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EA Sports FC 24: è cambiato solo il nome o è cambiato tutto?

Non sarà facile non parlare più di FIFA a cavallo tra settembre e ottobre da quest’anno in poi, ma il distaccamento, appunto, dalla FIFA del “top di gamma” di EA Sports, già anticipato l’anno scorso, vede il titolo calcistico rinominato in EA Sports FC 24 e toccherà farsene una ragione anche perché tutti i vecchi capitoli sono stati tolti dagli store digitali.

EA Sports FC 24: novità non solo nel nome
Partiamo come al solito dalla domanda più impellente: “Cos’è cambiato rispetto al 23”?

Se l’anno scorso abbiamo cercato di dare davvero tante scusanti a FIFA 23, ovvio capitolo di transizione, per forza di cose, ora è arrivato il momento di tirare le somme. La frase più abusata quando si parla del nuovo titolo videoludico sportivo annuale, frase purtroppo quasi sempre valida, è la stessa: “chi si aspettava la grande rivoluzione probabilmente rimarrà deluso”.

Quando si parla delle novità di un (ex)FIFA bisogna intanto suddividere i videogiocatori nelle due categorie: chi ci gioca tutti gli anni tutto l’anno, impegnandosi anche nel competitivo, e chi ci gioca casual, magari con gli amici ogni tanto la sera e prevalentemente offline. Per questi ultimi le novità riguardanti le modalità sono radunate prevalentemente nelle carriere allenatore e giocatore.

La carriera allenatore si rifà finalmente il look cercando di avvicinarsi sempre di più ai capisaldi dei giochi manageriali, per quanto possibile. Lasciatici alle spalle i noiosi allenamenti semi manuali, dove sostanzialmente, almeno per la prima volta, si doveva raggiungere il voto A per far crescere in modo performante i giocatori, in EA Sports FC 24 fanno la loro comparsa i preparatori, membri dello staff che dovranno essere ingaggiati e distribuiti tra i vari reparti della squadra per fornire allenamenti e bonus. Si dovrà anche dare una precisa identità tattica alla squadra scegliendo una mentalità tra le 7 disponibili: standard, gioco sulle ali, tiki taka, gegenpressing, difesa a oltranza, contropiede e palla lunga, eventualmente addestrandone i membri che inizialmente potrebbero non digerire le nostre iniziative essendo abituati a un altro stile di gioco.

Un’ introduzione molto carina, se siamo tra quelli che non vogliono entrare direttamente in campo, ma solo dirigere in tutto e per tutto, è il nuovo sistema di telecamere che ci farà decidere di seguire la partita da varie prospettive, persino dalla prospettiva dell’allenatore direttamente dalla panchina.

Nuovi membri dello staff anche per quanto riguarda la carriera giocatore che al di là di animazioni più attente e centrate durante la vittoria di un titolo o, nel caso, del pallone d’oro, non è protagonista di enormi stravolgimenti. Le attività sono bene o male quelle dello scorso anno, ma la gradita aggiunta dell’agente finalmente mette in chiaro determinati punti oscuri durante i capitoli precedenti: avremo degli obiettivi chiari con tanto di checklist per il rinnovo del contratto o per attirare l’interesse della squadra dei nostri sogni. Per l’introduzione dei play style, che ovviamente hanno rilevanza anche nella carriera, ne parleremo approfonditamente nel gameplay.

Gameplay e ultimate team
Passiamo al primo gruppo di persone, gli “infoiati dell’online”, quelli che hanno giocato a FIFA da quando sono nati e nutrono particolare interesse per ultimate team – gruppo del quale fa parte l’autore di questo articolo, ndr -.

La prima novità è sotto gli occhi tutti: l’introduzione delle calciatrici nel pool delle carte utilizzabili, introduzione che ha creato parecchio scompiglio sia in campo che nello squad builder vista la loro particolare intesa. Le donne hanno infatti i loro specifici campionati femminili di appartenenza e faranno intesa tra i propri campionati e le nazionalità, ma anche con la nazionalità degli uomini e con il loro club. Per spiegare con un esempio una calciatrice e un calciatore, entrambi del campionato spagnolo, daranno intesa solo se della stessa nazionalità o dello stesso club.

Leggermente rivisitati i Momenti dove fortunatamente sono stati diminuiti di molto gli obiettivi “vinci/pareggia la partita” evitando di costringere l’utente a un interminabile tempo intero nonostante abbia completato gli altri obiettivi del Momento nei primi minuti di gara.

La meccanica più interessante a livello di carte è sicuramente Evoluzioni: si potrà mettere una carta in evoluzione (una gratis a stagione, alcune con parametri precisi e quella a pagamento da cinquantamila crediti) e potenziarla tramite semplici obiettivi durante le partite. È un’idea che secondo noi sarebbe già dovuta esistere da parecchi anni per dare frizzantezza al più grande problema della saga: incontrare, col passare dei mesi, squadre sempre più simili tra loro a causa del meta, ma è ancora presto per valutare quanto sarà efficace questo inserimento in tal senso.

Per il resto, al di là di qualche ritocco nella quality of life e della navigazione più rapida dei menù, non ci sono stati altri cambiamenti: le modalità sono sempre le stesse tra amichevoli, rivals e squad battles. Sinceramente a questo punto ci si aspettava qualche introduzione in più nella modalità regina del brand.

Siamo arrivati ai cambiamenti pad alla mano e qui, se fate parte del primo gruppo, ce ne sono. Il primo impatto è stato davvero controverso: se da un lato la manovra sembra diventata un po’ più lenta, la velocità pura è tornata abbastanza in auge, al di là dello stile di corsa lenghty che impazzava l’anno scorso.

Ora la vera statistica della carta alla quale prestare attenzione, oltre a quelle numeriche, è il play style che andiamo ad approfondire brevemente dopo averlo citato nel capitolo carriera.

Non stiamo parlando di vera e propria novità, i play style sono bene o male sempre stati presenti affiancati al body type dei giocatori, ma quest’anno gli è stata data un’importanza fondamentale. I 34 stili di gioco presenti sono divisi in argento e oro a seconda dell’efficacia e cambiano davvero tanto la performance nel giocatore, soprattutto quelli più utilizzati: passo veloce, rapido, affronta e gioco d’anticipo. Anche questo inserimento, per ora non bilanciatissimo, ma ancora accettabile, si dovrà valutare nel lungo periodo con l’uscita delle carte promo davvero forti, probabilmente in possesso anche di svariati tratti oro.

Il ritorno di un deciso pressing automatico deve fare i conti con la nuova velocità delle carte e finché il tutto non verrà bilanciato difendere è davvero complesso: si deve pressare per sfruttare gli automatismi, ma senza scoprirsi dietro perché, davvero, un attaccante veloce che parte in campo aperto non si recupera più.

Torna anche il fatidico dribbling con R1, leggermente più bilanciato delle versioni dal 2022, ma in combinazione con determinati stili di gioco un po’ troppo forte, decisamente da sistemare con le prossime patch. L’ultima meccanica da citare è quella dei passaggi filtranti di precisione con Rb/R1 X/Quadrato o A/X a seconda che lo vogliate alto o basso (o addirittura effettato, con l’aggiunta di LT/L2). Premuti insieme i tasti apparirà un mirino sul campo che si allontanerà sempre di più a seconda del tempo di pressione, permettendo di dirigere il passaggio dove si vuole. Meccanica, insieme alla finalizzazione a tempo e al player lock, che quest’anno, ancora più che in passato, tocca imparare a padroneggiare per essere davvero competitivi.

Siamo ancora in transizione(?)
Insomma, i cambiamenti ci sono stati, ma dopo una svolta epocale come il passaggio da FIFA a EA Sport Fc 24 ci si aspettava qualcosa di più. È ovvio che i ritocchi importanti siano andati nella direzione della modalità più amata offline, la carriera, e in quella più remunerativa per EA, ultimate team, ma sarebbe anche ora di dare una rinfrescata a tutte le modalità presenti che sinceramente, per quanto concettualmente belle, hanno cominciato a stancare.

Pro Club non è cambiato di una virgola se non, anche lì, in qualche piccolissimo miglioramento di quality of life, Volta sembrava dover diventare il nuovo Fifa Street, ma è sostanzialmente ormai abbandonata a se stessa.

Se l’universo più giocato è ultimate team magari sarebbe il caso di implementare qualche reward incrociata tra le modalità in modo da spingere il pubblico verso (anche) altre direzioni, ma finché UT è l’unico micro mondo che dona un senso di continuità ed evoluzione al giocatore saremo qui tutti gli anni a ripetere sempre le stesse cose.

Per il resto, offline a parte, si dovrà vedere sul lungo periodo come evolverà questo FC 24, sperando non si ripetano gli errori di FIFA 23, primo tra tutti le patch per frenare l’abuso di determinate meccaniche sbagliate arrivate in modo poco tempestivo e le davvero troppe promo.

Sarebbe anche il momento, tornando un attimo su Ultimate Team, di fare quel coraggioso passo in avanti sul matchmaking perché il gap tra chi mette mano al portafogli e chi no comincia a diventare tragicomico e stiamo parlando di squadre da 4 milioni una settimana prima dell’uscita ufficiale del gioco per tutti in divisione 10.

In conclusione comunque è un buon capitolo, ma tutti gli anni siamo qui a scrivere degli stessi errori che si fa finta di non vedere. Non è il momento di una vera svolta?