“Taranto è quasi ferma, la produzione ai minimi termini, la manutenzione straordinaria e ordinaria inesistente. Così a rischio è la stessa sicurezza dei lavoratori, oltre che la transizione e l’occupazione”. A protestare, in occasione di un coordinamento dei lavoratori e delegati sindacali organizzato a Roma sotto la sede del ministero delle imprese e del Made in Italy, sono state Fim, Fiom e Uilm, insieme a circa 200 lavoratori di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). Nella stessa giornata, intanto, a Taranto a protestare sono state le aziende dell’indotto siderurgico.
“La situazione in tutti gli stabilimenti dell’ex Ilva di Taranto è gravissima, ma il governo continua a prendere tempo, facendo continue marce indietro. Ci sono 3mila lavoratori in cassa integrazione, c’è l’assenza di investimenti, manutenzioni, piano industriale, il sistema dell’indotto è in stato comatoso. Nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi non abbiamo ricevuto le risposte che aspettavamo. Non è più il tempo delle soluzioni tampone, lo Stato deve dare un segnale inequivocabile. Per questo abbiamo deciso di organizzare, fin dalle prossime ore, assemblee con i lavoratori in tutti gli stabilimenti per arrivare a uno sciopero del gruppo il prossimo 20 ottobre con manifestazione nazionale a Roma”, ha attaccato Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
“Siamo qui oggi per ottenere quello che fino ad oggi ci è stato negato dalla proprietà e dalle istituzioni. Noi abbiamo fatto un accordo nel 2018 di cui sono inadempienti la proprietà e lo Stato”, ha aggiunto il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma. Mentre Roberto Benaglia (Fim) ha proseguito:“Non ci sono soldi per lavorare e le ditte di appalto vengono prese in ostaggio. La trattativa che il governo sta avviando per ridefinire il patto con i Mittal non può essere tenuta all’oscuro dei 12mila lavoratori del gruppo. Non c’è nessun paese al mondo dove lo Stato mette i soldi e il privato fa come vuole“.
La sfida è così rivolta all’esecutivo: “Se non si apre una trattativa tra Acciaierie d’Italia e governo che coinvolga anche i sindacati, si aprirà una stagione di conflitto“, avverte De Palma, dal palco dell’assemblea del coordinamento unitario delle tute blu dell’ex Ilva, aggiungendo che verranno presi contatti anche con i singoli gruppi e partiti: “Andremo in Parlamento per chiedere di istituire una commissione inchiesta che vada a verificare, non con chiacchiere, ma parlando con i lavoratori, cosa sta succedendo”.