclusi i sabati e le domeniche”. “Una dinamica dei rimborsi – scriveva Todaro nella nota inviata ai revisori dell’ateneo – che avuto un crescendo sistematico: da 157.327 euro nel 2019, una media di 13.110 euro di rimborsi al mese, fino ad arrivare nel 2022 alla cifra di € 828.465 euro, con una media di € 69 mila euro di rimborsi al mese”.
“Macchina del fango” – Il rettore aveva replicato spiegando che si trattavano di “fondi di ricerca”, quindi “finanziamenti privati”, dovuti al suo impegno come docente e alla produzione di “262 lavori in 5 anni”. Ma la querelle ha portato al suo passo indietro. “Non immaginavo che, una parte, sia pure minoritaria, piuttosto che rappresentare le legittime perplessità o le diverse opinioni, con le modalità previste dai diversi regolamenti o durante le sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione avrebbe dedicato tempo ed energie col solo fine di screditare l’immagine dell’Ateneo e del Rettore”. scrive il dimissionario rettore Cuzzocrea nel suo comunicato. “Sono fiero di aver promosso l’acquisto di nuove strutture e l’ammodernamento di quelle esistenti – aggiunge -, rivendico la mia scelta in questi anni di non aver mai fatto clamore mediatico per difendermi dai tanti e immotivati attacchi restando con fermezza nel solco dei rapporti istituzionali ed evitando di farmi trascinare, e trascinare l’Ateneo, ‘nella macchina del fango’ come auspicato sin dal principio da qualcuno”, conclude Cuzzocrea.
I soldi alla sua società – Ha destato scalpore soprattutto il fatto che nell’ultimo anno, 122mila euro sono stati pagati dell’ateneo di Messina alla Divaga Società Agricola Srl, azienda fondata nel 2019 per “allevamento di cavalli e equini”, con appena 10mila euro di capitale sociale, e che risulta di proprietà del rettore Cuzzocrea (80%) e della moglie Valentina Malvagni (20%). I primi pagamenti sono del 16 febbraio, 600 euro per “altri beni materiali diversi”. Le cifre però aumentano in modo consistente. Il 23 febbraio, 8mila euro per “manutenzione ordinaria e riparazioni di altri beni materiali”. Il 23 maggio invece ci sono due pagamenti da 9.900 euro e 17.900 euro per “altri materiali tecnico-specialisti non sanitari”, 1.500 euro per “manutenzione ordinaria e riparazioni di altri beni materiali”, più 8mila euro per “altri servizi diversi n.a.c.”. Il mese successivo (23 giugno) altri tre rimborsi: 17.900, 16mila euro e 9.900 euro per “altri materiali tecnico-specialisti non sanitari”, più ulteriori 8mila euro per “altri servizi diversi n.a.c.”. Poi 8.400 euro e 6.500 euro (23 luglio) per “altri materiali tecnico-specialistici non sanitari”, e infine 9.300 e 8.400 euro (23 settembre) ancora per “altri materiali tecnico-specialistici non sanitari”.
L’inchiesta per la morte nel maneggio – La Divaga possiede il maneggio “La Cuadra” alle falde dell’Etna, precisamente a Viagrande. In quell’impianto lo scorso 22 agosto però, ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire, il 25 albanese Alin Telianu. Il ragazzo lavorava da anni nel maneggio, ancora oggi nella pagina del sito de La Cuadra risulta il suo cellulare nei contatti per la segreteria. Secondo le prime ricostruzioni della compagnia di Acireale, il ragazzo sarebbe stato schiacciato dalla moto pala, che in precedenza guidava, contro un muretto nella mattinata di agosto. Fonti giudiziarie riferiscono a ilfattoquotidiano.it che la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ha già disposto l’autopsia sul cadavere e acquisito i filmati video interni ed esterni del maneggio. Risultano esserci iscritti nel registro degli indagati, ma sui nomi al momento vige riservatezza.